Capitolo 13

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« Altri quindici metri chiuso con quei due in macchina e sarei esploso! », sbottò Leònidas non appena Damastair richiuse la porta del motel alle loro spalle. « Potevamo prendere due camere, Dios mío! ».

« Non dovresti essere troppo duro con loro », sussurrò il belfagor, alzando il cappuccio dell'ampio mantello per nascondere il suo viso da rettile, « Hanno avuto una vita molto difficile ». Dacché Frank se n'era andata, il demone aveva preso l'abitudine di parlare in spagnolo, quando era solo col venezuelano. In un primo momento Leònidas era rimasto sorpreso dal fatto che il belfagor conoscesse la sua lingua, ma poi Damastair gli aveva rivelato di conoscere praticamente ogni lingua esistente. « È uno dei privilegi dati dall'essere un demone della conoscenza », gli aveva detto sorridendo.

« Questo non lo metto in dubbio, amigo, ma... insomma! Un po' di spina dorsale! Il ragazzino non fa che piangere ogni volta che lo guardi! Non credo che sua sorella se la sia passata meglio, eppure è tutta di un'altra pasta ».

Damastair fece spallucce. « Le persone non sono tutte uguali, amigo... », calcò bene, « ... e gli umani lo sono ancora meno rispetto agli altri ».

Si incamminarono in silenzio in una via buia e stretta fra due alti palazzi. New York forse non dormiva mai, ma lì la vita dopo il tramonto sembrava paralizzarsi. Erano in un quartiere sporco, povero, probabilmente con un tasso di criminalità che avrebbe fatto venire la pelle d'oca anche a Jack lo Squartatore, ed avevano preso in affitto una stanza in un motel da cui persino gli scarafaggi si tenevano alla larga.

Damastair sembrava conoscere ogni tombino, ogni scala antincendio, ogni bidone della spazzatura come se avesse vissuto tutta la sua vita in quei vicoli ingombri di fogli di carta svolazzanti, cartoni pieni d'immondizia e barboni riversi fra scatoloni rotti. Del vapore usciva dalle grate dei chiusini, dando a quelle strade un aspetto apocalittico, nemmeno facessero parte della scenografia di Blade Runner.

« Bel film », commentò ad alta voce Damastair.

Leònidas imprecò. « Non puoi proprio evitare di leggermi nella mente, eh? ».

« No, mi dispiace. Quando i pensieri sono così coscienti ed in superficie, è del tutto naturale che io li senta, non posso impedirmelo, non più di quanto tu possa impedirti di sentire delle persone che chiacchierano a meno di un metro da te ».

« Mi dai sui nervi », borbottò il venezuelano.

« Mi dispiace », ripeté Damastair, senza nemmeno più farci caso. In quegli ultimi giorni, non aveva fatto altro che scusarsi. Sapeva che Leònidas non lo odiava, anzi lo trovava piuttosto simpatico, ma a differenza di Frank lui aveva delle cose da nascondere e - soprattutto - non era in grado d'abituarsi all'idea di qualcuno che gli leggesse nella mente. Era un guerriero, dopotutto, ed aveva vissuto tutta la sua vita combattendo: sapere che qualcuno poteva prevedere ogni sua singola mossa era più di quanto non fosse in grado di sopportare.

Ultimamente aveva imparato a tacere, fingendo di non aver colto pensieri che invece decantava benissimo. Come in quel momento, quando si morse la lingua per impedirsi di rassicurarlo sulla salute di Frank. Pensava spesso alla ragazza, Leònidas, e sempre con preoccupazione. Non si fidava dell'arioch e non si fidava a lasciarla sola, senza contare che stava iniziando ad affezionarsi, a quella specie di terremoto. Damastair ne era contento: nessuno più di Leònidas aveva bisogno di affezionarsi a qualcuno. Quando lui e Frank si erano lasciati così male, per un momento si era davvero preoccupato, temendo che con quel gelido sissignora il chico caliente avesse completamente sbriciolato quello ch'era nato fra i due, ma per fortuna non era stato così. Quando l'aveva preso da parte e gli aveva spiegato ciò che aveva decantato in Frank, il suo senso d'urgenza, l'evidenza di non poter fare diversamente e soprattutto il dolore che aveva provato nel lasciarlo, Leònidas si era subito risollevato. Aveva persino sorriso, fatto che agli occhi del belfagor era parso quasi miracoloso.

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora