Capitolo 5

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Finalmente arrivarono gli invitati e riuscii a scollarmi quei due occhi di dosso
Mi guardava, scrutava ogni mio movimento e fissava le persone con cui parlavo, mandando sfrecciatine infuocate ai ragazzi

Era così stressante ed immaturo per avere vent'anni e potevo affermare che le sue attenzioni, però, non mi dispiacevano
D'altronde, era un bel ragazzo ma, la prima impressione che mi diede non era una delle migliori

Imprigionarmi nel bagno con lui, mezzo nudo, non era stata una delle idee migliori
E neanche sbattermi al muro in quel modo, dicendomi cose sgarbate, era stata una bella idea

Però, grazie alla sua idiozia pura, Meghan riuscì a baciare Maxwell, e la cosa mi rese felice, poiché, minuti fa, Megh mi disse che aveva preso una bella cotta per il biondo

Strano ma vero, il karma.
Rinchiudere me, in un bagno, con un pazzo, e far sì che lei baciasse il ragazzo che tanto stalkerava al computer per la sua ossessione

Ma lui, riteneva che dire ciò che si pensa direttamente, senza pensare alle parole giuste, era una delle cose più efficaci per far capire ciò che si intende, alle persone

Ma, probabilmente non ha ancora capito che, facendo ciò, risulta tremendamente maleducato

«Frances» borbottò, strattonando la mia spalla

Spalancai gli occhi e sbuffai, voltandomi «Ma ti sembra il caso?»

«Ti avevo chiamato circa dieci volte. Sai che è maleducazione non ascoltare le persone quando ti parlano?»

«Stavo solo pensando» bofonchiai, mettendo le braccia conserte «che vuoi?»

«Ho visto che quel ragazzo ti sta fissando da un quarto d'ora bello buono- indicò un ragazzo vicino alla cucina, con un gesto del capo -e mi ha rotto il cazzo fino a prima chiedendomi il tuo nome. Se non vuoi che io lo prenda a pugni in casa di mia cugino, vagli a parlare perché giuro che lo gonfio»

Scoppiai a ridere «sei geloso?»

«perché dovrei- ringhiò -se vuole conquistare quel tuo cuore di ghiaccio, deve parlarti di persona. Non deve rompere il cazzo a me, cercando di tirarmi fuori informazioni private, che neanche io so!»

«Appunto, non le sai. E deve restare tale» sbuffai, fissandolo

«Non si sa mai -sorrise maliziosamente -e non guardarmi in quel modo. Mi metti ansia»

Gli sorrisi, poi, mi girai e guardai quel ragazzo, che mi stava ancora guardando, bevendo dal suo bicchiere rosso, probabilmente stracolmo di birra ghiacciata

Aveva un piede appoggiato sul muro e pregai dio che Maxwell non lo vedesse, poi, sospirai ed andai da lui

«Ciao» mi disse, prima ancora che arrivassi di fronte a lui

«Ciao, lo vedi quel ragazzo laggiù?» andai direttamente al sodo, non volendo scocciature

Lui annuì «Non dirmi che..- sospirò -porca troia, prima gli ho fatto il terzo grado»

Lo guardai e annuii «Proprio come pensi- affermai -e mi ha detto che, se non la smetti di fissarmi, non parlerà più» gli feci intendere ciò che volevo lui capisse, poi guardai Alexander dall'altra parte della sala, che sorrideva vittorioso, poi, scossi la testa e andai in cucina, dove mi trovai davanti due ragazze che urlavano

«Ma lo hai visto il cugino di Maxwell?- disse la rossa, toccandosi le labbra con l'indice ed il pollice -è un vero ragazzaccio. Si dice che scopi con tutte e che non abbia mai avuto una ragazza seria»

L'altra, la mora, si mise a ridere «Beh, io mi farei sbattere da lui..»

Mi tappai la bocca con le mani, appoggiandomi al bancone della cucina, per trattenere le risate

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora