26. Giuliana

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Avevamo camminato in silenzio per la maggior parte del tempo e adesso a causa mia tutti si guardavano intorno spaventati.

Quanto rumore avevano provocato le mie frecce? Quanto in pericolo eravamo adesso? I nostri amici erano in compagnia dei soldati, possibile che questi ultimi avessero eliminato tutti i nemici? Forse non correvamo alcun pericolo, la porta vista poco prima poteva essere stata abbattuta da uomini disperati che erano rimasti chiusi in casa, forse eravamo già salvi e l'unica cosa che dovevamo fare era raggiungere gli altri e in seguito le nostre famiglie.

-''Ti aiuto io, muoviamoci.''

Alessandro si abbassò e raccolse in fretta le mie frecce, pronunciai un grazie così basso che probabilmente neanche lui che mi era vicino era riuscito ad udire, ma nonostante ciò mi regalò comunque uno dei suoi rassicuranti e gentili sorrisi.

Ci avviammo all'interno di molte viuzze, Toni sembrava particolarmente sicuro di se ma io cominciavo a dubitare di lui, soprattutto quando la strada cominciò a riempirsi dei nostri ormai onnipresenti nemici.

Fu facile, all'inizio, eravamo impossibilitati all'utilizzo di armi da fuoco ma anche se Alessandro e Fabio erano gli unici a combattere corpo a corpo, erano più che sufficienti per mantenere la situazione stabile, il reale problema infatti arrivò dopo.

Ogni corpo che cadeva a terra era un segnale per tutti gli altri e i due non riuscirono a tenere a bada tutti; ci trovammo con le spalle al muro troppo presto e quei mostri facevano di tutto pur di raggiungerci come ad esempio buttarsi dai balconi o sbattere ripetutamente contro porte e finestre pur di sfondarle e venire a morderci.

Capimmo di essere nei guai quando Toni sparò il primo colpo di pistola, ad avere le armi da fuoco erano i ragazzi più calmi e riflessivi del gruppo e se proprio il nerd aveva deciso di sparare nonostante il pericolo del rumore allora era arrivato il momento di combattere sul serio.

-''Giuliana, vieni qui.''

Raggiunsi Dalila su un piccolo piano rialzato rispetto alla strada e ebbi la visione concreta del mio peggior incubo: vedere i miei amici in pericolo.

Con me, oltre la marocchina, c'era anche Gabriele che, nonostante fosse impossibilitato a reggere il suo amato fucile, non si era dato per vinto e sia per aiutare noi che per sentirsi più sicuro, stringeva nella mano destra una Beretta.

Sul marciapiede, invece, c'era Toni, che cercava di sfoltire la massa a colpi di fucile, ma che teneva accanto se mazza e coltelli in modo da poter scendere in campo nel caso in cui chi combatteva in strada si fosse trovato in difficoltà, perché erano proprio questi ultimi a rischiare di più.

Alessandro, Fabio e addirittura Carlotta si trovavano circondati, ed anche se rispetto a quelli che avevamo già affrontato quei mostri fossero davvero pochi, anche la nostra potenza era parecchio diminuita ed oltre a questo eravamo anche scoraggiati, confusi e così convinti di essere già salvi che probabilmente l'ultima battaglia prima della salvezza ci sarebbe costata la vita.

-''Toni copre Carlotta, io Alessandro e tu Fabio che è il più vicino. Quante frecce hai?''

Feci un rapido calcolo e diedi un'occhiata alla situazione sottostante, Dalila aveva avuto un'ottima idea a dividere coloro a cui coprire le spalle, organizzandoci avremmo anche potuto uscire vivi da tutto quel caos.

-''Nove. Solo nove frecce.''

Il viso della marocchina si oscurò e gettò un'occhiata all'interno del borsone aperto ai suoi piedi.

-''Io con le munizioni sono messa bene, ma presto avremmo quattro persone da dividerci.''

Le sue parole furono interrotte da diversi colpi di fucile, poi quando si abbassò per cambiare caricatore riportò il suo sguardo su di me per continuare il suo discorso.

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