Capitolo 4

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La stanza odorava di naftalina, di chiuso e di sapone alla lavanda. L'aria era calda ed umida, come se fosse invasa dal fumo. In effetti, si rese conto Frank balzando a sedere sul letto, era invasa dal fumo. Vapore acqueo, per la precisione, e veniva dalla porta solo socchiusa del bagno oltre la quale scrosciava l'acqua aperta di una doccia.

Allarmata e confusa, Frank gettò di lato le coperta e scattò in piedi, con tanta foga da andare a sbattere contro l'unico comodino e da rovesciarne la lampada. Il rumore parve riecheggiare con un'eco infinita nella piccola camera e Frank ebbe un sussulto al cuore quando, come da copione, lo scroscio della doccia si bloccò di colpo. Dei rumori confusi giunsero dal bagno, seguiti dal sibilo metallico ed inconfondibile di una lama che viene estratta dal fodero.

Frank afferrò il primo oggetto contundente che si trovò a portata di mano, ossia un pesante fermacarte a forma di Statua della Libertà, e rimase per un momento perplessa quando sulla soglia del bagno si profilò la sagoma armata di Leònidas. L'hombre reggeva uno dei suoi due grossi coltelli da caccia - quello che si era salvato dall'esplosione della Yamaha, ricordò - ed era vestito solamente di un bianco asciugamano avvolto attorno ai fianchi. Frank sgranò gli occhi ed arrossì fino alla radice dei capelli: non era il primo ragazzo a torso nudo che vedeva però - che diamine! - uomini così si vedevano solo nei film e nemmeno poi tanto spesso.

« Mi avete fatto prendere un colpo », borbottò lui, voltandosi per riporre il coltello. Per un momento Frank ebbe la visione della sua larga schiena ancora bagnata e non poté fare a meno di boccheggiare. Ma allora esistevano davvero, uomini del genere!

« Avete riposato? ».

Frank si schiarì la gola, cercando di darsi un tono, e ripose la Statua della Libertà. « Quanto ho dormito? ».

« Meno di quanto mi aspettavo », rispose lui, trafficando con qualcosa in bagno, « Non è ancora il tramonto », aggiunse, prima di sbottare in un'imprecazione in spagnolo.

« Che c'è? ».

« Il rasoio. Non taglia », sbuffò e si sporse sulla porta quel tanto che bastava per mostrarle un piccolo rasoio usa e getta, « L'ho comprato dieci minuti fa allo spaccio del motel, eppure non taglia ».

Frank fece spallucce. « Sarà difettoso », azzardò, « E comunque non mi sembra il principale dei nostri problemi, in questo momento ».

« Parlate per voi », borbottò lui, uscendo dal bagno ancora avvolto nell'asciugamano. Si grattò la barba di un paio di giorni come se gli prudesse. « Al momento, il rasoio mi serve proprio ».

« E a me serve un massaggio e una delle fantastiche cioccolate di Loki, ma dovrò aspettare », ribatté lei, « Dov'è la reliquia? ».

Leònidas andò all'unica sedia della stanza, sulla quale aveva gettato i suoi jeans, frugò in una tasca e ne trasse il piccolo dischetto di metallo che le lanciò dopo avergli dato una rapida occhiata. « Ancora non capisco cosa ci trovino tutti di tanto... importante », commentò, piantandosi i pugni sui fianchi nudi e restando lì, seminudo e bellissimo, a gocciolare in mezzo alla stanza, per sommo sconcerto di Frank.

Iniziava a pensare che lui stesse facendo apposta.

« Non capisco nemmeno io », disse, forse un po' troppo in fretta, cercando di concentrarsi unicamente sul misterioso oggetto, « Ma forse conosco chi può darci una mano... ».

Balzò in piedi: che idea! Come mai non ci aveva pensato prima? Si sentì di colpo rinvigorita, come se sapere cosa fare le avesse ridato nuove forze.

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora