24.Omar

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Quando mi svegliai il sole non era ancora sorto, cazzo, ed io che speravo di poter riposare almeno qualche ora in più rispetto al solito!

Mi alzai dal sedile e mi stiracchiai, sicuramente non sarei stato di un umore decente per le prossime tre ore quindi era un bene che tutti ancora dormissero, il mio umore quando non riposo può mettersi in competizione con quello di una donna mestruata, parecchio mestruata.

Presi il cellulare e cominciai a giocare nonostante il mal di testa, avevo parecchie ore prima di poter svegliare Giorgia e senza aver nessuno a cui rompere le palle mi sarei di sicuro annoiato.

Ed io odio la noia.

-''Sei peggio di un ghiro! Daii! E' la terza volta che ti chiamo!''

Aprii gli occhi con fatica e cercai di mettere a fuoco quello che stava succedendo intorno a me anche se l'unica cosa che riuscivo a vedere oltre la forte luce del sole era una massa scompigliata e gonfia di capelli chiari.

-''Finalmente! E il bello è che avevi paura che fossi io quella che non si sarebbe svegliata!''

Mi trattenni dal fare il terzo dito a Giorgia che mi guardava con superiorità e biascicai un buongiorno, dovevo essermi addormentato mentre cercavo di non annoiarmi. Meglio così.

-''Prepara le tue cose e poi vieni fuori che mangiamo, fai piano però, se svegli gli altri ti finisce male.''

Annuii ancora mezzo rincoglionito e poi agguantai il mio martello e misi in tasca il telefono per scendere dal pullman e raggiungere finalmente un gruppetto di tre intento a fumare già di prima mattina.

Mangiammo tranquillamente in compagnia di un Gabriele decisamente pallido e di un Toni un po' troppo preoccupato poi prendemmo l'occorrente e lasciammo il pullman, il borsone alle mie spalle non pesava quasi nulla e fortunatamente la mattinata non sembrava essere troppo calda.

Ci inoltrammo nel quartiere passando tra una viuzza e l'altra finchè non trovammo una larga strada affiancata da entrambi i lati da una marea di case, da quello che potevo vedere dallo screen che Toni aveva fatto alla mappa della parte di città dove ci trovavamo proseguendo lungo la strada saremmo giunti ad una grande piazza dove sicuramente si trovava una pompa di benzina, o almeno ci speravo.

Osservai la ragazza alle mie spalle, sembrava silenziosa e i suoi occhi guizzavano da una parte all'altra con attenzione mentre le nocche delle mani sembravano volerle trapassare la pelle, stringeva le sue lame con forza come se volesse cercare in esse la sicurezza che in quel momento le mancava.

Nell'ultimo periodo i rapporti con lei si erano congelati, oltre le conversazioni di routine eravamo stati entrambi troppo occupati ad organizzare l'azione per prestare attenzione al chiedere l'uno all'altro come ce la stessimo passando.

-''C'è qualcosa che ti preoccupa?''

Giorgia sussultò quando udì la mia voce e mi guardò come se si accorgesse di me per la prima volta, diminuii la distanza avvicinandosi e dopo essersi accertata che non ci fosse nulla nei paraggi mi degnò di uno sguardo.

-''Tutto questo silenzio mi preoccupa, non vorrei ci cogliessero alla sprovvista come l'ultima volta.''

Animato da nuovi dubbi anche io feci scorrere il mio sguardo lungo case e palazzi, il martello mi sbatteva contro il polpaccio facendomi sentire al sicuro, l'ansia era palpabile e solitamente io non ero tipo da farmi prendere dal panico, avevo bisogno di pensare ad altro e distrarmi e anche la ragazza accanto a me, con la mente annebbiata dalla paura non avremmo potuto fare molto.

-''Siamo al centro di una strada, se dovessero apparire dai lati potremmo sempre correre.''

Lei di tutta risposta fece un mezzo sorriso e la sua espressione, prima tesa, si addolcì.

Infection #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora