Capitolo 9

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«Nulla di grave» dissi, cercando di sorriderle

«Stavo pensando al peggio ma, okay» disse Madelene «La conosci?»

«Lei no, ma lui si» ghignò Alexander «Hanno avuto un incontro abbastanza inaspettato ieri»

Lo guardai alzando gli occhi al cielo e rise, appoggiandosi al tavolo

«Che vuoi dire?» chiese sua sorella, inarcando le sopracciglia

«Niente, non significa niente» rispose Meghan scocciata, precedendomi «Devi farti gli affari tuoi, Alexander»

«Wowoh, siamo acide questa mattina» ghignò lui «cugino, non la hai fatta urlare abbastanza, questa notte? Eppure io sentivo un continuo lamento di piacere dall'altra stanza»

Meghan spalancò gli occhi e cadde un silenzio di tomba, in cucina
Restai in silenzio, con una mano sulla bocca spalancata

«Stai scherzando?» borbottò Maxwell «sai che non lascio mai insoddisfatte le mie prede» fece l'occhiolino ad Alexander che rispose ridendo

«Ne avete ancora per molto?» chiese Madelene, scocciata e vergognata dal comportamento volgare e inopportuno dei due ragazzi

«Potrei continuare all'infinito» rispose Alexander «Parecchie ragazze mi hanno detto che scopa bene, è vero?» chiese a Meghan, riferendosi a Maxwell

«Sei uno stronzo» rispose Meghan puntandogli un dito contro, poi uscì dalla cucina, salendo le scale subito dopo

***

«Ha detto seriamente "le mie prede"» sbuffò, amareggiata «Non sono una sua preda»

Restai in silenzio.
Per la prima volta non sapevo che dire
Non conoscevo Maxwell tanto bene da poter dire che era un ragazzo serio, così, preferii non dire niente

«Dimmi qualcosa» piagnucolò facendo il broncio

«L'incomprensione tra le persone è simile a un percorso in un labirinto: più ci si addentra per trovare la via d'uscita e più ci si ingarbuglia.» dissi, rendendola ancora più confusa

«Perché devi sempre dire cose complicate, dannazione» sbuffò buttandosi sul letto di Maxwell

«Perché sono sicura che sei in grado di capire» risposi, sedendomi accanto a lei «Spero che abbiate cambiato le lenzuola»

Lei mi guardò e le scappò un sorrisetto «E chi aveva voglia?»

Feci un verso di disgusto e rise, poggiando la testa sul cuscino

Il silenzio che si creò tra di noi fu molto strano, non succedeva molte volte che entrambe non sapevamo cosa dire, di solito avevamo molte questioni da affrontare, molti problemi da risolvere
Meghan aveva sempre qualcosa da dire, qualche pettegolezzo da svelarmi; ma questa volta non aveva niente da raccontarmi
Era stesa sul letto del ragazzo di cui era persa, con una sua maglietta che le stava come un vestitino, ciò faceva capire quanto Maxwell fosse alto

Guardava il soffitto bianco con aria stanca, guardava il soffitto anche se i suoi pensieri erano proiettati su ben altro.
I suoi occhi erano spenti, come se non fosse collegata alla realtà

La sua bocca semichiusa e le sue sopracciglia inarcate mi fecero capire che non voleva farsi scappare quel ragazzo e mi fecero capire quanto fosse testarda e convinta
Sapeva benissimo ciò che provava, anche se non sapeva spiegarlo a parole sue
Perché le parole per spiegare ciò che si prova quando si è innamorate, ancora non le hanno inventate

«Devi farlo innamorare» dissi, facendo girare il suo sguardo verso di me

«Cosa?»

«Fallo innamorare di te» dissi nuovamente, facendola sedere

«Ci sto provando» sbuffò «Mi sto rendendo bella, mi trucco meglio, mi vesto meglio..sto facendo ciò che posso»

«Farlo innamorare della tua bellezza servirà a poco» la guardai dritta negli occhi verdi «Sarai anche bellissima, ma il mondo è pieno di belle donne» mi guardò dandomi ragione «Gli basterà solo qualche tempo, per incontrare quella ragazza che prenderà il tuo posto. Tu, invece, devi farlo innamorare dei tuoi difetti.
Del tuo essere un po' disastrata.
Fallo innamorare del modo in cui dormi, del modo in cui scalci e tiri i pugni, del modo in cui socchiudi le labbra
Fallo innamorare modo in cui gesticoli quando ti fa arrabbiare, del modo in cui lo rincorri per la casa con una ciabatta in mano.
Fallo innamorare del modo in cui mangi, del modo in cui ti sporchi tutto il viso e del modo in cui ti sporchi i vestiti, perché non riesci a non farlo.
Fallo innamorare della parte di te più vera ed immutabile, e lui smetterà di guardarsi intorno.
Avrà occhi solo per te, perché avrà capito che quei tuoi modi di fare, quelle stranezze che tanto adora e ama in te, non le troverà in nessun'altra donna al mondo»

Mi guardò con un sorriso dipinto in volto e mi saltò addosso, abbracciandomi

«Mi emozioni sempre quando dici queste cose» disse, lasciandomi un dolce bacio sulla guancia

La strinsi a me «Ti voglio bene, lo sai»

«Anche io ti voglio bene»

Qualcuno bussò alla porta, rovinando il nostro momento

«Sapevo che voi due eravate qui» disse il ragazzo, andando verso l'armadio

«C'è qualche problema?» chiese Meghan, incrociando le gambe

Maxwell scosse la testa e la guardò, mettendo le braccia conserte «Tuttavia, le mie mutande e le mie maglie ti stanno bene»

Meghan arrossì e si coprì la faccia, facendomi ridere

«Beh io vado» dissi, accarezzando la spalla della mia migliore amica prima di alzarmi «Chissà che stanno combinando quei due»

«Cazzo» esclamò Maxwell «Ho realmente lasciato quelle due bestie da sole» si colpì la fronte con la mano in modo comico, facendoci ridere

Andai verso la porta e la aprii, chiudendola alle mie spalle subito dopo

Meghan Pov's

«Quindi» dissi, sospirando
Alzai lo sguardo su di lui e incontrai i suoi occhi azzurri.
Mi metteva pressione, ma dovevo saperlo «Cosa vuoi fare con me?»

Maxwell alzò le sopracciglia e inclinò il viso «Che vuoi dire?»

Mi alzai i gli puntai il dito contro «Non sono una tua fottuta "preda", Maxwell!» esclamai

Sorrise «Lo so»

Restai sorpresa «Lo sai?»

«Non sei come le altre troiette che mi sono scopato» mi sorsi il labbro dalla gelosia «Se solo fossi stata una di loro, non ti avrei lasciato indossare i miei vestiti. Probabilmente ti avrei pure cacciata di casa»

«Perché non lo hai fatto?» chiesi con un filo di voce, attorcigliando le braccia attorno al mio corpo «Voglio dire...sei riuscito a portarmi a letto, hai ottenuto quello che volevi. Perché ti stai comportando così con me?»

Non rispose, ma si avvicinò così tanto che riuscivo a sentire il suo respiro sul mio viso
Appoggiò una mano sul mio fianco e mi avvicinò a lui, facendo combaciare il mio corpo al suo

«Vuoi sapere troppe cose» sussurrò, sfiorando le mie labbra «Devi sapere solo una cosa: Sei mia»

«Lo sono stata fin dal primo momento» riuscii a dire prima che appoggiasse le sue labbra alle mie, facendomi perdere qualche battito e il respiro

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora