"Solitudine, quell'orribile serpe capace di soffocarti in te stessa."
Lo aveva letto in un libro, ci si specchiava perfettamente, e la cosa non le piaceva.
"Quando torna a casa..." Lo affronto.
La donna prese un respiro profondo.
Non appena suo marito avesse varcato la soglia di casa, sarebbe stato investito dalla sua ira funesta e le avrebbe fatto capire che con Anne, non si fotte.La porta si aprì.
-Hei. Sono a casa.
Il fiato le morì in gola soffocato da mille dubbi, ansie e paure.
Si sforzó di sorridere al suo uomo.
-Ciao, tesoro...~~~
"Trovati qualcosa da fare mentre sono via, donna."
Le aveva detto chiudendosi la porta alle spalle.
Silenzio, solo il rumore di un corpo che scivolava in ginocchio e dei singhiozzi sommessi.
Per Anne fu l'ultima goccia.
Ma chi era lei, per ostacolarlo?
"Se ció lo rendeva felice, perché non lasciarlo semplicemente fare?"
Si disse, ma scuotendo la testa si corresse.
"Non voglio restare sola... Meglio lasciare le cose come stanno..."
Anche se Anne stava lentamente scivolando nell'apatia, voleva comunque vicino a lei quel fantasma a cui si era incatenata, che trattava lei esattamente come un fantasma: come fosse invisibile.
Quell'amore nato per caso era cresciuto per poi appassire.
Come una rosa... Anne guardó la finestra.
Le rose nel giardino affianco erano rosse e rigogliose, come sempre da quando si ricordava.
"D'altronde, come si pretende che una rosa sia rigogliosa, se non la si cura?"
Si disse, e proprio in quel momento capì, il suo sbaglio. Sei anni buttati. Ogni giorno commettendo lo stesso errore.
Lui era l'unico errore della sua vita, la causa della sua infelicità, la causa di ogni suo male.~~~
-Sono a casa!
-Bentornato, tesoro.
La voce di Anne rimbombó per tutta la cucina, mentre lei affettava le verdure per la cena.
-Hai trovato qualcosa da fare oggi?
-Oh sì, ho avuto quattro buone ore per riflettere e le due restanti per pensare, arrivando ad elaborare qualcosa di geniale.
-Ovvero?
La donna si voltó lentamente, con un sorriso stampato in volto.
-Che gli errori vanno cancellati, o tutto risulterà un grande sbaglio.
L'uomo sconvolto la guardó.
-Anne... Anne io ti voglio veramente bene... Io davvero non... Anne...AN-~~~
Tarda sera, ma quella sera, l'uomo non era andato dagli amici a bere una birra. No, non aveva chiamato, non aveva mandato un messaggio.
Niente.
Non rispondeva al telefono.
Quindi chiamarono Anne.
-Perché tuo marito non risponde?
-Dimmi, come pensi che un morto possa usare un cellulare?