Capitolo 20

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« Una chiesa dedicata alla Madonna ... sì, è possibile », commentò il belfagor il mattino seguente quando - seduti di fronte ad un buon caffè - si ritrovarono per colazione. La locanda era tranquilla e loro erano soli nel sala da pranzo decorata coi trofei di caccia del padrone: volpi, fagiani, caprioli e persino un cinghiale.

Elathan sbadigliava e guardava fuori dalla finestra, scalpitando per correre di nuovo a giocare nei boschi. A quanto pareva, il giorno prima aveva scoperto una tana scavata fra le radici di un grosso albero e adesso voleva accertarsi che non vi fossero dei cuccioli di volpe. Kate era preoccupata che qualcuno potesse vederlo, ma il bambino sembrava così entusiasta e felice che sarebbe stato un vero e proprio crimine impedirgli di andare. « Tu prima devi finire la tua colazione, figlio mio », cedette alla fine la sirena.

Il mezzo-demone trangugiò il suo cappuccino in un sorso, si cacciò in bocca un cornetto intero e schizzò fuori salutando tutti con un rapido cenno della mano. Pochi secondi dopo era già sparito lungo il sentiero che conduceva in aperta campagna e quindi al bosco tranquillo.

« Sì, ma quale? », riprese il discorso Frank, « Ci saranno migliaia di chiese dedicate alla Madonna soltanto in Italia! ».

« Senza contare che potrebbe trattarsi di una chiesa che esisteva ai tempi di Matilde, ma che ora non c'è più. Come il castello », osservò Cassandra. Era pallida e sembrava reduce da una brutta malattia: aveva occhiaie profonde sotto gli occhi e sembrava affaticata persino dallo sforzo di restare seduta. La notte di sonno - che invece aveva rinfrancato completamente Frank - non le aveva giovato affatto.

« Devi mangiare. Devi recuperare le forze », le disse Frank, allungandole un altro cornetto al cioccolato.

Cassy le sorrise.

« Qual è la chiesa della Madonna più famosa al mondo? », fece Leònidas.

Damastair ci rifletté solo un istante. « Nôtre Dame, a Parigi, ma ai tempi di Matilde di Canossa non esisteva ancora ».

« Okay, forse allora si tratta di una chiesa qui in zona ... a chi possiamo chiedere? A Lorenzo del Ponte? », fece Frank.

Leònidas scosse il capo. « Non credo ci aprirà mai più la porta ».

Damastair annuì. « Sì, era molto scocciato. Non vuole essere coinvolto in certe cose: anche solo per convincerlo ad accompagnarci al castello ho dovuto fargli il nome di Janis, ma non credo che funzionerebbe ancora, come trucchetto ».

« Ma non è un trucchetto! », protestò Frank.

Il demone si limitò a scrollare le spalle.

Frank sospirò. « E va bene, allora ci serve un computer ».

Cassandra scosse il capo, pensierosa. « Sapete, sto pensando ... e se non si trattasse di una chiesa? ».

« Cosa intendi dire? », aggrottò la fronte Frank.

« Beh... non c'è stato alcun accenno ad una chiesa. Solo ad una madre ».

« Alla Madonna, per la precisione », puntualizzò Frank.

« No. Mai alla Madonna: sempre ad una madre ».

« Sì, alla madre di tutti i viventi, ossia alla Madonna ... erano spezzoni di preghiere, ricordi? ».

« Ma non ha mai pronunciato il nome di Maria: non sarebbe stato più semplice? Quante volte Matilde avrà recitato l'Ave Maria? Non avrebbe potuto usare quelle scene? Ma non l'ha fatto: ha usato spezzoni di frasi in cui si parlava di una madre più generica, una madre di tutti i viventi ... ebbene, non concentriamoci sul fatto che Matilde fosse profondamente cristiana: concentriamoci sul fatto che era una Guardiana. Se ad una Guardiana parli della madre di tutti i viventi, a cosa pensa per prima cosa? ».

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora