23. Giuliana

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Guardai Gabri con tristezza e lui mi rivolse un sorriso amaro mentre gli aggiustavo per l'ennesima volta la benda, il movimento continuo del pullman non aiutava per niente e rischiavo di fargli ancora più male.

-"E' meglio aspettare, non posso lavorare bene in queste condizioni, appena ci fermeremo vedrò cosa posso, per ora è meglio che ti sdrai."

Il ragazzo annuì e si straió supino sugli ultimi posti del pullman, stando attento a non mettere troppo peso sulla spalla dolorante, quella dannata ferita era un bel problema e il fatto di esserne stata io la causa non faceva altro che distrarmi.

A bloccarmi era il non aver mai visto una ferita del genere e poi non sapevo se togliendo quella freccia avrei peggiorato la situazione, Gabriele non aveva perso molto sangue e forse era proprio l'alluminio a bloccare le vene e quindi ad evitare un'emorragia, l'unico fatto positivo era che la punta non aveva trapassato la spalla da parte a parte ma si era conficcata all'interno della carne, di certo faceva un male cane ma poteva andargli peggio e perlomeno poteva riposarsi degnamente potendosi coricare.

-"Giuli, vieni un secondo?"

Raggiunsi Giorgia e mi aggrappai con forza al sedile sulla quale era seduta per non finire a terra, il mio senso dell'equilibrio era davvero pessimo.

-''Cosa abbiamo per le ferite? La maggior parte dei ragazzi perde ancora sangue.''

Guardai alla destra della bionda e notai Fabio che si stringeva compulsivamente il braccio, la mia attenzione fino a quel momento era stata del tutto per la spalla di Gabriele e non avevo notato che anche gli altri non erano in condizioni del tutto perfette.

-''E' solo un graffio.''

Sbuffai e afferrai la borsetta che ci aveva dato la mamma di Chiara contenente una grande quantità di disinfettanti, pillole e garze. Brutta cosa l'orgoglio, pur di farti vedere forte arriveresti anche ad ignorare la tua incolumità.

-''Si però non sappiamo se infettandosi oltre a farti male ti faccia diventare uno di quei mostri. In questo momento neanche sappiamo se l'aria che stiamo respirando è pulita o no.''

Il ragazzo si arrese e mi porse il braccio ferito, non mi serviva chiedere cosa fosse successo, a quanto pareva una delle mie frecce aveva di nuovo colpito il bersaglio sbagliato, per lo meno non la ferita non era grave come quella di Gabriele dato che il braccio del ragazzo dagli occhi chiari era stato colpito di sfuggita ma di certo aveva anche lui bisogno di una fasciatura.

Presi del cotone idrofilo, lo riempii di disinfettante e lo usai per tamponare la ferita, poi la fasciai per bene e restituii il braccio al legittimo proprietario più o meno soddisfatta del lavoro compiuto, non ero un'esperta ma ero sempre stata un'appassionata di medicina e non potevo biasimare nessuno se per questo genere di cose di affidavano a me.

-''Come sta Gabriele?''

Gli occhi di Giorgia mi scrutarono leggermente per poi vagare in giro per il pullman alla ricerca forse del ragazzo, l'entusiasmo della ragazza di aprire un discorso il prima possibile mi fece notare come ognuno cercava un modo per tenere la mente occupata il più possibile, chi chiaccherando, chi ascoltando musica ma tutti  stavano facendo qualcosa. 

Infondo tutti sapevamo che se ci fosse stato un momento di tranquillità o di silenzio il filo dei pensieri sarebbe andato a toccare la morte di Vittorio e nessuno voleva toccare con mano ciò che era accaduto, non potevamo permetterci di abbatterci e di conseguenza non essere lucidi per un'altra eventuale battaglia, perciò il biondo sarebbe dovuto rimare sepolto nelle nostre menti, avremmo pianto per lui quando avremmo raggiunto un posto sicuro.

-''Non ho il coraggio di togliere quella freccia.''

-''Bhe c'era d'aspettarselo.''

La ragazza si spostò leggermente permettendomi di sedermi al suo fianco e mi mise una mano sulla spalla con fare incoraggiante.

Infection #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora