17. Giuliana

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Il sole caldo entrava dalla porta aperta della cucina che dava sull'esterno mostrando il piccolo orto e gli alberi di arancie e limoni, quei raggi luminosi rendevano il paesaggio ancora più meraviglioso anche se l'afa provocata dallo scirocco non era per nulla piacevole.

Nonostante fossimo ancora al 5 Marzo e la notte appena trascorsa fosse stata parecchio fredda, l'aria calda e delle 11:15 era in grado di farmi dimenticare quel freddo pungente e di farmi assaporare i primi assaggi d'estate.

Aprì uno degli sportelli e presi il frullino, io e Carlotta eravamo le uniche ad esserci svegliate a quell'orario e mentre io mi ero incaricata di preparare il pranzo lei se la spassava immersa in una vasca d'acqua bollente.

Il villino di Giorgia non era molto arredato, c'era l'essenziale per poter far stare comodi noi che durante i periodi di vacanza lo abitavamo, ma il secondo piano era stato arredato per poter essere affittato quindi era dotato di ogni comodità, tra cui una grande vasca a cui la mia migliore amica aveva messo subito gli occhi addosso.

Presi la ciotola con il basilico che avevo appena raccolto dalla piantina e la svuotai all'interno del frullino, se c'era qualcosa che ero in grado di far bene in cucina era proprio il pesto alla bolognese! Aggiunsi pinoli e olio e feci partire il frullino senza curarmi del rumore, conoscevo abbastanza bene i miei amici per sapere che ci sarebbe voluto molto di più per svegliarli.

Da quello che avevo capito i ragazzi si erano alternati per fare i turni di guardia dato la porta-finestra rotta quindi dovevano essere parecchio stanchi e di conseguenza non li avrei visti in giro prima delle 13:00, o almeno questo speravo.

Mi tolsi la felpa che avevo messo rimanendo in t-shirt, quei vestiti facevano parte della grande catasta che avevamo ''preso in prestito'' dai vari negozi ed anche se non conoscevo per nulla i ''Kiss'' la magliettina era davvero carina e, fortunatamente, molto leggera.

Spensi il frullino, spostai il pesto in un barattolo vuoto che avevo lavato poco prima e cominciai a sistemare il piano da lavoro. Ad occhio e croce un chilo e mezzo di pasta sarebbe andato bene e in dispensa avevo trovato cinque pacchi di spaghetti da un chilo l'uno, teoricamente avrei dovuto farne di più conoscendo l'appetito inumano dei ragazzi, ma se avessero avuto fame si sarebbero accontentati del cous-cous che c'era in frigo, dovevamo dosare bene le risorse se volevamo sopravvivere.

Presi un pentolone, lo rimepì d'acqua e lo misi al bollire, già assaporavo quel bel piatto fumanete di spaghetti, avevamo passato giorni a divorare merendine e certe volte arrivavo a pensare che non avremmo mai più fatto un pasto decente, sarebbe stata una tragedia!

Un rumore mi fece rabbrividire, ero voltata verso la porta che dava sul fuori dato che ero ancora vicino al lavandino e quel suono proveniva esattamente dall'altra porta, alle mie spalle. Afferrai un coltello e mi girai lentamente, nel peggiore dei casi sarei potuta scappare dell'altro lato.

-''Buongiorno anche a te!''

Se non fossi stata così spaventata probabilmente mi sarei messa a ridere, Gabriele mi guardava con un espressione esilarante e sembrava timoroso nei miei confronti, era fermo sulla soglia come se aspettasse il mio permesso per mettere piede in cucina.

-''Che devo dirti? Mi hai fatta spaventare!''

Appena posai il coltello lui entrò ridacchiando, in fondo avevo ucciso dei morti dalla forza incredibile ero stata davvero una stupida a preoccuparmi di alcuni semplicissimi rumori.

-''Non pensavo di trovare qualcuno sveglio a quest'ora. A proposito, cosa diavolo ci fai in cucina?''

-''Preparo il pranzo!''

-''M anon è nemmeno mezzogiorno!!''

Sta volta risi sul serio e lui preferì ignorarmi scrollando le spalle e spostando la sua attenzione sul frigo. Tornai anche io a fare ciò che stavo facendo, lo avrei perdonato per il fatto dia vermi ignorato semplicemente perchè stava cercando qualcosa da mangiare.

Infection #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora