3. Giuliana

90 7 0
                                    

-''Dai tranquillizzati, sono tipi in gamba, ce la fanno sicuro!''

Roberta continuava a guardare la porta a vetri sperando di vedere apparire suo fratello e Vittorio, erano usciti da poco ma già si era fatta prendere dal panico.

-''E se non tornano che facciamo? Andiamo a cercarli?''

-''Roberta basta! Andrà come deve andare, non fasciarti la testa prima di rompertela!''

-''Prendo una boccata d'aria.''

La nera uscì e prese posto dove precedentemente c'era stato Omar, voleva far finta di nulla ma vedevo che controllava ritmicamente a destra sperando di veder apparire Alessandro.

Distolsi lo sguardo e osservai Andrea. Il ragazzo dai capelli neri fissava furioso in direzione della sua migliore amica, in piedi e a braccia conserte proprio di fronte a me. Il suo sguardo colse il mio arrabbiato e i grandi occhi nocciola mi scrutarono interrogativi, sapevo quanto tenesse a Roberta ma non aveva nessun diritto di parlarle in quel modo.

-''Potevi essere un po più gentile'' 

Lui scrollò le spalle sbuffando e tornò da Chiara che aveva ricominciato a passeggiare alla ricerca di campo. Avevo così tante volte provato a capire cosa passasse per la testa di quel ragazzo che ormai era diventato inutile riprovare.

Quando io e Carlotta ci aggiungemmo al gruppo di amici tutti si conoscevano già ed erano abbastanza affiatati, è stata dura inserirsi e nonostante tutto mi è ancora difficile capire determinati comportamenti che sicuramente agli occhi di tutti risultavano normali. 

Fissai Roberta rientrare, era stata proprio lei a farmi conoscere gli altri e le dovevo molto, mi era sempre stata vicina e non mi aveva mai abbandonato e proprio per questo odiavo chiunque la trattasse male, a prescindere dalle ragioni.

-''E' il quinto telefono che provo, non capisco proprio perché nessuno prende!''

-''Amore basta, vieni qua e cerca di riposare.''

Chiara ascoltò Andrea. Non che la situazione ci permettesse di divertirci ma ci stavamo parecchio annoiando e tutto il silenzio non faceva altro che aumentare l'ansia e la tensione. 

Fabio accese l'ennesima sigaretta, si vedeva chiaramente che aveva i nervi a fior di pelle e sembrava proprio che l'unica cosa che riuscisse a tenerlo buono era quell'insieme di tabacco e nicotina.

Dovevo mettere fine a quel silenzio snervante, ero sempre brava a prendere i discorsi e sicuramente parlare e distrarsi avrebbe fatto bene a tutti.

-''Senti Gabri, come ti è saltato in mente di attaccare uno di Quelli con un ombrello?''

Gabriele trasalì, si stava facendo i fatti suoi e sentirsi messo al centro dell'attenzione all'improvviso doveva averlo spiazzato. 

-''In realtà mi stavo cagando in mano...''

Ridemmo per qualche secondo, piano piano ci stavamo sciogliendo. In fondo bastava far finta di star passando una normalissima serata tra amici, il solito sabato sera uguale a tutti gli altri, senza morti che camminano e amici in pericolo di vita.

-''Anzi ripensandoci avrei proprio bisogno di una doccia.''

Il ragazzo si ravvivò i capelli castano chiaro, non sembravano puliti ne morbidi come al solito, unti da sangue e sudore avevano assunto un aspetto orribile. Neanche per il resto in realtà era messo tanto bene, la felpa aveva grosse macchie di sangue incrostato e qualcos'altro di cui non mi interessava la provenienza e le sue mani erano sudice e appiccicose.

-''Non sei l'unico, io sono tutta sudata!''

Carlotta si avvicinò a Gabri e gli scoccò un bacio sulla guancia, sapevo benissimo che in realtà voleva un suo abbraccio ma date le sue condizioni ci aveva ripensato. 

Infection #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora