CAPITOLO 28

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Suonò il campanello . Andai a svegliare Luna e mia madre aprii la porta. L'amica di Luna, Jessica, entró e le saltó addosso.
"Biondina che cazzo ci fai ancora spaparanzata sul divano"- esordì e cominciò a saltarci sopra. Luna scoppió a ridere. Mia madre si stava arrabbiando. Luna e Jessica salirono e io le seguii.
"Allora cosa mi metto?"- chiese Luna a Jessica.
"Dovrai coprirti molto...a Seattle fa freddo o almeno dovrebbe"- intervenni io. Da quando Paul l'aveva picchiata avevo sempre paura per la sua saluta, era quasi diventata un' ossessione.
Fissai per un attimo le gambe nude di Jessica, portava la minigonna.
"Tranquilla io non patisco il freddo"- mi disse e mi diede una pacca sulla spalla.
"Allora...prendo questo, questa, questo e queste"- affermó Luna e si vestì - "Sono pronta"- aggiunse quando ebbe finito.

Era quasi ora per Luna di salire sull'aereo, che sarebbe partito alle 9.55 . Prese la sua valigia e ci salutó tutti.
Stavo per scoppiare a piangere. Lei era la mia benzina. Era il motivo che mi spingeva a non crollare. L'unica persona alla quale davvero importava di me.
"Mi mancherai Luna"- le dissi e la abbracciai fortissimo.
"Anche tu...ma ricorda che è solo per due giorni"- disse lei e mi sorrise.
Stava per andarsene quando vidi Simon che le stava sorridendo da fuori dalla finestra.
"Guarda là"- le dissi indicandolo. Gli corse incontró, gli saltó in braccio e lo bació. Infine si diresse verso la macchina e ci salì. La salutai un'ultima volta.

Mi ritrovai a pensare a quanto fosse fortunata lei ad avere una persona come Simon affianco. Fu proprio in quel momento che io mi accorsi di avercela una persona del genere: Niccoló. Forse avrei proprio dovuto darli un'opportunità, tanto con Gabriele era una causa persa. Lui voleva solo divertirsi. 

DON'T GIVE UP || IsottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora