2. Alessandro

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Sospirai per l'ennesima volta, avevo sempre avuto paura del buio. I miei genitori mi dicevano sempre che era dovuta a un trauma infantile ma a me non importava, una paura è una paura e basta, se a provocarla è stata qualcosa nella mia infanzia non me ne curo, piuttosto mi interessa che adesso mi blocca e non mi fa pensare lucidamente.

-''Libero, possiamo passare da qua''

Raggiunsi Vittorio davanti all'entrata del Mini Market e varcata la soglia illuminammo con le torce i due lati opposti.

Avevo passato dentro quel negozio intere giornate ma adesso illuminato solo dalle torce tremolanti dei telefoni e avvolto nel silenzio assumeva tutt'altro aspetto. Fottutamente inquietante.

-''Prendiamo dei borsoni.''

Come ricordavo accostati al muro del lungo corridoio alla nostra destra c'erano gli scaffali contenenti zaini e borsoni. Agguantai uno dei più grossi e lo lanciai a Vittorio che lo prese con agilità mentre un altro lo misi in spalla, sarebbe stato più comodo viaggiare così.

-''Come procediamo?''

Vittorio si passò una mano tra i capelli e posò i suoi occhi scuri su di me in attesa di risposta. Tra noi c'era sempre stata quell'intesa così come con tutti i nostri amici. Facendo parte della stessa squadra di calcio ed essendo io il capitano spesso anche nella vita fuori dal gioco venivano chieste a me le strategie per agire.

-''Credo sia meglio procurarci subito le armi, il reparto che potrebbe servirci è qui vicino e almeno non siamo totalmente scoperti''

Mantenevamo entrambi il tono di voce basso, da quel poco che eravamo riusciti a capire gli zombie ci seguivano tramite udito e non potevano vederci.

Destra, sinistra, corridoio centrale. Trovato! Reparto bricolage ed edilizia.

Illuminammo con la torcia gli scaffali e selezionammo gli attrezzi più pratici da utilizzare e potenzialmente più letali, anche se dopo che Gabriele aveva utilizzato quell'ombrello tutto ai miei occhi sembrava letale.

Due grossi martelli e un po di picconi, cacciaviti di grossa portata e due paia di cesoie. Presi un bel numero di torce e prendendo quelle che si indossano sul capo ne passai una a Vittorio e l'altra la indossai.

-''Ale passami uno dei cacciaviti inglesi piccoli, ho un idea''

Passai a Vittorio ciò che mi aveva chiesto e nel frattempo posai i cellulari all'interno della tasca del mio borsone. La luce della torcia che avevo in testa era abbastanza potente e avere le mani libere aiutava.

-''Guarda che figata!''

Spostai l'attenzione su Vittorio, aveva svitato le cesoie e creato due grosse lame separate che teneva comodamente in entrambe le mani aiutato dai manici. Il ragazzo mimò una mossa contro il vuoto provocandomi una risata che dovetti trattenere.

-''Bella idea amico!''

-''Le ho fatte anche a te, sono più pratiche e così non ci scivola di mano, porto io gli attrezzi così tu poi pensi al cibo.''

Vittorio accese la sua torcia e si caricò in spalla il borsone che ad ogni passo tintinnava. Se io potevo contare su gambe resistenti e velocità Vittorio poteva sicuramente basarsi sulla forza delle sue braccia e delle sue spalle. Ruolo in campo? Portiere. Vista infallibile e riflessi pronti, tutto quello che sarebbe servito ad un ottimo combattente.

Raggiungemmo il reparto alimentari con armi in mano e cuore martellante. Durante il tragitto ci era capitato di sentire qualche oggetto cadere, spesso bambole che provocano suoni inquietanti e capaci di provocare i brividi anche ad uno temerario come il mio amico.

Infection #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora