Il pullman andava lento e il silenzio era quasi soffocante, era quasi mezzogiorno e alcuni di noi stavano già mangiando, io invece avevo lo stomaco chiuso.
Non avere più mia sorella sotto controllo mi demoralizzava e ogni tanto pensieri tutt'altro che ottimisti occupavano la mia mente; e se i soccorsi non li avessero aiutati? E se avessero finito le provviste? E se fossero stati attaccati?
-''Tenetevi!''
Dalila schiacciò l'acceleratore e dai movimenti del pullman capì che avevamo investito un gran numero di corpi, ormai faceva tutto parte di una monotona routine, credevo che niente mi avrebbe impressionato più, la quotidianità era diventata da un momento all'altro sanguinaria e violenta e l'unico modo per andare avanti era quello di abituarsi.
Erano passate un paio d'ore da quando avevamo abbandonato casa di Chiara e adesso ci muovevamo senza concludere nulla per poter raggiungere il centro della città.
Avevamo provato tutte le strade per raggiungere il quartiere di Carlotta ma non c'era stato verso e quando eravamo passati davanti casa mia ci eravamo resi conto che era inutile fermarsi, la mia abitazione era vuota, i miei, morti o vivi che fossero, non si trovavano di certo lì.
-''Anche qua chiuso, dovete scendere e spostare le transenne, potrei buttarle giù ma non vorrei combinare troppo casino.''
Mi alzai dal mio posto e guardai Dalila che aveva abbandonato il volante, spento il mezzo e si era posizionata davanti la bussola aperta con il fucile in pugno. Mi sgranchii le gambe e scesi poggiando i piedi sull'asfalto, il sole brillava alto e un piacevole calduccio rendeva bella la giornata.
I ragazzi mi raggiunsero e insieme cominciammo a spostare le transenne che bloccavano la nostra avanzata, il mio umore era a terra e neanche le battute che i ragazzi si scambiavano riuscivano a tirarmi su di morale, era come vivere in terza persona, vedere e capire tutto quello che accade senza però poterne fare parte.
Il rumore del metallo contro l'asfalto scandiva il tempo che passava e piano piano il sole cominciò a diventare insopportabile, possibile che fosse tutto così monotono, così privo di qualsiasi interesse?
-''Guai in vista!''
Dalila ci fece cenno di rientrare e noi ci guardammo intorno per cercare di capire da dove potessero provenire quei ''guai''. Ci trovavamo al centro di una grande strada a doppia corsia, alla nostra sinistra non c'era nulla mentre alla destra villini e viuzze potevano essere un pericolo.
Guardai meglio e i miei occhi furono catturati da un movimento, gli zombie uscivano da una via poco distante da noi e non sembravano essere molti, avevamo affrontato di peggio e non avevamo ancora finito di spostare le transenne, avevamo già perso tempo girovagando a vuoto non potevamo scappare e cercare un'altra strada.
-''Usate i fucili, noi finiamo di spostare queste''
La marocchina mi guardò di sottecchi ma poi annuì facendo segno a Carlotta e Toni di darle una mano, mi assicurai che avessero davvero la situazione sotto controllo e ripresi a fare ciò che avevo interrotto con più velocità.
Non so di preciso quando la situazione precipitò ma così fu, e forse ci eravamo sopravvalutati.
Nel giro di pochi secondi tutti coloro che erano rimasti sul pullman ci avevano affiancato per darci una mano, era come se fossero apparsi dal nulla ma da quello che sapevamo non erano in grado di fare una cosa del genere.
Oppure si? Il mondo era diventato talmente strano che non mi sarei stupito se quei mostri avessero capacità più sconvolgenti di quelle che già conosciamo.
-''Concentrati cazzo!''
La voce di Giuliana fu come un bagliore in tutto quel caos e ricominciai a vedere veramente quello che mi stava accadendo intorno, non ero più uno spettatore ma ero un protagonista attivo che doveva combattere per poter salvarsi.
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Infection #Wattys2016
Teen Fiction13 adolescenti catapultati in una realtà che credevano possibile sono nei film o nei videogiochi che tanto amavano. Una corsa contro il tempo per salvare le loro famiglie ma soprattutto alla ricerca di una spiegazione. Come era possibile che uomini...