All'improvviso le sovvenne quella fanciulla.
E dire che quasi l'aveva dimenticata: bruna, magra, con gli occhi chiari.
Il suo arrivo aveva sbalordito tutti e tutti avevano ridacchiato ammiccanti, incuriositi.
Poi aveva parlato.
E gli stessi, immediatamente, in quel momento, si erano zittiti.
E a lei, ora, quel ricordo, poteva tornar davvero molto utile.
***
Era entrata quasi in punta di piedi, con le ciglia tremolanti e gli occhi spalancati. Sembrava più opaca delle altre ombre, quasi che fosse nata con quel colore, perlaceo, dipinto sulla pelle.
Silenziosa, impaurita, persa.
Eppure tutta la corte si era girata a guardarla e poi l'aveva compatita. Per due motivi.
Assurdi entrambi.
Uno era che assomigliava incredibilmente a lei. Solo meno... qualcosa.
Meno divina, ecco. Ma le mani, i capelli, persino gli occhi erano gli stessi e avrebbe riso incuriosita di quella strana somiglianza, se non l'avesse incontrata negli Inferi.
L'altro motivo era che lei aveva ripetuto solo una frase, durante tutto l'interrogatorio, mentre veniva sospinta fuori, delicatamente, come se potesse rompersi, mentre Ade e i giudici scuotevano il capo, amareggiati e rassegnati.
Una sola frase, sussurrata, che pure era rimbombata nel silenzio degli astanti turbati.
Quasi impietositi. Quasi addolorati.
Una sola frase, incastrata tra le labbra tremolanti e le pupille fisse.
Non dimenticherò mai.
***
Non sapeva dove finissero le ombre dopo la spartizione della sala del re.
Se ne rese conto in quel momento. Rincorrendo quell'immagine lontana.
Dopo il giudizio nella sala del trono, che fine facevano?
In quali reconditi angoli dell'inferno venivano lasciati a trascorrere l'eternità, a sciogliersi nelle loro lacrime senza memoria?
Sapeva che esisteva un luogo di riposo per gli uomini virtuosi e uno di tormenti per i malvagi, ma che forma avevano? Per quali strade si raggiungevano? Per quali corridoi o dirupi? Erano luoghi chiusi o spazi infiniti? Ed erano in compagnia di mostri infernali o abbandonati alle loro solitudini maledette?
Le sarebbe piaciuto saperlo... per immaginare Adone. Solo per immaginarlo.
Anzi no. Non era vero.
Era per trovarlo.
***
Minosse.
Minosse era l'unico che poteva dirle qualcosa. Chi meglio del Giudice dell'Averno, il più stretto collaboratore del re, avrebbe potuto colmare le sue lacune?
Minosse sicuramente sapeva, ma doveva procedere con cautela e senza fretta, soprattutto facendo in modo che non si insospettisse e non allertasse Ade.
Perché il marito non doveva sapere.
Gli sarebbe bastato fissarla, con quegli occhiacci neri e le avrebbe letto nell'anima la sua curiosità per Adone: aveva quell'assurdo potere di sventrarle lo stomaco solo col nero delle pupille, il maledetto!
Se avesse solo pensato che la sua preda poteva essere avvicinata da un altro, come avrebbe eliminato il possibile attentatore del suo bottino?
Rabbrividì all'idea della sua possibile rabbia.

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Amori oscuri
Diversosby uranian7 La storia di Ade e Persefone, come non l'avete mai vista, di amori oscuri e risvolti luminosi. Amori oscuri nasce come il racconto di Ade e Persefone all'interno di tutto il panorama mitologico. Perciò non troverete sin dal primo capitol...