8. Omar

53 5 0
                                    

Trasalì e mi girai di scatto nella direzione del negozio cercando invano di capire cosa cazzo stava succedendo. 

Un unico e sordo schianto aveva quasi fatto tremare le mura del centro commerciale, almeno così aveva percepito il mio cervello. 

Eravamo nel più perfetto silenzio prima che quel suono sordo cominciasse a rimbombare, e purtroppo sapevo che non solo noi umani lo avevamo udito.

Guardai infuriato la figura di Giorgia mettersi in piedi sopra uno scaffale e osservare nella mia direzione, potevo percepire anche da lontano quanto fosse preoccupata. 

Dovetti distogliere subito lo sguardo, non riuscivo a trattenere la rabbia neanche se i suoi occhi imploravano le mie scuse, e sapevo che se lei avesse compreso quanto fossi realmente incazzato i sensi di colpa non l'avrebbero fatta pensare lucidamente.

-''Spostiamoci subito!''

Non potevamo rimanere con le spalle al muro, sarebbe stato decisamente peggio non avere nessuna via di fuga anche se io non sarei mai scappato. Non avrei mai voltato le spalle a mia sorella andandomi a chiudere di nuovo in qualche negozio, non sapendo che lei probabilmente mi aspettava dentro un pullman, non l'avrei mai abbandonata. Non io.

Raggiungemmo il corridoio dalla quale eravamo venuti e ci posizionammo pronti all'attacco. 

Il rumore delle sedie si fece più vicino accompagnato da lamenti e passi malfermi.

Altri rumori giunsero dal negozio di informatica, a quanto sembrava anche Gabriele e gli altri due stavano combattendo.

-''Aspettavo di sgranchirmi un po' le ossa, mi stavo annoiando.''

Guardai Fabio sorridermi, la sua espressione da sbruffone non reggeva con i suoi grandi occhi azzurri spaventati ma riuscì ad alleggerire quel peso che avevo sullo stomaco.

Eravamo lì per sorreggerci l'uno con l'altro, in fin dei conti. 

Mi guardai intorno e osservai Alessandro e Andrea fare da scudo a Chiara... La mora era troppo spaventata persino per muoversi e capì dal suo sguardo che gli zombie erano entrati nel suo campo visivo. 

Mi girai velocemente ed alzai le armi. Un numero troppo elevato di morti-viventi si stava dirigendo nella nostra direzione probabilmente attirato dal nostro calore corporeo mentre alcuni entravano nel negozio a causa del rumore. 

Quei tre sarebbero stati presto in trappola come dei topi ma purtroppo non dovevo pensarci, era già un traguardo se fossimo rimasti in vita noi altri. 

Guardai Fabio e notando il cenno di consenso che aspettavo scattai in direzione dei mostri, pronto a colpire qualunque cosa mi si fosse parata davanti. 

Non ero l'unico a non voler tornare indietro, tutti volevamo lasciare il centro e nessuno si sarebbe sottratto allo scontro.

Toni cominciò a farci strada a colpi di pistola, era inutile evitare di fare rumore, eravamo già stati scoperti quindi meglio utilizzare tutte le armi possibili.

Mi feci spazio fra i morti, le teste cominciarono a volare e a rompersi e Fabio mi venne dietro, la sua ascia fendeva colpi a destra e sinistra.

Alle nostre spalle anche Alessandro ed Andrea combattevano difendendo la ragazza e le nostre schiene. Io e Fabio cercavamo di colpirne il più possibile e spesso non riuscivamo a stenderli del tutto ma proprio per questo c'erano gli altri.

Un gruppo unito, dove nessuno viene lasciato da solo. 

-''Omar!''

Chiara urlò ed io mi costrinsi a girarmi, ringraziai mentalmente Fabio quando si posizionò di fronte a me per permettermi di raggiungere la mia migliore amica prendendo il mio posto. 

Infection #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora