Capitolo 20

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Sì, lo voglio. Voglio lui.

In una frazione di secondo la mia maglietta finisce sul pavimento. Nel buio della stanza posso solo sentire lo sguardo di Calum sul mio corpo.

Non so dove trovo il coraggio di muovere le mani, ma lo faccio. Tocco i suoi addominali, salendo sullo stomaco. Si alza da sopra di me solo per togliersi le scarpe. Si sdraia nuovamente, facendo aderire ogni parte dei nostri corpi, separati solo dai jeans.

Sento le sue labbra poggiarsi dietro il mio orecchio. Lascia un leggero bacio mentre un gemito esce dalla mia bocca. Crea una scia infuocata fino alla clavicola. Come se ne sentissi l'urgenza, afferro il suo viso e lo porto vicino al mio facendo scontrare con violenza le nostre labbra. Dio, quanto sono morbide.

La sua mano scende infilandosi tra i nostri corpi. Sento il bottone del mio jeans slacciarsi, e sto praticamente contando i secondi, ma Dio non dev'essere dalla mia parte.

Sentiamo bussare alla porta, e Calum si alza di scatto dal mio corpo e dal letto. Lo vedo a malapena barcollare leggermente, penso a causa dell'alcool, per poi afferrare la maglietta e infilarsela. Esce dalla camera lasciando la porta aperta, e la luce fa capolinea nel buio.

Mi alzo dal letto a mia volta, appoggiandomi allo stipite della porta per ascoltare quello che succede nella stanza accanto senza farmi vedere. Ogni traccia dell'effetto dell'alcool è sparito, lasciandomi completamente lucida. Sento la porta d'ingresso aprirsi e poi dei passi.

"Ehi, amico! Dov'è Blay? Ho dimenticato di dirle una cosa per domani." Luke? Che cosa intende? Calum rimane in silenzio per qualche secondo prima di rispondere "Sta già dormendo, era esausta. Se vuoi le riferisco io domani."

"Sì sarebbe perfetto! Dille che la aspetto davanti Starbucks per mezzogiorno, la porto a mangiare fuori." C'è un altro silenzio da parte di Calum, ma posso immaginarlo mentre annuisce. Ci sono altri passi, come se stessero andando entrambi verso la porta.

"Allora buonanotte." Dice la voce di Calum abbastanza fredda. Luke non risponde, e al posto della sua voce sento il cigolio della porta che si chiude lentamente per poi essere bloccata. "Calum, se ci fosse un problema tra di noi, me lo diresti?"

"Certo, che domande." Mi sembra quasi di avvertire una nota di sarcasmo nella frase, ma mi convinco di aver sentito male.

"Quindi, se ti desse fastidio che io esco con Blay me lo diresti?"

"Sicuro. Tranquillo, non c'è motivo per cui mi dovrebbe dare fastidio, non la sfiorerei nemmeno con un dito." A questo punto smetto di ascoltare. Brutto figlio di.. Fino a qualche minuto fa non la pensava così, però.

Torno nella stanza di Calum e mi sdraio sul letto. Non sono emotivamente pronta per affrontarlo, così mi sdraio su un fianco e chiudo gli occhi. Quando entra nella stanza, lo sento camminare verso il letto, per poi sentire il suo respiro vicino al viso. "Blay? Blakey, svegliati." Tengo sempre gli occhi chiusi, finché Calum mi afferra le braccia e mi fa circondare il sul collo. Mette un braccio sotto le mie ginocchia e uno sulla schiena, poi mi solleva.

Fa qualche metro, entrando nella mia stanza e poggiandomi sul letto. Scansa il lenzuolo da sotto al corpo per poi coprirmi. Non oso aprire gli occhi, ma lo sento ancora accanto a me. Una mano mi sposta una ciocca di capelli che mi era finita davanti al viso, poi mi bacia.

È un bacio delicato, dolce, quasi come se stesse trasmettendo qualcosa, ma si tratta di Calum. Lui non è capace di trasmettere qualcosa, e quando credi di fare un passo avanti con lui, ecco che ne fa dieci indietro.

Si stacca dalle mie labbra ed esce dalla mia stanza, lasciandomi più confusa che mai. Il sonno ha la meglio, trascinandomi nel caos di un sogno confuso.

Roommates ||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora