Mi guardai un attimo intorno e feci il punto della situazione. La macchina era poco distante, circa dieci metri alla mia destra e il pullman si trovava più o meno alla stessa distanza alle mie spalle, difatti, nonostante stessi cercando di concentrarmi su altro, i colpi di pistola arrivavano nitidi alle mie orecchie e certe volte la mia gola era attanagliata dalla paura che uno di quei proiettili, guidato purtroppo da mani inesperte, potesse colpirmi.
Eravamo fuori da poco più di cinque minuti e già eravamo praticamente circondati, nessuno di noi aveva constatato che fuori la situazione sarebbe stata disadtrosa, anzi, credo tutti abbiano immagginato che al di fuori del centro ci sarebbero state fatine ed unicorni ad accoglierci e invece avevamo trovato una landa desolata pullulante di morti-viventi.
-''Vitto vai verso la macchina! A destra sei libero!''
Annuì nella direzione di Omar e notai che Fabio stava prendendo la mia stessa direzione. Per un momento però non fui sicuro che ne valesse davvero la pena.
Giorgia, Omar, Gabriele e Toni stavano combattendo contro davvero troppi di quei mostri e piano piano i colpi di pistola stavano rallentando e diventando meno costanti.
Guardando il pullman nero poco distante mi accorsi che le ragazze che coprivano le spalle agli altri cervano i caricatori o utilizzavano pistole già cariche essendo costrette, loro malgrado, a fermarsi. Non potevo abbandonare i miei amici in quelle condizioni.
-''Muoviti!''
-''Fabio...Credo sia meglio tornare al pullman! Lasciamo stare, diciamo agli altri di risalire!''
Il ragazzo munito di ascia mi ignoró continuando per la sua strada ed io fui costretto a seguirlo non potendolo lasciare solo.
Continuai a correre brandendo una delle paia di lame ricavate dalle cesoie e di tanto in tanto, stando attento a non espormi troppo, riuscivo a mandare a terra o addirittura ad uccidere un po' di quei cosi che si dirigevano dalla parte opposta rispetto alla mia.
Gli altri facevano sicuramente più rumore ed essendo di più il calore attirava maggiormente l'attenzione dei mostri, eppure mi sentivo l'unico ad aver capito come stava andando veramente quella sottospecie di missione.
Eravamo all'aperto, adesso, e i morti-viventi sarebbero potuti apparire da ogni parte. Eravamo già precariamente chiusi ed ero più che sicuro che dalle strade presto sarebbero arrivati più nemici, e da lì sarebbe stata una reazione a catena, fino alla nostra morte.
Un colpo secco mi fece vorticare la testa e quando la mia schiena toccò violentemente una delle tante macchine capì di essere un idiota.
-''Attento cazzo!''
Le urla di Fabio erano arrivate troppo tardi alle mie orecchie e quell'orribile coso mi era già addosso spiengendo la mia spina dorsale contro lo specchietto retrovisore dell'automobile alla quale ero stato sbattuto.
Sentivo ripetute scosse elettriche partire dal punto in cui quell'odiosissimo specchietto stava affondando nella mia carne per poi espandersi lungo tutto il corpo e sapevo che prima o poi avrei smesso di pensare lucidamente, era inevitabile.
Cercai di spingere quel mostro lontano da me, premevo le mie mani sulle sue spalle spostandole ogni qual volta il suo collo si girava e la sua bocca si avvicinava pericolosamente alla mia pelle.
Guardai affranto le mie due lame abbandonate ai miei piedi, le avevo lasciate cadere a terra senza accorgermene quando la prima botta mi aveva quasi fatto svenire.
Egoisticamente mi chiesi più volte perchè Fabio non si muovesse a venirmi a salvare la vita ma la verità mi arrivò dritta in faccia come uno schiaffo, lui era impegnato a salvare la sua di vita, così come tutti gli altri.
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Infection #Wattys2016
Teen Fiction13 adolescenti catapultati in una realtà che credevano possibile sono nei film o nei videogiochi che tanto amavano. Una corsa contro il tempo per salvare le loro famiglie ma soprattutto alla ricerca di una spiegazione. Come era possibile che uomini...