Capitolo 34

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Aprii gli occhi, per quanto potessi farlo
Avevo un forte mal di testa e mi schiaffeggiai mentalmente per tutto l'alcool bevuto la sera precedente

Appena mi tirai su, mettendomi a sedere, notai di essere ancora in bagno
In un battibaleno, mi tornò in mente Alex mentre beveva la bottiglia di vodka, l'incontro spiacevole con Natalian ed infine la rivelazione fattami da quest'ultimo

Mi sentii mancare e respirai a fatica, di nuovo
Speravo fosse stato un brutto sogno, un incubo

Mi alzai, traballando
Mi toccai il viso e i capelli, per poi uscire da quel maledetto bagno
Guardai il corridoio, toccando le pareti per reggermi il piedi
Percorsi a fatica ogni gradino, per arrivare al salotto principale

Mi guardai in giro, vedendo diversi ragazzi ammassati sul pavimento, mentre dormivano
Mi girò la testa e caddi sulla poltrona, dove c'era una ragazza
Mi girai immediatamente e vidi i suoi capelli rossi

«Meghan!», esclamai, strattonandolo per le spalle «Su, Meg. Andiamo», dissi piano, appena aprì gli occhi

«Mh», grugnì, sbattendo più volte le palpebre «Sono ancora qui? Porca troia», sbottò alzandosi

La presi per mano e agguantai la mia borsa, che aveva lei al collo
Frugai all'interno e trovai le chiavi della macchina
Corremmo lungo il corridoio, attivando alla porta
Altri ragazzi erano ammassati pure fuori, sul portico

Camminammo senza pestare parti del corpo a quei poveri ragazzi, arrivando finalmente alla mia macchina

Appena salii, mi venne un conato di vomito
Mi chinai, rigettando ogni cosa
Meghan mi prese i capelli, accarezzandomi il capo
«Stai tranquilla, Frances», sussurrò, dandomi un bacio sulla fronte «Su, andiamo. Guido io»

***
Le proposi di stare a casa mia, almeno per la mattina
Non volevo stare sola, non in questo momento
Dovevo dirle tutto, tutto ciò che pensavo, ogni singola cosa

«Vuoi fare la doccia?», mi chiese, appena varcata la soglia del mio appartamento
Scossi la testa «Comunque, non so come tu faccia a sopportare George, è una pressa»

Sorrisi, squittendo la testa «È un brav'uomo, ti vuole bene»

Fece una faccia alquanto sorpresa «Uh, dovrò flirtare con il portinaio sessantenne!»

Risi debolmente, poi mi sedetti sul divano
Lo sguardo perso, di una persona che aveva perso un pezzo importante
Non avevo neanche lacrime da piangere, tutto mi sembrava surreale

«C'è qualcosa che non va?», chiese, sedendomi accanto a me «Senti, Fra..»

«Alex ha baciato Amanda», sussurrai «Mentre io ero nella stanca accanto, a scolarmi bicchieri di alcolici, ignara di tutto», respirai a tratti «Eri lì con lui, quando lo ho abbracciato. Tu hai visto qualcosa?»

Lei mi guardò, poi scosse la testa «Io non..non lo sapevo», deglutì sonoramente

«Sapevo che sarebbe stata difficile con lui, fin dal primo momento», affermai «Sapevo benissimo che non avrebbe mai scelto la strada più facile, sapevo che mi avrebbe fatta passare le pene dell'inferno. Ma non mi sarei mai aspettata un tradimento. Non ora, che tutto andava bene. Ma già avevo capito che c'era o c'era stato qualcosa tra loro due, lo avevo già capito da come Amanda lo guardava. Uno sguardo di desiderio, uno sguardo di chi, non ha mai dimenticato. Forse facevano sesso e basta, non lo so.
Sapevo che avrebbe combinato qualcosa, prima o poi. Per debolezza, per qualsiasi cosa.
Ora che ci penso, da quando Chris si è avvicinato a me, Alex ha iniziato a ingelosirsi, quando, prima, l'idea di farlo non gli sfiorava nemmeno la mente
Ha iniziato a fare scenate, solo quando, forse, ha capito di non provare le stesse cose che provo io per lui.
Mi è piaciuto fin dal primo momento, Meghan.
Fin dal giorno in cui si chiuse in bagno con me, solo per far stare te e Max da soli.
Mi è piaciuto subito il suo modo di fare, il suo essere scontroso, menefreghista ed arrogante, ma anche protettivo e paranoico.
Si, è egocentrico e modesto, ma sa mettere anche il suo orgoglio da parte.
Non pensavo che sarei mai arrivata a questo punto, al punto di non riuscire più a guardarlo in faccia senza voler spaccargli quel facciano di merda che si ritrova. Non pensavo che sarei mai arrivata al punto di non riuscire più a sopportare tutte queste situazioni è sicuramente, non mi sarei mai aspettata di dire ciò che sto per dire ora: devo dare fine a questa cosa, qualunque  cosa sia, qualunque cosa abbiamo costruito. È una storia che non andrà mai bene, ci saranno sempre dei problemi che non riuscirò a risolvere e mi fa male, tanto male, troppo.
Vorrei solo urlare quanto io lo odi ma quanto non riesca a stare senza di lui.
All'inizio non sapevo neanche cosa significasse amare una persona, tenere così tanto a lei che daresti te stessa pur di vederla star bene. Ma ora sono arrivata ad una conclusione: l'amore fa male, l'amore ti distrugge
Ed io non voglio essere distrutta ulteriormente, non sono fatta per lui e me ne renderò conto
Ho cercato di placare ciò che era prima, il suo desiderio di fare e poi buttare, il suo volere di ottenere immediatamente. Ci ho provato Meghan, giuro che ci ho provato
Ma evidentemente non ci sono riuscita.
Non riesco a farne una senza soffrire, anche se ora è stato lui a far morire una parte di me.
Ora mi chiedo, come si fa a passare avanti? A cambiare pagina senza pensare a tutti i momenti felici, gli abbracci, i baci, gli sfioramenti, gli sguardi, i sorrisi?
Come si fa a cambiare pagina, senza pensare a lui?
Come si fa a..a restare lucidi in queste situazioni?
Ti giuro, Meghan. Mi ha ferita, ferita così tanto che faccio fatica pure a parlare.
Vorrei andare lì, picchiarlo a sangue e sputargli addosso.
Ma no, so che se solo pensassi di farlo, finirei per baciarlo per trasmettergli tutto ciò che voglio con lui
Voglio lui, ma non è possibile
Ora non è più possibile, non è più possibile stare con lui»

***

Decisi di andare da lui, per chiedergli spiegazioni, per capire
Per decidere cosa dovessi fare perché, senza sapere, non avrei deciso un bel niente

Salutai Meghan, appena scese dalla macchina, correndo verso il suo palazzo
Misi le mani sul volante, stringendolo. Le nocche si dipinsero di bianco
Non sapevo cosa fare
Misi la marcia, facendo retro marcia, poi, cambiai di nuovo, andando verso casa di Savanna

Appena arrivai, parcheggiai e spensi il motore. Ma restai comunque in macchina, non avendo le forze di scendere e affrontarlo
Sapevo che avrebbe fatto il finto tonto, rendendomi ancora più nevosa
Dopo diversi minuti, aprii la portiera, uscendo
Schiacciai il bottone, facendo chiudere l'auto
Camminai lentamente verso il portone così tanto familiare, fino a suonare il campanello
Dopo un minuto neanche, Savanna, venne ad aprirmi

«Frances!», esclamò, abbracciandomi subito dopo «Che sorpresa»,
Ricambiai l'abbraccio, non sapendo se l'avrei più rivista
Quando si staccò dall'abbraccio caloroso, mi guardò negli occhi e il suo sguardo si incupì «Vai».

Annuii, lasciando le chiavi della macchina sul mobile accanto al televisore
Un'abitudine.

Percorsi le scale lentamente, bloccandomi appena vidi la sua porta chiusa
Iniziai a respirare a tratti, il cuore iniziò a martellare nel petto e sentii le ginocchia cedere
Tirai il viso all'insù, nel tentativo di ricacciare le lacrime dentro
Non volevo piangere, rendermi debole. Ma sapevo che lo avrei fatto.

Appena entrai in camera sua, lo guardai, cercando di stare seria
Non volevo commettere nessun errore. Dovevo essere più schietta possibile e di certo, non dovevo pentirmene

Mi chiedevo come avesse fatto, come avesse fatto senza pensarmi un secondo, senza pensare che lo avrei saputo, non da lui ovviamente, ma da qualcuno lo avrei saputo
E quel qualcuno, fu proprio Natalian. L'ultima persona da cui mi sarei aspettata una parola

Restai vicino alla porta, indecisa se parlargli o andarmene, anche se ero appena entrata in quella casa
Dovevo vederlo, almeno un'ultima volta prima di finirla

«Dobbiamo parlare» dissi facendomi coraggio
Sospirai, vedendo il suo volto privo di emozioni
Solo lui riusciva a farmi perdere le staffe solo con uno sguardo
«Non mi va bene»

«Che cosa?» Chiese, alzandosi in piedi

Si sfilò la felpa e la buttò sul letto, avvicinandosi a me

Appoggiò le mani sui miei fianchi, ma lo spinsi indietro

«Che cazzo hai sta volta» borbottò, allontanandosi «Non posso neanche più baciarti?», sbuffò «Ieri sera avevi così voglia».

«Lo sai cos'ho. Lo sai meglio di me, lo sai meglio di chiunque. Tranne di una persona in particolare» feci riferimento ad Amanda «Smettila di fare il finto tonto, fai solo la figura di un cretino e di un bambino»

«Cosa vuoi» sbottò, mordendosi il labbro dal nervoso
Lo guardai sentendo gli occhi pizzicare, sarei scoppiata da un momento all'altro «Odio quando non parli»

«Io ti odio costantemente. Non c'è un quando o un perché» sputai «Odio tutto di te»

«Non odiavi essere sbattuta» ringhiò

Restai in silenzio
Avevo così tante cose da dire, ma in questo momento non me ne passava per la testa neanche una

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora