Roxaminè

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Tratto.
Curva.
Sfumatura.
Colore.
I pomeriggi di Naminè trascorrevano così, tra i fogli bianchi del suo bloccho e la creatività della sua testa che si riversava sulla superficie bianca.
Naminé amava disegnare, era quello che faceva più spesso, ma ultimamente le sue creazioni non la soddisfavano.
Non riusciva a disegnare ció che immaginava, o per lo meno, non correttamente.
C'era sempre quel dettaglio fuori posto che scombinava i suoi piani, scombinava il suo cuore.
Se per esempio, le balenava in mente di disegnare un paesaggio, disegnava lui che guardava il paesaggio e via discorrendo.
Proprio non riusciva a toglierselo dalla testa.

Naminè si stese sul tavolo, mente guardava il foglio bianco con aria rassegnata mentre picchiettava sul porta penne con la matita, per poco a Roxas non venne un colpo a trovarla in quello stato! Non era da lei non sapere cosa disegnare, tanto che, subito le corse incontro e aiutandola a sollevarsi le chiese come stesse.

-Che ti prende? Va tutto bene?
Chiese agitato Roxas tenedo un braccio intorno alle spalle della bionda, che arrossì subito a quell'attenzione inaspettata.
-Va... Va tutto bene... Non c'è bisogno che ti preoccupi Roxas.
Disse la ragazza sorridendo, il chè tranquillizzó il biondo che sospiró sollevato.
-Come mai ti ho trovata in quello stato? Insomma, non è da te stare a fissare abbattuta un foglio bianco!
Naminè non sapeva bene che rispondere, aveva paura di come l'avrebbe presa... Come faceva a dirgli che il soggetto dei suoi disegni era solo e soltanto lui?
Aveva paura dell'impressione che gli avrebbe dato cosí tacque e cercó di deviare il discorso con un semplice "non è nulla", e alzando lo sguardo per sorridergli, Naminè trovó nei bellissimi occhi azzurri di Roxas, l'ispirazione!
Subito prese carta e matita.
Tratto, curva, una correzione qua e là, una punta di ombre, il tratto più marcato a destra...

Roxas era estasiato da quella visione, se c'era qualcosa che adorava era guardare Naminè disegnare, era una visione angelica, come diceva lui. Il suo viso intento a seguire i lenti e sinuosi movimenti della matita e poi il suo sguardo soddisfatto e contento quando gli mostrava il capolavoro stupendo che veniva fuori da quei pochi tratti di grafite.
La vide cancellare, e di nuovo a fare altre linee, cancellare qualche volta e tutto con una grazia che facevano apparire la ragazza una creatura divina ai suoi occhi. I suoi amici gli dicevano che si era innamorato, chissà se era vero...

Naminè nel frattempo stava facendo gli ultimi ritocchi al disegno, un pó più azzurro quì, sistemare qualche ombra... et voilà!
Naminè guardó il suo disegno e ci si perse dentro, come voleva che davvero succedesse...
Dovete sapere che il disegno raffigurava lei e Roxas, assieme, abbracciati, Naminè trovava il suo disegno il più bello che fosse mai uscito dalla sua fedelissima matita HB.

-Me lo fai vedere?
Chiese Roxas impaziente di colmarsi gli occhi del suo sorriso e della sua arte, ma con sua grande sorpresa, Naminè abbassó lo sguardo e strinse il blocco da disegno a sè, quasi come fosse uno scarabocchio da nascondere, eppure poco prima gli era sembrato di vedere il volto dell'angelo che aveva davanti fiero e orgoglioso della sua opera d'arte.

-Ma perché?...
Piagnucoló il biondo deluso
-Se è un segreto non lo diró a nessuno! Nessuno, nessuno! Lo giuro!
Disse Roxas insistendo gentilmente, la risposta di Naminè fu un silenzio incerto.
Poteva essere la sua occasione di esternare i suoi sentimenti come poteva essere quella di rovinare una fantastica amicizia, che avrebbe dovuto fare?
-Ohh Naminè ti prego!
Supplicó il ragazzo facendo gli occhi dolci
-Uhm... M-mi... Mi prometti che non ti arrabbi?
-Uh... Arrabbiarmi? Perchè mai? Comunque sì... Te lo prometto.
Naminè prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e girando il blocco verso Roxas glielo porse.

Roxas non seppe che dire.
Quel disegno era bellissimo.
Era come se Naminè avesse preso i suoi sogni e che con qualche movimento della matita li avesse trasferiti su carta, ma allora questo voleva dire che...

Naminè teneva gli occhi chiusi e tratteneva il fiato, avrebbe voluto sparire, probabilmente Roxas se n'era già andato, ma ben presto si accorse che non era così.
Se ne accorse quando le loro labbra si incontarono, fu come un pugno piacevole allo stomaco, fantastico e spaventoso.

-Su quel foglio ci sono i miei sogni.
Disse Roxas sorridendo.
-E davanti a me i miei.

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