Capitolo 4

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Sentivo il suo respiro sulla mia guancia, mentre mi teneva ancora la mano sulla bocca

Lo guardai negli occhi, senza muovermi

«Mi piace questa posizione»
Disse sorridendo, abbassando lo sguardo sul mio corpo

Lo guardai fulminandolo con lo sguardo

L'aria sembrava terminare, quando tolse la mano e si avvicinò

«Non urlare, per favore»
Disse

«Ora puoi lasciarmi? Inizia a farmi male il braccio»
Riuscii a dire, muovendo il braccio dolorante

Annuì e mi lasciò le braccia. Ma lui non si mosse di un centimetro
Restò contro il mio corpo e sentivo ancora il suo respiro sul mio viso

«Potrei baciarti da un momento all'altro» enunciò, fissandomi seriamente «ma non voglio farlo» Si allontanò «non ora»

«Non lo farai mai, meglio se ti togli questa idea dalla mente» probabilmente risultai maleducata, per come pronunciai quelle parole «Non sono una di quelle poco di buono che ti fai il sabato sera, o il resto dei giorni»

«Meno male che ti sei corretta»
Ghignò, vantandosi

«Per te è una cosa bella?» scattai «per tua informazione, non lo è!»

«Quelle che mi scopo, scompaiono dal letto il giorno dopo, se non subito dopo esser venute»
Affermò convinto, prendendo la maglietta appoggiata sul cesto del bucato

Mi guardò, e subito dopo si mise la maglietta velocemente e si infilò i pantaloni in pochi secondi

Lo guardai schifata

«Oppure me ne vado io. La velocità che uso per vestirmi e scappare, è come quella che ti ho mostrato ora. Veloce.» aggiunse

«Mi fai schifo» risposi «Come fai a vantarti di una cosa simile? Ti sarai portato a letto delle ragazze che magari provavano qualcosa per te! Non è normale-» sbottai «e tu le hai sfruttate per un piacere personale!»
Esclamai, alzando le mani al cielo

«Io non sfrutto nessuno»
Ringhiò, abbassandosi al mio livello
Scorgevo la leggera barbetta sul mento e sulle guance

«Ciò che fai è paragonabile allo sfruttamento» ribattei «e anche se non le sfrutti, mi fai schifo comunque. Non cambio idea su di te»

«Magari se te lo faccio provare cambierai idea» ghignò «ti potrei prendere anche in questo preciso istante e sbatterti su quel muro» indicò il muro alle mie spalle «e non potrai dire di non aver goduto. Perché avrai goduto più di quando tu abbia goduto ogni volta che hai fatto sesso. Sempre se lo hai già fatto. Ma con quel corpo che hai, ogni ragazzo ti sarà saltato addosso»

«Mio dio!» esclamai, portandomi le mani ai capelli «voglio uscire, fammi uscire»

Lui si spostò e mi fece segno di uscire

Avanzai velocemente e appena aprì la porta e feci un passo fuori, mi toccò il fondoschiena e saltai in aria

«sei un cretino» sbottai, prima di correre giù per le scale

Megh era sdraiata sul divano, avvinghiata su Maxwell sotto di lei

Non li disturbai, ma andai in sala e mi sedetti sulla sedia

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora