Separarsi da Leònidas fu più difficile del previsto, e non solo perché ormai Frank si era abituata ad averlo al fianco, ma anche perché il chico caliente non aveva nessunissima intenzione di lasciarla andare da sola. Ripeté per più di mezzora che sarebbe venuto con lei, finché Frank non perse del tutto la pazienza e gli ricordò che lui stava lavorando per lei, quindi doveva fare quello che gli diceva e zitto e muto.
L'espressione ferita di Leònidas fu qualcosa che la devastò nel profondo: avrebbe fatto di tutto pur di potersi rimangiare ogni sillaba o anche solo per avere il modo e il tempo di spiegargli d'aver detto simili stupidaggini solo per convincerlo, ma non aveva né tempo né modo. Perciò ricacciò in gola le lacrime e sopportò il sissignora grondante disprezzo che lui le rovesciò addosso. Frank si affrettò a voltarsi per nascondergli gli occhi lucidi: l'aveva offeso, e non aveva voluto - Dio solo sapeva che non aveva voluto! - ma purtroppo non aveva avuto altro modo di convincerlo a fare quello che andava fatto. Dovevano separarsi, che gli piacesse o meno, e lei si era limitata ad obbligarlo a piegarsi all'evidenza.
Brutalmente, quello sì, ma non c'era il tempo d'essere diplomatici ad oltranza.
Non ti preoccupare: gli spiegherò io ogni cosa quando si sarà calmato, la raggiunse la voce di Damastair, che era in corridoio a cercare di convincere Tristan ad uscire dal bagno, dove si era chiuso piangendo da un quarto d'ora.
Grazie, sorrise tristemente lei, devo andare. State attenti.
Non ti preoccupare.
Con un sospiro, Frank uscì dalla casa, scoprendo Kainus languidamente appoggiato contro il cofano della jeep, braccia conserte e sguardo perso verso il cielo. I lunghi capelli lisci e neri gli ricadevano sulle spalle fino a metà del petto, dandogli un aspetto quasi magico. Sembrava un elfo o una fata delle favole, una creatura magnifica ma allo stesso inquietante proprio perché non del tutto umana. Era bello in maniera dolorosa.
« Va bene, Casanova, sono pronta », lo richiamò lei.
L'arioch sbatté le palpebre, come uscendo da una tranche, e voltò verso di lei i suoi calmi occhi ambrati. « Finalmente ».
Roteando gli occhi, Frank si sedette al posto di guida e fece partire il motore con un rombo sonoro. Avevano deciso che lei avrebbe preso la jeep e che Leònidas avrebbe affittato un'auto in città coi soldi che avevano trovato in casa di Notkar.
Quando il demone scivolò elegantemente sul sedile passeggero al suo fianco, per un momento Frank fu disperatamente cosciente della sua vicinanza, del suo profumo di pino, pioggia e sangue - che in qualche modo riusciva ad essere piacevole ed inebriante, come una birra troppo forte - e della forza nascosta sotto i suoi abiti a metà fra l'ottocentesco e il fantasy, nel più puro stile demoniaco.
« Ma io che ho fatto di male? », commentò scuotendo desolata il capo, mentre pigiava sull'acceleratore. La ghiaia schizzò sotto le ruote della jeep e l'auto partì di scatto. Se non fosse stato per il navigatore satellitare incorporato nel cruscotto, Frank dubitava che sarebbe mai giunta anche solo in fondo al vialetto. Così invece tutto era così semplice da essere quasi noioso: le veniva voglia di progettare di perdersi solo per rendere il viaggio un tantino più emozionante. Kainus non apriva bocca e ben presto persino rimanere scioccata dalla sua bellezza mozzafiato divenne "normale".
« Non sei di gran compagnia », gli fece notare Frank, quando quella sera si fermarono a fare rifornimento e a mangiare un boccone. L'idea era di guidare anche tutta la notte, ma non a pancia vuota, e che cavolo!
Kainus sedeva dall'altra parte del tavolino del locale, fissandola calmo ed impassibile mentre lei divorava un cheeseburger decisamente troppo poco cotto e non rispose nulla.
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NIGHTERS - La Guardiana
ParanormalFrank non è una ragazza come tante. E' una Guardiana, uno sceriffo del soprannaturale, come sua nonna prima di lei. E quando si ritrova tra le mani una misteriosa reliquia che tutti sembrano volere, dovrà improvvisamente imparare di chi fidarsi. Tra...