Capitolo 13 | When the hope of morning starts to fade in me

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Soundtrack: Icon For Hire - Hope Of Morning

Scusate, scusate, scusate, scusate! Visto? Invece di migliorarmi con il tempo peggioro! No, non fa ridere, lo so bene... Devo darvi delle giustificazioni? L'unica vera è: non avevo tempo perché i miei genitori si erano appena ricordati che non uscivo di casa da più di una settimana, se non per andare a scuola. Detto questo, so che a voi non importerà un bel niente e quindi... Vi auguro una buona lettura, spero che il capitolo vi piaccia e... niente, vado a finire di fustigarmi per aver poltrito.

***

<<Mi hai fatto prendere un colpo!>> esclamò Elthanin di fianco a me mentre cercavo di inserire le chiavi nuove nella serratura nuova. Tutto completamente nuovo di zecca.

Dopo essere rimasta nella ridicola infermeria della scuola per circa un'oretta avevo deciso di tornarmene a casa mia, così che potessi davvero riposarmi, e naturalmente lei mi aveva seguita a ruota, portandosi dietro anche il mio salvatore. Non avevo però la più pallida idea di come avessero fatto a convincere i professori.

<<A te ho fatto prendere un colpo? E io che sono svenuta cosa dovrei dire?>> esclamai quasi esasperata voltandomi a guardarla.

Aidan, come suo solito, era appoggiato tranquillamente al muro a braccia conserte e ci stava fissando così intensamente che mi fece aumentare il nervosismo, e così le chiavi andavano ovunque, tranne che nel posto giusto.

<<Ma si può sapere cosa ti prende oggi? È tutto il giorno che rispondi male!>>

Io mi limitai ad ignorarla, mentre cercavo ormai disperatamente di riuscire nel mio intento. Era tanto chiedere di poter entrare in casa mia dopo averci combinato un bel casino dentro? Per di più avevo scoperto che degli estranei l'avevano rimessa a nuovo, e che quindi avevano toccato i miei oggetti personali, cosparsi delle mie preziose impronte digitali, delle mie cellule cutanee e dei miei microbi. Avrei dovuto lavare tutto e poi riprendere possesso di ogni cosa per sentire di nuovo mia quella casa. Mi spuntò un mezzo sorriso involontario al solo pensiero: quella non era mai stata casa mia.

All'ennesimo tentativo fallito e all'ennesimo sbuffo, vidi Aidan alzare gli occhi al cielo, quindi si avvicinò e mi prese con malagrazia le chiavi dalle mani. <<Da' qua.>> In men che non si dica aprì la porta, ed entrò per primo appena dopo avermi ridato quei pezzi di metallo, lasciandomi basita.

<<Non ti sprecare con la cavalleria o la gentilezza, mi raccomando...>> borbottai non riuscendo a trattenermi. Non ci potevo fare niente, certe cose proprio non riuscivo a tenermele dentro.

Se però pensavo -e speravo- che non mi avesse sentita, mi sbagliavo di grosso. Andai a sbattere contro la sua schiena, non prestando attenzione al fatto che si era fermato di colpo, e in un attimo me lo ritrovai a fissarmi con quel suo solito sguardo penetrante. Essendo così vicina a lui dovevo quasi inarcare la schiena all'indietro per poterlo guardare negli occhi, visti i venti e passa centimetri che ci dividevano. Effettivamente sarei anche potuta passare per sua sorella minore, visto com'ero minuscola al suo confronto.

Vedendo come mi guardava in cagnesco, però, preferii allontanarmi di un passo massaggiandomi il naso e mordendomi al contempo la mia linguaccia. <<Scusa>> mormorai.

Elthanin intanto mi passò affianco facendo ondeggiare i capelli.

A proposito...

<<Comincia a spiegarmi una cosa: perché sono così corti?>> chiesi afferrandomi una ciocca e sporgendola verso di lei.

<<Ho dovuto tagliarteli l'altro ieri. Non venivano più puliti con tutto quel sangue sopra>> mi rispose pacatamente.

<<Sì, ma... Mi arrivavano ai fianchi! Dovevi per forza tagliarli così tanto?>>

Daughter Of Flames (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora