"Polska, mi piaci tanto."
Quanto avrebbe voluto dirglielo e poi baciarlo, ma i suoi occhi verdi... Diavolo ogni volta gli sembrava di morire.
-LIEEEEEEETTY~
Il suo corpo si fece di ghiaccio per un secondo poi si giró trovó il suo polacco a pochi centimetri dalla faccia.
-Cia'. Ascoltami, fai tipo un pigiama party?
-Un... Cosa?
Il lituano era come incuriosito e, allo stesso tempo, adorava lo sguardo interrogativo del biondo.
-Si... Del tipo... Tu vieni da me a dormire e cioè... Giochiamo e cose così. Allora?
Toris si era fermato a "vieni da me a dormire", era andato.
Tutto rosso, si schiarì la voce e annuì sorridendo.
-Bene! Ci conto! Un bacio! Ciaoooooo~
"Un bacio, un bacio sì..."Quella sera, Toris era alla disperata ricerca di un pigiama all'altezza di Feliks e aveva messo a soqquadro l'armadio.
Alla fine, optó per una canottiera e un pantalone comodo e largo.
In metropolitana, non fece altro che farsi filmini mentali su i possibili modi in cui avrebbe potuto dichiararsi o le fini possibili della loro nottata.
Arrivato a casa di Feliks rimase due ore sulla porta a pensare a cosa dirgli una volta entrato
"«Hei bellezza come andiamo?» Nah, troppo da Francia... «Ciao raggio di sole!» carino ma no... Uhm... «Ciao Polska! Come va?» ordinario ma perfetto-"
ma prima che si decidesse a suonare, il polacco aprì la porta.
-È due ore che tipo ti fisso dallo spioncino, cos'è? Parli tipo da solo? Cioè sembra che tu sia due persone che ogni tanto si parlano, tipo...
-Uhm no... Stavo... Io... Sono svenuto in piedi!
"Grande Toris, troppo un genio!"
-Oh! Non sapevo che, cioè, fosse possibile.
Uno sguardo stupito apparve sul viso chiaro del polacco mentre, facendo una mezza giravolta verso il lituano, faceva ondeggiare il suo pigiama rosa.
Era una camicia da notte corta, sul rosa pesca e una sopraveste appena più lunga e scura in pizzo.
Toris rimase di sasso, era adorabile. Semplicemente adorabile.
-Bene! Adesso andiamo a farci la manicure, la pedicure e a farci pettinature tipo troppo alla moda!
Il biondo quindi, trascinó il moro in camera e dopo avergli messo i piedi in una bacinella di acqua bollente con un dischetto effervescente rosa, avergli fatto le treccine e le extenion colorate, inizió a limargli le unghie.
-Ceh, sarai il più figo del mondo, proprio gnocco!
Toris guardava i suoi movimenti aggraziati e quando il lavoro fu finito, guardó le sue unghie peferttamente rosa e lucide.
-com'è?
-W-Wow!
Il moro avrebbe voluto passare l'acetone e levare quel rosa, ma immaginando la faccia delusa di Feliks decise di lasciarlo e sperare che se ne andasse via da solo, e presto.
-Okay! Adesso io mi siedo tipo sulle tue gambe e cioè tu mi pettini!
E così fece, si sedette pesantemente sulle gambe del moro e aspettó.
Toris era quasi sicuro, che se non si fosse sentito in colpa per l'aspetto angelico del suo amato, gli sarebbe saltato addosso, quindi volle accontentarlo.
Non avendo nessun pettine, prese a passare le mani fra i suoi capelli, provando una delle tante leggende che giravano fra le nazioni.
Polonia si pettina davvero per tre ore di fila. I suoi capelli erano cosí perfettamente morbidi e senza nemmeno un nodo che gli mancavano solo le ali per diventare un angelo a tutti gli effetti.
-L o l, Tory, potevi chiederlo un pettine!
-Oh... E allora... Dammi il pettine
-mnhhh... No! Continua senza!
Il suo principino gli aveva dato il permesso di continuare a giocherellare con le sue ciocche dorate, il lituano credette di sognare.
Dopo qualche minuto nel quale il moro fantasticava e il biondo subiva il trattamento ai capelli, qualcosa scattó nella testa di Liet.
'Ora o mai più! Fatti avanti!'
Era davvero il momento giusto? Dopo qualche istante di sudori freddi, Toris prese un respiro profondissimo.
-Polska io...
Silenzio.
-Ecco tu mi... Piaci ed... Ecco volevo...
Ancora silenzio.
-Volevo chiederti se... SE VOLEVI DIVENTARE MIO IN QUALSIASI SENSO TU LO VOGLIA INTENDERE!
Dopo aver squarciato l'aria intrisa di essenza di fragola e ciliegia, senti un lieve ronzìo proveniente dal suo amato polacco, che probabilmente, addormentatosi per i massaggi alla testa, nei suoi sogni non aveva sentito una sola parola di quanti dichiarato, distruggendo cosí quelli del povero agazzo dagli occhi cerulei.