Capitolo 11

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Frank dispose le candele tutto intorno a lei, mentre Damastair la osservava con sguardo scettico. « Non mi piace. Non l'hai mai fatto prima ».

Lei non perse tempo a negare, perché tanto il demone non si sarebbe lasciato incantare. Erano nella cantina di Notkar, una cantina occupata per tre quarti da rastrelliere di armi, e avevano lasciato gli altri profondamente addormentati nei loro letti. Damastair, che poteva muoversi senza fare rumore, aveva controllato che anche Leònidas dormisse davvero, dopo che Frank glielo aveva chiesto col pensiero. I due gemelli erano crollati pochi minuti dopo essersi sdraiati, ma il chico si era fatto attendere.

Quando finalmente avevano avuto il campo libero, erano scesi dabbasso ed avevano iniziato a prepararsi per il rituale.

« Invocare i morti è già una brutta cosa, Frank, ma invocare i vivi... », scrollò il capo, « È molto pericoloso ».

« Lo so ».

« Tu non sei un'Evocatrice. Potrebbe ucciderti ».

« Lo so! », quasi strillò Frank, fissando intensamente il belfagor negli occhi, « Ma leggi dentro di me, Damastair, e prova un po' a vedere se esiste qualcosa al mondo che tu possa dire per convincermi a non farlo ».

Il demone sospirò.

« Appunto », annuì lei, « Quindi, o te ne vai continuando a borbottare, oppure mi dai una mano, che così magari non ci rimetto le penne ».

Damastair alzò gli occhi al cielo, poi si chinò sul pavimento e spinse un po' più avanti una candela non perfettamente allineata. Si inginocchiò a gambe incrociate di fronte a lei, muovendosi come se non vi fosse che acqua, sotto i suoi lunghi abiti. Allungò le mani dalle dita lunghe e sottili, inumane, e Frank non esitò a stringergliele.

« Io non posso fare altro, per te, che rimanere qui e controllare che tu non muoia », le ricordò lui.

Frank forzò un sorriso. « Beh, è già qualcosa », poi sciolse le spalle ed inspirò profondamente. Damastair aveva ragione: lei non era un'Evocatrice, non poteva impunemente giocare con le anime dei morti e dei vivi. Se non stava più che attenta, ci sarebbe stato un prezzo da pagare. Un prezzo altissimo. Per di più, non aveva mai provato a fare niente del genere da sola, senza la guida e l'aiuto della nonna, ma non aveva altra scelta. Doveva scoprire se Jack era ancora viva, doveva parlarle, doveva sapere. Espirò ed inspirò di nuovo, chiudendo gli occhi e stringendo più forte le mani di Damastair.

Sapeva esattamente che cosa fare... in teoria. Solo che raramente la teoria aiuta, nella pratica: è un po' come andare in bicicletta. Possono dirti un milione di volte che basta pedalare per stare dritti, ma quando ti metti sul sellino cadi almeno una dozzina di volte, prima di capire come funziona. L'unica differenza era che Frank non aveva una dozzina di tentativi a disposizione: se falliva al primo, era morta.

Okay, si disse, doveva raccogliere il suo potere. Si era abbuffata, prima di mettere a letto i gemelli, quindi aveva recuperato le energie che aveva perso con la preghiera di liberazione usata contro Serafim. Inspirò ed espirò.

Sentiva il suo corpo diventare sempre più caldo e sempre più attento, come se il mondo fosse rallentato ed amplificato. Udiva ogni minimo rumore, dai passi delle formiche al battito del cuore di Damastair, e percepiva ogni odore, ogni movimento, ogni goccia di luce nel buio. Si concentrò ancora di più. Sapeva di non essere particolarmente potente e di sicuro non era nemmeno vagamente paragonabile a sua nonna, ma le era stato insegnato come raccogliere tutte le sue energie e in quello, almeno, era brava.

Inspirò ed espirò e sentì il suo corpo ardere come se stesse per andare a fuoco. Il sangue che le scorreva nelle vene sembrava alcool puro e lei riusciva quasi a seguirne il corso, vena per vena, arteria per arteria, e percepire ogni singola sua cellula nutrirsi di ossigeno e respirare e produrre energia. Per ogni muscolo che muoveva, una scarica elettrica la percorreva tutta ed era intensamente consapevole di ogni fascia, di ogni fibra muscolare, come se potesse comandarle una ad una.

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora