Capitolo 32

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FRANCES'S POV

Appena varcammo la soglia della grande casa, mi guardai attorno, notando quanto fosse grande solo il salotto

Le pareti bianche, con qualche quadro d'arte moderna e il grande lampadario contornato di cristalli, davano alla stanza molta eleganza
I mobili di legno antico facevano contrasto con gli oggetti moderni, rendendo il tutto ancora più bello

Il bancone pieno di bottiglie di bevande alcoliche, messo di fianco al camino di pietre, rovinavano un po' l'atmosfera raffinata, ma era comunque una festa

Volevo davvero sapere di chi fosse quella casa, per potermi complimentare del loro buon gusto

Fissai il salotto davanti a me, notando ogni particolare, finché qualcuno picchiettò un dito sulla mia spalla, facendomi girare di scatto
Appena capii chi fosse, sorrisi raggiante, circondandolo con le mie braccia

«Era ora!», esclamai, sentendo le sue labbra sulla mia fronte «Ho aspettato fuori per un quarto d'ora, con Meghan»

Lui sorrise, poi ghignò «Fai la ramanzina a quel coglione di mio cugino, non riusciva a decidersi su quale camicia dovesse indossare. Un vero incubo per le mie orecchie»

«Ne è valsa la pena!», esclamò Meghan, alle nostre spalle «È un vero schianto, non puoi dire niente»

Alex borbottò qualcosa, poi si girò
Restò a fissare qualcosa o qualcuno per un paio di secondi, poi mi girai anche io, incuriosita
Appena vidi la sua faccia da schiaffi, sbuffai, mettendo le braccia conserte

«Uh» disse Chris, leccandosi le labbra «Anche lei è un vero schianto»

«Una vera prostituta da tangenziale, vorresti dire», sbottò Meghan, «Sembra un trans con tutto quel trucco, andiamo!»
Mi scappò una risata, prima che continuasse «per non parlare di quel pezzettino di stoffa che ha addosso, vedo che ha molto caldo» ridacchiò «Neanche Natasha, la battona davanti al supermercato, metterebbe mai quel vestito»

Chris scoppiò a ridere, contagiando anche me «Non pensavo fossi così cattiva!» esclamò

Meghan lo guardò ridacchiando, poi aprì la bocca per dire qualcosa, ma Maxwell la precedette «Ora dirà "Non sono cattiva, solo realista"»

«Salve cari!» disse avvicinandosi
Appena sentii la sua voce, mi girai, fissandola a braccia conserte «Vi piace la mia umile dimora?»
Spalancai gli occhi, incredula «Ma buongiorno, principessa», sorrise «Che c'è? Non credi che questa sia casa mia?»
Non risposi, mi limitai a fulminarla con gli occhi
«Oh Gesù, non dirmi che sei ancora arrabbiata per quella cosa», mi fece l'occhiolino «Passaci avanti, tesoro. Per quanto mi riguarda, siete ancora qui insieme»

Feci un passo avanti, pronta a tirarle i capelli, ma qualcuno mi fermò
Riconobbi la sua presa
«Ferma».

«Non riesco a trattenermi, davanti ad una tentazione», le sorrisi sfacciatamente

«Ci vediamo dopo, principessa», disse, continuando a sculettare come un'oca

«Ma certo!», esclamai. Appena si voltò verso di noi, sorrisi e le mostrai il dito medio, mandandole un bacio con l'altra mano, in contemporanea

«Dovresti fare l'attrice», ghignò Maxwell, per poi superarmi, per andare al bancone dell'alcool
«Favorite?».

«Ovviamente», disse Meghan, raggiungendolo «Iniziamo leggeri! Una birra a testa, che ne dite?», chiese, agguantando sei bicchieri

«Mh, si dai», disse Madelene, prendendo il suo bicchiere. Tutti prendemmo un bicchiere, poi, a turno riempimmo il bicchiere fino all'orlo

«Che la serata inizi, signorine!», urlò Meghan, alzando il bicchiere sopra la sua testa. Tutti si girarono verso di lei e urlarono a loro volta, facendo iniziare per davvero quella dannatissima festa

***
Mi trovai a giocare a birra pong e, anche se volevo svignarmela velocemente, il braccio di Meghan non mi lasciava tregua.

«Oh no! Paul! Hai sbagliato ancora!», piagnucolò lei, prendendo uno shot di vodka alla ciliegia «Ancora non ho capito perché usiamo la vodka, quando il nome del gioco è "Birra pong". Potevamo tranquillamente chiamarlo "Vodka pong» biascicò, per poi portarsi alle labbra il bicchierino e buttarlo giù tutto d'una volta. «Blah», sbottò, con un'espressione disgustata

«Tocca a te, principessa», mi incitò il ragazzo, Thomas, mi pare «Non farti pregare, voglio vederti sbronza!»

Lo fulminai con lo sguardo, sentendo lo sguardo di Alex bruciare sulla mia pelle «Stai calmo, King Kong»

Presi in mano la pallina da Ping pong, per poi inclinare la testa e chiudere l'occhio destro
Piegai il braccio e lo raddrizzai subito dopo, lanciando la pallina che rimbalzò sul tavolo, per poi colpire l'orlo del bicchiere

«Che disdetta!», urlò un ragazzo «Avevo scommesso su di te, dolcezza. Non ne sbagliavi uno!».

Titubante, presi uno shot e lo portai alle labbra, buttandolo giù alla goccia
Sentii la gola bruciare e strizzai gli occhi, sentendo il sapore amaro subito dopo
«C'è sempre una prima volta».

Dopo aver pronunciato la frase, qualcuno mi prese dalle spalle, facendomi girare
«Quanto hai bevuto?».

«Dai papà, per favore», ghignai, prendendolo in giro. «Sono grande e vaccinata, lasciami vivere».

«Quanto cazzo hai bevuto» ripeté, più aggressivamente di prima

Alzai lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi arrabbiati «Non lo so.». Sbottai, strattonandolo «Ho venti cazzo di anni, non devi sempre badare a me!» esclamai, sentendo lo sguardo di tutti su di noi

Avvampai, quando mi lasciò le spalle e mi superò, andando al tavolo
Prese la bottiglia di vodka, guardandomi «Poi non fare storie se combino qualche minchiata». Borbottò, per poi fare due sorsi della bevanda alcolica

Scosse la testa due volte, poi mi fissò ancora, sorridendo arrogantemente

«Pezzo di merda», dissi a denti stretti, tornando in casa.
Andai direttamente al banco delle bevande, per poi prendermi un bicchiere di vodka e redbull
A metà bicchiere, iniziai a sentire la testa girare, ma non mi fermò nel continuare a bere

MEGHAN'S POV

Dopo essere uscita dalla stanza in cui mi portò venti minuti fa Maxwell, sistemai il vestito e i capelli
La testa girava e sentivo il corpo più leggero, come se stessi volando
Gli occhi si chiudevano a rallentatore e non riuscivo a tenerli aperti più di cinque secondi

Camminai lungo il corridoio che sembrava non terminare mai, poi mi fermai, attaccando la mano contro la parete
Mi girava la testa così tanto che iniziai a pensare che sarei svenuta da un momento all'altro
Sospirai profondamente, tornando a camminare
Dopo non so quanto tempo, arrivai alla rampa delle scale, facendomi prendere dal panico subito dopo, poiché avevo troppa paura di cadere

«Hai bisogno di una mano?», mi chiese qualcuno, alle mie spalle «Non sei messa molto bene»

«Sto abbastanza bene da poter correre giù per le scale, non ti preoccupare». Sbottai biascicando, senza girarmi per guardarlo

«Meghan», borbottò lui «Sei sbronza, andiamo».
Mi prese per le spalle e mi girai, pronta a colpirlo

«Che diavolo ci fai qui!», strillai, facendo un passo in dietro
Per poco volavo giù per le scale «Non sarà felice di vederti!»

«Lora è un'amica di Amanda, ci ha invitati», sbottò lui, aiutandomi a scendere «Non sono venuto per lei, è già passato tanto tempo. Non le importerà di vedermi qui». Disse, facendomi notare qualcosa di triste nella sua parlata

«Natalian», dissi, appena riuscii a finire le scale «Ora è meglio se vai da Lora, neanche il suo ragazzo sarà felice di vederti»

«Ex», chiarì, guardando altrove

Lo guardai di traverso, senza capire «Natalian! Sei abbastanza sveglio da capire di non prendere per il culo una ragazza sbronza! Ti stacco la testa!». Esclamai, colpendolo al petto

Non rispose, si limitò a far cenno verso il salotto
Mi girai lentamente

«Porca puttana».

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora