Venivano giù lacrime, amare, accompagnate da singhiozzi dolorosi.
I festoni erano a terra, i palloncini erano stati brutalmente scoppiati da una forchetta di plastica gialla, che stava a terra accanto alla mano della bimba che giaceva a terra, disperata che boccheggiava fra le lacrime.
Eppure faceva del suo meglio per essere la migliore amica di tutti.
Certo, aveva fatto a botte con Eren e Petra, ma era simpatica, giusto?
Effettivamente non era così per loro.
E poi le faceva male la pancia, aveva mangiato talmente tanta torta tutta da sola che la sentiva ostruirgli l'esofago.
Nel mentre fuori tuonava e la radio andava con delle canzoni abbastanza vecchie.
Alcuni dei suoi pupazzi erano stati lanciato contro i muri, o impalati sulle spunte di ferro della piccola ringhiera davanti al camino. C'era imbottitura ovunque.
Lei invece aveva le guance (e soprattutto il naso) completamente rossi, quest'ultimo gocciolava, bagnando di più il piccolo volto angelico della bambina, che era giá allagato di lacrime.
I suoi capelli corti castani erano sparpagliati per il pavimento, attorno alla sua testa e il suo vestito verde e giallo era tutto sgualcito.Il concerto si singhiozzi della bambina fu interrotto da un sussulto terrorizzato.
Un uomo biondo comparve sulla soglia del soggiorno, pietrificato dalla paura comprensibile dato che trovare la propria figlia stesa al suolo che piange in una maniera tanto disperata non è effettivamente da tutti i giorni.Subito si gettó in ginocchio accanto a lei, tirandola su e sistemandole gli occhiali sul naso, dopo averlglieli puliti.
-Hanji, tesoro di papà, che succede?
La piccola in lascrime indicó l'orologio.
Le 7:30.
-Sarebbero dovuti essere qui... Da tanto...
La voce rotta dai singhiozzi faceva stringere il cuore al biondo, infondo si parlava della suo bambina.
-Ma no tesoro... Va tutto bene
-NO CHE NON VA TUTTO BENE!
Il tavolino da caffè fece un volo di un mezzo metro.
-Nessuno è voluto venire alla mia festa... Solo perchè ho gli occhiali e gioco con le formiche...
Il biondo sorrise, accarezzando i capelli della bimba, la fece sedere sulle sue ginocchia e le sistemó sulla testa un cappellino da festa -quello meno accartocciato-
-Sono loro che non sanno che si perdono, sono belle le formiche!
-LO SO PAPÀ! LO SO!
La bambina aveva le mani fra i capelli, stava cercando con lo sguardo qualcosa con cui sfogarsi, quindi afferrato il piatto di porcellana con le caramelle sopra, lo lanció a terra.
L'uomo decise di abbracciarla e stringerla a sè.
-Va tutto bene...
-Avranno perso gli inviti... O magari è... Uno scherzo...
-Direi di cattivo gusto, bimba mia...
La bambina annuí, togliendosi dalla testa il cappellino da festa, rassegnata si avvió rassegnata verso camera sua, quando suonó il campanello.
-Uh?
Arrivó di fretta alla porta e aprì.
Sulla soglia c'era un bambino poco più basso di lei, che data un'occhiata nella casa, storse il naso.
-È qui la festa? Che delusione.
La bambina sorrise.
-Vieni, dividiamo quel che resta della torta!