Capitolo 21

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«Che cosa vorresti dire?», domandai, iniziando ad innervosirmi

«Che non ti vogliamo più tra i piedi!», esclamò Georgette, attaccandosi al braccio di Alex «E ancora devi spiegarmi perché cavolo lei ha la tua felpa, e perché sei venuto con lei!».

Serrai la mascella, vedendo Alex nell'intento di scrollarsela di dosso
«Perché noi due non stiamo insieme, Georgette. E nemmeno mi piaci, non capisco perché tu debba comportarti così», borbottò con il suo solito tono menefreghista

«Non puoi lasciarmi a casa dopo così tanto tempo che lavoro qui, Samanta!», esclamai, cercando di non dare retta a quei due che stavano discutendo tra di loro

«Invece posso, ho deciso di sostituirti con mia figlia, penso sia molto più educata di te», borbottò Samanta «Per lo meno lei non fa disastri dietro al bancone e non dice parolacce in presenza di clienti! Tantomeno dovresti dirle in nostra presenza, che siamo i tuoi capi!».

«E successo solo un paio di volte, tua figlia ne dice molte di più», sbottai, prendendo la mia borsa, che avevo appoggiato sulla sedia appena arrivammo

«E sono bastate!», ghignò John «E poi, siamo tornati alle elementari, forse? In qualunque caso non ti permetto di rivolgerti così a mia figlia, soprattutto ora che sei nel mio locale e sei una semplice cliente!».

Restai a bocca aperta, nel frattempo Alex si era allontanato da Georgette e si era messo al mio fianco

«Di certo non è colpa sua se, dopo un bel po' di tempo, una persona si stanca di aver intorno un oca come tua figlia! Non ti dovrebbe sorprendere se il tuo locale sta fallendo!», si intromise Alex, ringhiando verso John

«Come ti permetti? Tu e la tua insolente bambina che ti trovi per fidanzata, uscite immediatamente dal mio bar! E la prossima volta che ti sento dire certe cose su mia figlia, giuro su Dio che non starò poi così calmo!».

«Prova a dire altre cose maleducate su Frances, e giuro che nemmeno io starò calmo», ringhiò Alex, facendo qualche passo avanti

Detto questo, lo presi per la manica del suo giubbotto e lo trascinai fino alla porta, continuando a rispondere agli insulti dei tre maleducati

«Vedi te se devo avere a che fare con dei ragazzini maleducati! Ma andatevene prima che io chiami le autorità!», esclamò Samanta, facendomi ridere

«Ma andate al diavolo!», esclamai, chiudendo la porta dietro di me

Mentre andavamo alla macchina, Alex si sporse verso la vetrata e mostrò il suo dito medio, facendomi ridere

***

«Non lo hai fatto davvero!», esclamò Maxwell ridendo «Te la sei trovata tosta, amico», rise, dando il pugno al cugino

«Non ci credo che tu abbia perso il lavoro!», esclamò Meghan «E non vuoi neppure andare all'università!».

«Ne troverò un altro, non ti preoccupare», le risposi, un po' agitata «E per quanto riguarda l'università, posso cambiare facoltà».

«La fai semplice! Non puoi cambiare facoltà ora che sei al penultimo anno!».

«Sono in grado di recuperare gli altri anni, lo sai», borbottai, sedendomi accanto a lei «Non ti preoccupare, Megh. Davvero».

«E che facoltà sceglieresti?», chiese, mettendo la testa sulla mia spalla «Medicina?».

«Ottima idea», dissi, ridacchiando «Mi è sempre piaciuta medicina».

«Non ci credo», sbuffò coprendosi il viso con le mani
Scoppiai a ridere, appoggiando la mia testa sulla sua

***

Him. Un Meraviglioso Errore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora