Capitolo 17

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Lo squillo del telefono riecheggiò come il rombo di un cannone nella casa silenziosa. Leònidas balzò in piedi, allarmato, e si guardò attorno come se si aspettasse di essere sotto l'attacco di un centinaio di vampiri: non appena si rese conto che niente si muoveva, nel salotto di Jack illuminato dalla chiara luce del mattino, si passò una mano sul viso stanco ed andò in cerca del cellulare che continuava a squillare. Lo trovò attaccato ad un caricatore in cucina: vibrava ed il display riportava il nome di una certa Meg.

« Pronto », esclamò raccogliendo la telefonata.

Dall'altra parte ci fu un rapido silenzio confuso.

« Mi scusi... cercavo la signora Delacroix ».

« Non saprei. Credo che questo sia il telefono di Jack ».

« Appunto! Jack... Jacqueline Delacroix », insistette la donna all'altro capo del telefono.

« E voi chi siete? ».

« Mi chiamo Meg ».

« Meg? ».

« Passamela ». Leònidas si voltò di scatto: Frank era ritta sulla soglia della cucina, avvolta in una coperta e con la mano tesa verso di lui. « Passamela, è la fidanzata di Loki ».

Leònidas le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, chinandosi verso di lei per guardarla negli occhi. « State bene? ».

Frank abbassò il viso. « Passamela », si limitò a ripetere. Non voleva che lui la guardasse o che la confortasse o che le chiedesse come stava. « Passamela ».

Leònidas le diede il telefono.

« Ciao Meg, sono Frank ».

Meg sussultò, trattenendo il fiato come se si stesse sforzando di non far tremare la sua voce. « Ciao Frank ».

« Ho parlato con Taras. Io... Dio, Meg, quanto mi dispiace », e scoppiò in lacrime, lasciandosi scivolare contro la parete della cucina. Anche Meg iniziò a piangere e per un po' le due ragazze non fecero altro, sconfitte dal loro dolore per la perdita di Loki. Il buon nethunshiel per Frank era stato il più caro degli amici, il rifugio dove correre a nascondersi quando sua madre la sferzava su un tasto dolente, quando la nonna si incaponiva nel non capire che lei aveva solo diciotto anni ed una vita che voleva vivere o quando la professoressa Stones le affibbiava un tre cui non sapeva come sarebbe riuscita a rimediare. Loki l'aveva confortata e rassicurata Dio solo sapeva quante volte, versandole quella sua densa cioccolata calda che pareva risolvere miracolosamente ogni problema di questo mondo, dandole pochi e ponderati consigli e ripetendole buffe barzellette che la facevano ridere e pensare ad altro almeno per un po'. Ed ora Loki era morto, morto per aiutare lei e la nonna, e sebbene non avesse ancora avuto il tempo di pensarci, Frank sapeva bene che non si sarebbe mai perdonata per questo, nemmeno se fosse campata mille anni.

Finalmente, dopo quelle che parvero ore di pianto disperato, Meg tirò su col naso e disse a Frank che dovevano parlare.

« Dimmi », cercò di farsi coraggio lei.

« Sono stata al rifugio di Lucas ».

« Lucas è morto », osservò Frank, un po' stordita. Meg dai vampiri? Che diamine era quella storia?

« E non è il solo. Non ho trovato nient'altro che cenere, quando sono arrivata là », continuò Meg.

« Morti? Tutti? ».

« Più del solito, dal primo all'ultimo », confermò Meg con una voce dura che non era la sua. Frank ne fu ferita: che fine aveva fatto la piccola, dolce ed innocente Meg? La fidanzata di Loki era una ragazza gentile, che insegnava catechismo alla scuola parrocchiale della domenica e dirigeva raccolte di beneficenza per i gattini abbandonati, che pregava tutte le sere, chiudeva gli occhi durante le scene più paurose dei film dell'orrore e che non guidava mai sopra il limite di velocità. Se non fosse stata anche l'innamoratissima fidanzata di un nethunshiel, Frank non avrebbe mai sospettato che non solo fosse capace di vedere, ma che addirittura era una lupa mannara. Non faceva parte di nessun branco, odiava cordialmente Barnabas ed aveva una vita ordinaria e normale, evitando di trasformarsi a meno che non fosse assolutamente necessario. Frank glielo aveva visto fare una sola volta: diventava una piccola lupa graziosa, col pelo bianco lucido e setoso e zanne nemmeno troppo spaventose. Non avrebbe mai fatto male nemmeno ad una mosca, Meg, ed era assurdo pensare che si fosse infilata in una covo di vampiri sola ed indifesa. E per cosa, poi? Per cercare aiuto nella vendetta di Loki? La sola idea era assurda, e Frank non aveva nessuna intenzione d'ammettere - nemmeno con sé stessa - che era anche l'unica spiegazione possibile.

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora