Continua il flashback...questa è la storia dal punto di vista di Ade, il suo oscuro amore e la sua passione travolgente....
Gli dei nascono partoriti dalle madri divine e crescono in fretta. Gli anni dei mortali sono i loro giorni, i nostri mesi sono istanti. Le loro fasce cadono subito e i loro corpi fioriscono in poco.
Il mondo esige i nuovi compiti che saranno loro assegnati.
Non hanno il tempo di maturare piano, come gli uomini. La loro crescita è rapida, come i frutti sui rami, perché, nello stesso modo, il loro compito è quello di dare refrigerio, gusto e vita all'universo.
Ade rivide Persefone già cresciuta. E in breve tempo.
La rivide fanciulla, attaccata alla veste materna, la scorse ragazza, correre con le ninfe sui prati fioriti, sotto l'occhio vigile di Demetra, la ritrovò donna, col petto fiorito, le gambe lunghe e tornite, i fianchi rotondi, le labbra invitanti.
La lunga chioma nera, come l'ebano, ad avvolgerle le spalle.
Gli occhi, quelli non erano cambiati.
Avevano ancora il colore delle distese del ghiaccio sulla cima dell'Olimpo, ancora si puntavano impudenti negli occhi degli interlocutori, ancora affascinavano e ammaliavano chi li fissasse.
Nelle brevi risalite ufficiali, Ade la ritrovava costantemente accanto alla madre, di cui era vanto e gloria, con indosso vesti chiare, da fanciulla, con corone di fiori tra i capelli, facendo voltare ogni dio al suo passaggio, ammaliato dalla sua bellezza.
Ma lei non era di quella terra, lo sapeva bene Ade.
Poteva correre sui prati a distribuire boccioli e cogliere frutti, ma non apparteneva a quel mondo.
Lo sentiva.
La sua bellezza selvaggia e inquietante lo confermava.
Il modo in cui passava le dita tra le ciocche della sua chioma scura come la notte, il suo sorriso appena sardonico, il candore niveo di quella pelle, che non si dorava al sole, il modo in cui ascoltava, silenziosa, chi gli stava accanto, seguendolo con lo sguardo, come se volesse aprirgli l'anima e l'abitudine, così sensuale, di far scorrere le dita sul suo corpo, casualmente, quando era rilassata sotto la luna.
Ade lo aveva capito dal suo primo sguardo.
Aveva inteso come quella strana bambina non era una creatura della Superficie.
Era destinata a lui. Al suo mondo. Alla sua oscurità.
Quante volte fosse emerso nel cuore della notte, silenzioso, per poterla guardare, anche da lontano, Ade non avrebbe saputo dirlo.
Gli sembravano infinite.
Brevi momenti infiniti di felicità, che duravano sempre troppo poco.
Il sole sorgeva sempre troppo presto, le ore correvano ogni volta più velocemente, il tempo si beffava di lui, lasciandogli sempre meno spazio, dandogli sempre più fretta.
Così gli sembrava.
O forse era soltanto quella smània assurda di lei che gli faceva credere ciò. Sarebbe rimasto per sempre, accanto a lei, dormiente sotto un pesco.
Avrebbe trascorso l'eternità a seguire la sua mano, che lenta e dolce, giocava con i suoi stessi capelli o disegnava infiniti ricami sulla sua gamba, in attesa che il sonno la visitasse.
Perché al calar delle brume, lui indossava il suo elmo e la raggiungeva, le si accostava con un sospiro, aspettando che tutte le sue compagne di gioco andassero via e le sedeva invisibile appresso.

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Amori oscuri
Diversosby uranian7 La storia di Ade e Persefone, come non l'avete mai vista, di amori oscuri e risvolti luminosi. Amori oscuri nasce come il racconto di Ade e Persefone all'interno di tutto il panorama mitologico. Perciò non troverete sin dal primo capitol...