Capitolo 19 | Vieni sì o no?

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Soundtrack: I See Stars - Running With Scissors *se andate su youtube il video è a 360°*

Non vi chiedo neanche più scusa. Vado a sotterrarmi da sola. Il prossimo capitolo però è lì pronto, quindi uscirà davvero sabato. Almeno questo è lunghetto...

***

Preferii non dire una signola parola su quelle che credevo fossero le mie intenzioni, e dopo poco Elthanin e Sarah decisero di tornare a casa, dato che sembrava che stesse per scatenarsi un temporale coi fiocchi.

Nell'istante in cui chiusi la porta dopo averle salutate il telefono di casa cominciò a squillare e Benedikt fece la sua misteriosa e puntuale comparsa, impeccabile come sempre.

<<Una chiamata dei signori>> disse senza guardarmi.

Insospettita alzai la cornetta e mi stupì ancora di più il fatto che a rispondermi fu Christopher. Di solito lo faceva sempre sua moglie.

<<Inaya, io e tua madre abbiamo discusso a lungo riguardo al problema sorto in questi giorni e siamo giunti ad una conclusione.>>

<<E sarebbe?>> chiesi incitandolo a continuare.

<<Non puoi restare a casa da sola per questi mesi, visto ciò che è accaduto. Torneremo domani stesso>> disse facendomi cadere il peso del mondo sulle spalle.

Non solo non avrei più avuto la mia tanto amata privacy, ma avrei dovuto sopportare di nuovo la loro presenza, il loro fiato caldo sul collo. Odiavo mio padre adottivo soprattutto per questa sua capacità di andare sempre dritto al punto senza girarci attorno, gettando un'intera vasca di acqua ghiacciata sul diretto interessato. Allo stesso tempo, però, lo ammiravo. Avere questo controllo sulle persone non era una cosa semplice, e in lui era innato. Non si doveva nemmeno sforzare per avere tutti in pugno.

Chiusi la chiamata senza nemmeno salutare e mi diressi a passo di marcia funebre verso la mia stanza, chiudendo poi la porta dietro di me. Ci poggiai la schiena contro e mi lasciai scivolare fino a sedermi sul parquet, quindi mi tirai le gambe al petto e le circondai con le braccia appoggiando la fronte sulle ginocchia. Lasciai andare un lungo sospiro e mi appisolai in quella posizione scomodissima, almeno fino a quando Ben venne a chiamarmi per la cena e, appena finito di mangiare, tornai in camera mia andando a letto. Non solo non avevo alcuna voglia di parlare o sembrare almeno lontanamente felice, ma non riuscivo nemmeno a pensare a qualcosa di diverso dai miei genitori adottivi. Inutile dire che quella notte non riuscii a chiudere occhio per più di due ore consecutive.

Come sospettavo, quando la sveglia del mio cellulare squillò la mattina dopo, io avevo gli occhi aperti già da un pezzo, intenta a fissare il poster di Avril Lavigne sopra il letto. Con la lentezza di un bradipo in piena fase rem mi trascinai in bagno e feci una smorfia nel vedere le terribili occhiaie sotto i miei occhi e il mio colorito cadaverico. Quella non sarebbe di certo stata la mia giornata.

Sempre come uno zombie arrivai a scuola -non avevo voluto prendere la macchina e quel giorno Elthanin mi aveva dato buca- e venni trascinata dalla massa verso la mia classe per assistere ad una fantastica lezione di fisica.

Migliaia di sbadigli dopo -ovvero tre ore- la campanella dell'intervallo si decise a suonare e la maggior parte dei miei compagni di classe si catapultò fuori per prendere del cibo alle macchinette, lasciando indietro chi voleva dormire, chi voleva starsene per i fatti suoi e chi doveva finire di copiare i compiti per l'ora successiva.

Ancora intontita voltai la testa verso la finestra e riconobbi la felpa nera di Aidan, che si stava dirigendo verso il retro dell'edificio scolastico, la parte frequentata dai fumatori, dai drogati e da tante altre belle personcine.

Daughter Of Flames (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora