Sospirai per l'ennesima volta, avevo sempre avuto paura del buio. I miei genitori mi dicevano sempre che era dovuta a un trauma infantile ma a me non importava, una paura è una paura e basta, se a provocarla è stata qualcosa nella mia infanzia non me ne curo, piuttosto mi interessa che adesso mi blocca e non mi fa pensare lucidamente.
-''Libero, possiamo passare da qua''
Raggiunsi Vittorio davanti all'entrata del Mini Market e varcata la soglia illuminammo con le torce i due lati opposti.
Avevo passato dentro quel negozio intere giornate ma adesso illuminato solo dalle torce tremolanti dei telefoni e avvolto nel silenzio assumeva tutt'altro aspetto. Fottutamente inquietante.
-''Prendiamo dei borsoni.''
Come ricordavo accostati al muro del lungo corridoio alla nostra destra c'erano gli scaffali contenenti zaini e borsoni. Agguantai uno dei più grossi e lo lanciai a Vittorio che lo prese con agilità mentre un altro lo misi in spalla, sarebbe stato più comodo viaggiare così.
-''Come procediamo?''
Vittorio si passò una mano tra i capelli e posò i suoi occhi scuri su di me in attesa di risposta. Tra noi c'era sempre stata quell'intesa così come con tutti i nostri amici. Facendo parte della stessa squadra di calcio ed essendo io il capitano spesso anche nella vita fuori dal gioco venivano chieste a me le strategie per agire.
-''Credo sia meglio procurarci subito le armi, il reparto che potrebbe servirci è qui vicino e almeno non siamo totalmente scoperti''
Mantenevamo entrambi il tono di voce basso, da quel poco che eravamo riusciti a capire gli zombie ci seguivano tramite udito e non potevano vederci.
Destra, sinistra, corridoio centrale. Trovato! Reparto bricolage ed edilizia.
Illuminammo con la torcia gli scaffali e selezionammo gli attrezzi più pratici da utilizzare e potenzialmente più letali, anche se dopo che Gabriele aveva utilizzato quell'ombrello tutto ai miei occhi sembrava letale.
Due grossi martelli e un po di picconi, cacciaviti di grossa portata e due paia di cesoie. Presi un bel numero di torce e prendendo quelle che si indossano sul capo ne passai una a Vittorio e l'altra la indossai.
-''Ale passami uno dei cacciaviti inglesi piccoli, ho un idea''
Passai a Vittorio ciò che mi aveva chiesto e nel frattempo posai i cellulari all'interno della tasca del mio borsone. La luce della torcia che avevo in testa era abbastanza potente e avere le mani libere aiutava.
-''Guarda che figata!''
Spostai l'attenzione su Vittorio, aveva svitato le cesoie e creato due grosse lame separate che teneva comodamente in entrambe le mani aiutato dai manici. Il ragazzo mimò una mossa contro il vuoto provocandomi una risata che dovetti trattenere.
-''Bella idea amico!''
-''Le ho fatte anche a te, sono più pratiche e così non ci scivola di mano, porto io gli attrezzi così tu poi pensi al cibo.''
Vittorio accese la sua torcia e si caricò in spalla il borsone che ad ogni passo tintinnava. Se io potevo contare su gambe resistenti e velocità Vittorio poteva sicuramente basarsi sulla forza delle sue braccia e delle sue spalle. Ruolo in campo? Portiere. Vista infallibile e riflessi pronti, tutto quello che sarebbe servito ad un ottimo combattente.
Raggiungemmo il reparto alimentari con armi in mano e cuore martellante. Durante il tragitto ci era capitato di sentire qualche oggetto cadere, spesso bambole che provocano suoni inquietanti e capaci di provocare i brividi anche ad uno temerario come il mio amico.
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Infection #Wattys2016
Teen Fiction13 adolescenti catapultati in una realtà che credevano possibile sono nei film o nei videogiochi che tanto amavano. Una corsa contro il tempo per salvare le loro famiglie ma soprattutto alla ricerca di una spiegazione. Come era possibile che uomini...