Capitolo 1

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~Frances

«Siamo fatti per soffrire, piangere, ridere.
Siamo pioggia, aria, uragani, sole splendente

La vita ti può sembrare strana, perché si, lo è.

Ti può sembrare tutto un accumulo di bugie incoerenti e insensate, perché si, può essere vero.
Crederai di non poter andare avanti, ma no, non è affatto così

Perderai le speranze, ma senti qui, vai avanti.

Urlerai a tutti, litigherai con il diavolo e l'angelo

Piangerai talmente tanto che gli occhi saranno così asciutti che ti daranno quasi fastidio

Riderai così tanto che ti farà male la mascella

Amerai così tanto che sentirai il cuore battere freneticamente alla vista della persona amata

Odierai così tanto che vorrai attorcigliare le mani al collo di una persona. Ti deluderanno così tante volte che non vorrai più fidarti di nessuno. Soffrirai così tante volte ma, senti qui, vai avanti.

Ricorda che siamo fatti per soffrire, piangere, ridere
Ricorda che perdoniamo
Ricorda che non smetteremo mai di amare»

«Che baggianate!» esclamò Megh, dall'altro capo del telefono «vorrei tanto sapere chi ha scritto questa cavolata ma, lascia stare, non dirmelo»

«Eppure io penso che non sia male» affermai convinta «quando lo ho iniziato la pensavo come te, Megh. Ma dammi retta, cavolo se devi darmela! È davvero un bel libro. Dice tante cose vere» dopo aver chiuso il libro sulle mie ginocchia fissai la copertina per qualche secondo

«Penso che non ti darò ragione» borbottò «non lo leggerò mai. Spazza via il pensiero di prestarmi quel libro» sospirò

Sentii un tic come quando fai pressione su un tasto del pc

«Che stai confabulando?» ridacchiai, poggiando il libro di fianco a me

Tirai su leggermente le coperte per coprirmi meglio

«Nulla» disse «sto solo guardando innocentemente il profilo Instagram di Maxwell» mi venne in mente il ragazzo che le piaceva «Chi diavolo è questa!» esclamò

«Forse la sorella, Megh. Datti una calmata» dissi solamente, portando una mano ai capelli per controllare se la coda si fosse disfatta per via della posizione in cui ero finita

«Da quando ha una sorella?» chiese. Potevo immaginarla mentre si stava mangiando le unghie per l'ansia «potrebbe benissimo essere la sua ragazza»

Iniziai a scuotere la testa per quanto fosse ansiosa e mi scappò un sorrisetto smorfioso

«Perché non dovrebbe avere una sorella?» Chiesi, stendendo le gambe sotto le coperte

«Non lo so ma, non penso abbia una sorella» rispose immediatamente, infastidita

«Come vuoi» risposi, ormai scocciata dall'argomento «ma finché non ti farai avanti, non potrai sapere le cose con certezza e, finché non gli confesserai tutto non potrai sapere se il tuo interesse nei suoi confronti è ricambiato»

«Hai ragione, lo sai» sbottò «però non è facile. Neanche parliamo quando siamo in compagnia»

«Non è vero» affermai convinta «per quello che posso vedere io, ti guarda in un modo strano»

«Dovrebbe essere una frase d'incoraggiamento? Beh, non lo è affatto!» esclamò sbuffando

Scoppiai a ridere e le diedi ragione, poi dopo esserci salutate come si deve, staccai la chiamata e appoggiai il telefono sul comodino

Mi guardai un'attimo intorno e pensai a quanto fosse trascurata la mia camera ma, non avevo tempo per sistemare ordinatamente i libri sulla mensola, non avevo il tempo per sistemare i vestiti adeguatamente negli appositi cassetti, non avevo il tempo per riverniciare le pareti e sicuramente non avevo il tempo per comprare una nuova scrivania, o un nuovo letto

La mia vita era davvero impegnativa, soprattutto per una ventenne indipendente da poco

Avrei dovuto considerare per davvero di prendere una pausa da tutto, per dedicarmi esclusivamente a me stessa e a nessun altro

Pensai alla mia vita lavorativa e mi venne in mente il viso di Andrew, il mio capo, mentre mi dice che i clienti hanno sempre ragione

Pensai alla mia vita da studente e mi venne in mente il viso del prof Lightwood che mi dice di preparare un testo di trenta righe riassumendo in quel poco spazio tutta la storia Americana dal 1945 ad oggi

Pensai alla mia vita da donna indipendente, che non mi da più tregua: il lavoro, lo studio, mi hanno tolto tutta la libertà adolescenziale che avevo prima di compiere diciotto anni ed ora che ne ho venti, prego Dio di ridarmi tredici anni

Pensai ai miei amici, che non vedo da anni e pensai al mio ex ragazzo Natalian, che non vedo da altrettanto tempo

L'unica persona con cui non ho mai tagliato i rapporti per via del mio troppo poco tempo libero a disposizione, è stata la mia migliore amica Meghan, che come me ha un lavoro e studia nella mia stessa scuola

Dopo un arco di tempo dedicato alle demenziali riflessioni private, guardai l'ora al telefono e quasi mi venne un colpo: 13.30

Scattai in avanti e mi tolsi le coperte di dosso, facendo cadere a terra il libro e i miei scritti di storia

Non mi fermai a raccoglierli, dovevo presentarmi a casa di Megh alle 14.15, così, mi catapultai in bagno e mi spogliai velocemente dal pigiama, che infilai nel cesto del bucato

Lo farò più tardi pensai legando i capelli in una cipolla improvvisata al momento con le forcine

Dopo aver avviato il getto dell'acqua calda, mi infilai sotto l'acqua rilassante e mi insaponai il corpo velocemente, ma bene

Quando uscii, il telefono iniziò a squillare

«Pronto?» dissi tenendo il telefono nella mano sinistra. Con la mano destra ero impegnata ad asciugare le gambe con l'accappatoio

«Frances?» la voce squillante di mia madre Louise mi fece arricciare il naso immediatamente «Ciao cara, come stai?»

«Madre, sto bene e tu?» risposi, mettendo il telefono in viva voce, appoggiandolo sul lato del lavandino

Mi tolsi l'accappatoio e infilai l'intimo

«Tutto bene, grazie» rispose lei «sai, Frances. Volevo fare un saltino a casa tua. Non la ho ancora ammirata!» esclamò

Dopo aver messo i pantaloni con difficoltà per via delle gambe semi-bagnate, le risposi

«Si, beh. È un buco di appartamento in centro Seattle. Niente di fantastico» dissi sinceramente, mettendo la canotta di seta Bordeaux

«Ma sei di fretta?» mi chiese sbuffando «non abbiamo mai tempo per parlare, Frances» piagnucolò

«Lo so, Madre. Dispiace anche a me, ma tra il lavoro e lo studio non ho mai un momento libero e quel poco che mi permettono, lo passo con Meghan»

«Quella ragazza non mi piace. Ti farà del male, fidati di me» affermò convinta

«Non capisco perché non dissolvi questa inutile opinione negativa su di lei. È una così brava ragazza, non farebbe male ad una mosca e lo sai»

«Ti farà del male emotivamente, non fisicamente, Frances» borbottò «ma comunque, ti lascio. Tuo fratello fa i capricci anche se ha ben diciassette anni. Non crescerà mai» sbuffò «Ciao amore mio, ci sentiamo!»

«Si, madre, ciao!»

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora