Capitolo 22

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L'Africa, come ubicazione, presentava in sé una difficoltà: era proibitivamente vasta.

« Cerchiamo di ragionare, va bene? », iniziò Frank. Avevano raggiunto un minuscolo villaggio - camminando per quasi tre ore lungo la strada asfaltata dove Anna era atterrata - ed ora sedevano in un piccolo caffè a sorseggiare un tè fortemente speziato. Damastair ed Elathan non avevano ancora insospettito nessuno, forse perché s'erano coperti il volto con un cappuccio, forse perché bastava che non attirassero l'attenzione perché la gente normale - i blindlight, ossia gli umani senza dono - non facesse caso a loro, o forse perché Kate aveva ripreso a canticchiare a bocca chiusa per coprire la loro presenza. A Frank non importava: le bastava che nessuno si fosse ancora messo a gridare che c'era un mostro e che una folla inferocita non li avesse circondati brandendo torce e forconi. Era troppo stanca e troppo concentrata per pensare al resto.

« Facciamo il punto della situazione », suggerì Cassy. Si era completamente ripresa e sembrava che l'unico ricordo di quella terribile esperienza sarebbero state due leggere cicatrici che le segnavano lo stomaco.

« Va bene... allora, abbiamo la reliquia, che avrebbe dovuto essere una chiave per aprire una porta che si trovava a Canossa. Solo che a Canossa di porte non ce n'erano più, perché il castello è stato completamente raso al suolo. Comunque ci siamo arrangiati, perché siamo riusciti ad evocare l'immagine di Matilde di Canossa e lei ci ha detto - alla sua maniera - che la Spada di San Michele si trova in Africa. Il che è perfettamente logico e in linea con la leggenda, che diceva che Matilde nascose la spada nel luogo dal quale provengono i demoni: ebbene, i demoni - proprio come ogni altro essere vivente - vengono dal luogo dove è nata la vita, tutta la vita, ovvero l'Africa. E qui sta il problema... », sospirò Frank, « ... che sarebbe che "Africa" è un punto di partenza leggermente troppo vago per poter dare il via ad una ricerca a tappeto. Ho dimenticato niente? ».

« Janis e Serafim, e quell'essere che ha posseduto prima Kainus e poi Summer », disse Damastair.

« Non sei riuscito a capire di cosa si trattava? ».

Il belfagor scosse il capo. « No. Io percepivo solo Summer, esattamente come in Kainus percepivo solamente Kainus. Di qualunque cosa si tratti, è terribilmente potente ».

« Prima non c'era », intervenne Cassandra.

« Cosa vuoi dire? », chiese Frank.

« Prima non c'era. Se fosse stato in Summer, prima, l'avrei sentito: ha un contrabbasso troppo stridente. Ma non c'era, te lo garantisco. Deve esserci entrato mentre era da Rouge ».

Il ricordo della Guardiana francese fece storcere la bocca a Frank: chissà come stava? Era preoccupata, ma aveva perso il foglietto col suo numero di telefono e non sapeva come contattarla.

« Pensate che siano legati? Janis, Serafim e l'essere che ha posseduto Summer, intendo? », domandò Leònidas.

« Janis e Serafim sono nemici e l'essere che ha posseduto Summer e Kainus sembra lavorare per Serafim, almeno così mi ha detto quando mi ha chiamato, dopo che Cassandra aveva esorcizzato Kainus ».

« O forse è Serafim che lavora per quell'essere », azzardò Cassandra, « Mi sembra un po' troppo potente per lavorare per chicchessia... e comunque vogliamo smetterla di chiamarlo l'essere che ha posseduto Summer e Kainus? È un po' scomodo ».

Frank alzò gli occhi al cielo. « E come vorresti chiamarlo, di grazia? ».

Cassy ci pensò un po' su. « Bob ».

NIGHTERS - La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora