"Voglio solo farmi perdonare, Blakey."
"Lasciami in pace, Calum. Ho sonno, devo farmi la doccia e voglio stare tutto il giorno a casa."
"Blake, non abbiamo molto tempo. Tu ed io, ora usciamo." Alzo la testa dal cuscino fissando gli occhi marroni del ragazzo già vestito di tutto punto davanti a me. Non mi ha ancora detto che Luke deve passare a portarmi fuori a pranzo, e a giudicare dalla fretta che ha di uscire, non ha alcuna intenzione di dirmelo.
Lo fisso per qualche istante, poi sprofondo di nuovo nel cuscino. "Okay, sappi che mi stai costringendo a farlo." Non faccio in tempo a chiedere di cosa stia parlando, che sento le sue braccia circondarmi la vita e sollevarmi di peso. Il mio stomaco preme contro la sua spalla mentre il suo braccio blocca le mie cosce, e la posizione a testa in giù mi offre un'ottima visuale del suo sedere. "Vuoi fare la doccia? Eccoti la doccia."
Appena vedo il pavimento del bagno comincio a scalciare, ma la sua presa è come acciaio. Sospiro quando i miei piedi toccano terra, ma il sollievo dura poco quando mi rendo conto che mi trovo nella doccia. Faccio uno scatto per uscire dal piatto, ma il corpo di Calum mi preme contro il muro, poi il getto mi colpisce.
Siamo entrambi fradici, e io boccheggio a causa dell'acqua fredda. Comincia leggermente a scaldarsi, mentre Calum tiene gli occhi fissi sui miei. Sposta una ciocca dei miei capelli bagnati e alza il mio viso in modo da avere il collo scoperto. Sento le sue labbra posarsi sotto il mio orecchio e tracciare un breve percorso lungo il collo. "Sei così bella, Blake. Più di qualunque ragazza con cui io sia stato, o che abbia visto."
Le sue labbra risalgono, tracciando il contorno della mia mascella. Le sue mani sfregano contro le mie cosce. Le sento afferrarmi e sollevarmi, mentre le mie gambe vanno automaticamente ad intrecciarsi intorno alla sua schiena. Si stringe di più contro al mio corpo, come se non fosse mai abbastanza vicino. Poi finalmente, le sue labbra sono sulle mie.
Le mie mani torturano i suoi capelli, mentre lui le fa scorrere sulle mie cosce, ancora fasciate dai jeans con cui sono andata a dormire, ormai fradici. Facico scendere le mani lungo il suo petto, toccando la pelle sotto la maglietta bianca ormai trasparente, lasciando intravedere i tatuaggi ormai famliari. Traccio i contorni dei numeri romani, poi della piuma. Lascio scorrere le mani verso le sue braccia e anche se non posso vederli, è come se potessi sentire i tatuaggi che particolarizzano quello sinistro.
Dopo minuti che mi sembrano troppo corti, stacca le labbra, appoggiando la fronte contro la mia. "Voglio andare al mare. Vieni con me?" E per un secondo guardando quegli occhi marroni, vedendo quanto sentimento nascondono in profondità, non penso al fatto che non mi abbia detto di Luke, o alle parole che gli ho sentito dire. Perché l'unica cosa che voglio in questo momento è poter guardare quegli occhi così a fondo da scoprire ogni segreto che celano, anche il più piccolo o il più innocente. Baciare quelle labbra fino a conoscerle meglio delle mie.
Annuisco debolmente, e lui mi sorride. Si stacca completamente da me chiudendo l'acqua. Esce dalla doccia gocciolante e prende i tue accappatoi appesi alla doccia porgendomi il mio. Lo ringrazio prima di avvolgermi l'accappatoio. "Non c'è bisogno che ti faccia la doccia, poi farla dopo il mare, va bene?" Annuisco di nuovo ed esco anche io dalla doccia.
Mezzora dopo arriviamo alla spiaggia. Molti degli spazzi sono occupati, ma Calum mi afferra per mano e comincia a camminare. Ci fermiamo solo una volta superata la gente, e arrivati ad una piccola insenatura rocciosa. Tenendomi la mano mi aiuta a salire sugli scogli leggermenti magnati dal mare, per poi farmi sedere a terra. Si accomoda di fianco a me, sdraiandosi poggiando il peso sugli avambracci. Con la coda dell'occhio lo vedo sorridere, e senza staccare chi occhi dal mare, sussurra "Bello, vero?"
"Moltissimo." anche il mio è un sussurro, quasi avessi paura di disturbare la quiete che circonda questo posto. E' come se tutti gli abitanti e i turisti che prima potevo sentire distintamente chiacchierare, giocare e ridere sulla spiaggia, fossero spariti. È una sensazione così rilassante, quasi quanto quella che avevo provato restando ad ascoltare il battito cardiaco di Calum.
Mi sdraio sulla schiena, posso sentire lo scoglio bagnarmi la maglietta rossa che indosso. Resto a fissare il cielo limpido, guardando gli aerei che passano ogni tanto. "Che cosa ti è successo?" Chiedo a bassa voce, continuando a fissare il cielo.
Posso vederlo sdraiarsi del tutto accanto a me, prima di parlare "Che cosa intendi dire?" Prendo coraggio e mi rotolo su un fianco, tendo la testa appoggiata alla mano. Lui è sdraiato, con le braccia sotto la testa mettendo in risalto i bicipiti. Il sole gli colpisce il viso, schiarendo leggermente i suoi capelli e il colore dei suoi occhi. È così bello.
"Intendo, che cosa ti è successo per farti diventare così? Perché passi da una ragazza all'altra senza mai fermarti? A me sembra quasi.. Che tu abbia paura." Le sue sopracciglia si aggrottano e il suo sguardo si indurisce. Si alza a sedere e punta gli occhi freddi e neri dentro i miei. "Non mi è successo proprio niente. Io non ho paura di niente. Semplicemente sono troppo intelligente per poter credere alla favola che voi chiamate amore. Non esiste, quella cazzata." Si alza in piedi sbattendosi le mani sui jeans per togliere dei residui di sabbia. "E certamente non ho bisogno di una ragazza in preda alla sindrome da crocerossina che a tutti i costi vuole farmi innamorare."
Sento la rabbia montarmi dentro mentre ascolto le sue parole. Forse mi sarei dovuta fare gli affari miei, ma mi sentivo come se fossimo più vicini, ed è stata una domanda spontanea da porre. Ma questo, tutti il suo discorso e il suo comportamento, non fanno altro che ricordarmi il motivo per cui non mi fido di lui. "È tutta colpa mia." Sussurro.
Mi alzo a mia volta, ripetendo il suo gesto per pulire i jeans. Senza alzare lo sguardo su di lui, stringo i pugni sui fianchi "Non so nemmeno perché io ci provi, a capirti, o ad esserti amica per quel che vale. Sei una persona talmente vuota, Calum. Non c'è pericolo che tu ti debba preoccupare che io voglia farti da crocerossina. Spesso non riesco a gestire un solo ragazzo, figuriamoti un esercito come te. La tua bipolarità è grande tanto quanto il tuo naso, ed è tanto."
Per tutto il tempo non alzo gli occhi su di lui, ma quando sto per pronunciare le ultime parole, Calum mi afferra il mento con due dita, alzandomi il viso in modo che i nostri occhi si scontrino. "Non starei mai con te." Sussurro "Nessuno ti vorrebbe sul serio."
Ed è in questo momento, che per la prima volta da quando conosco Calum, vedo passare qualcosa nei suoi occhi, e non si tratta di passione, rabbia o allegria.
È dolore.
WHEN YOU HOLD ME IN THE STREET, AND...
Io lo so che continuate ad amarmi anche se aggiorno molto da schifo con i tempi! Scusate, so che sono una persona orribile, ma sto cercando di non avere il debito di matematica ahah quindi mi sto concentrando troppo poco alle storie, ma spero di recuperare!
Se vi va passate dalle mie altre storie, e mi raccomando votate e commentate! Un bacioneeJess❤️
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Roommates ||Calum Hood||
FanfictionDal testo: "Ciao! Tu devi essere la mia compagna.." Interrompo la frase, quando quello che vedo fuori dalla porta è tutt'altro che una ragazza. Ha dei lineamenti asiatici, la pelle olivastra, delle labbra carnose e capelli neri come i suoi occhi. "C...