Capitolo 13

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Io e Allison dopo la nostra chiacchierata avevamo deciso di andare a correre, così una volta finito il nostro giro, decido di tornare a casa. Entro nell'appartamento, assolutamente bisognosa di una doccia, e vedo una testa mora sul divano. Non sembra che indossi una maglietta, come al solito. "Prima o poi ti cucirò dei vestiti addosso, Calu.. Oh santa Maria vergine, ma sei nudo!" Urlo, una volta che sono vicina al divano, e riesco a vedere tutto il suo corpo. E con tutto, intendo tutto. Mi copro velocemente gli occhi con le mani.

"Oh, scusa, pensavo fossi a correre."

"Era logico che prima o poi tornassi, no?" Ho ancora gli occhi chiusi, ma posso sentirlo alzarsi dal divano. Poco dopo sento un leggero calore e sposto di poco un dito per vedere di cosa si tratta. Calum è ad un passo da me, troppo vicino per i miei gusti "Cos'hai intenzione di fare, Thomas?"

"Come fai a sapere il mio secondo nome?"

"Ho visto la tua carta d'identità. Tra l'altro, ringrazia Dio di essere cresciuto,  da piccolo sembrava che avessi scritto in fronte «Made in China»." Ridacchio nervosamente, sentendo le sue mani sui miei fianchi.

"È inutile che cerchi di fare battutine per distrarti. So che vuoi guardare. Puoi farlo, solo una sbirciatina."

"Una sbirciatina non basterebbe, prima dovrei cercare qualcosa da guardare." Dico cercando di mantenere una voce ferma. Le sue mani si spostano sulla parte bassa della mia schiena, facendomi aderire a lui. Dio, è così imbarazzante, e comincio a chiedermi perché non lo abbia ancora preso a calci nelle palle. "Se ne sei così sicura allora togli quelle mani, e apri gli occhi."

Lentamente abbasso le mani, scoprendo gli occhi e puntandoli in quelli di Calum. Riesco a sentirlo contro la mia pancia, facendomi arrossire. Si china lentamente verso di me stringendomi tra le sue braccia. Le sue labbra sfiorano le mie, e la tentazione di circondargli il collo con le braccia mi fa tremare, o forse è lui a farmi quest'effetto. Ma da qualche parte nel mio cervello, riaffiora un po' di lucidità. Punto le mani sul suo petto e lo spingo leggermente. Non aspettandosi quel mio gesto, Calum molla la presa e si allontana. "Si può sapere perché mi respingi?"

"E si può sapere perché ci provi? Calum, noi ci odiamo. Il nostro rapporto è una continua litigata che non finisce mai. Siamo qui da un mese e hai già una schiera di biondine accondiscendenti che sono disposte ad inginocchiarsi e pregarti pur di far parte di una delle tante tacche sul tuo letto. Quindi vai, e scegline una, perché io non ne faccio parte." Fiera del mio discorso, mi giro ed entro nella mia camera senza aspettare una sua risposta. Ma Calum mi afferra la mano costringendomi a girarmi verso di lui. Alza l'indice davanti ai nostri occhi "Un bacio. Voglio solo un bacio. Poi ti lascerò in pace e possiamo tornare a scannarci, o potremmo provare ad andare d'accordo, se vuoi."

"Un bacio e basta?" Lui annuisce, sorridendo in un modo strano che non riesco a classificare, ma la tentazione di non averlo più tra i piedi è davvero forte. Mi avvicino a lui e alzandomi sulle punte dei piedi gli lascio un veloce bacio a stampo. "Oh, no. Voglio un bacio vero." Mi circonda la vita e fa aderire i nostri corpi. Cerco di ignorare il fatto che sia nudo, e quanto sia strano che lui sia così a suo agio. Poi mi bacia.

È forse migliore del primo bacio, senza che lui sia ubriaco. Inizialmente rimango rigida, mentre la sua lingua passa sopra al mio labbro inferiore chiedendogli accesso. Resisto qualche istante, poi l'aumentare della sua presa intorno alla mia vita, mi fa rilassare. Lascio entrare in contatto con le nostre lingue, e che Dio mi fulmini, se qualcosa lo avesse fermato. Sposta le mani sul mio viso, afferrandolo saldamente e cercando di portarmi sempre più vicina a lui, nonostante sia fisicamente impossibile.

Mi afferra le cosce, facendomi circondare la sua vita con le gambe. Lo sento camminare, ma sono troppo presa dalla sensazione delle mie mani che gli scompigliano i capelli, o la sua bocca sulla mia gola. Entra in una stanza e guardandomi brevemente intorno, riconosco essere la sua. Mi appoggia sul letto senza staccarsi un attimo, e rimanendo tra le mie gambe. La sua bocca scende fra il solco dei seni che la canottiera minimamente lasciava scoperto, le mani saldate sui miei fianchi. "Avevamo detto.. Un solo bacio.. Calum." Dico ansimando leggermente. Lui torna sulla mia bocca, come per zittirmi "Adoro come dici il mio nome, mentre ansimi. Adoro sapere che lo fai solo per me." Mi bacia con foga, girando la situazione e facendomi mettere a cavalcioni su di lui. Ed è quando realizzo quali sono state le sue parole, che mi blocco. Io lo faccio solo per lui, ma lui a quante ragazze ha detto le stesse parole?

Lo fisso negli occhi, annebbiati dall'eccitazione, e so che non sarò una della lista. Non io. Mi alzo dal letto e mi avvicino alla porta, mentre sento le sue proteste ma ignorandole. "Hai avuto un bacio, sono stata ai patti, ora tocca a te." Chiudo la porta alle mie spalle ed entro nella mia camera. Recupero tutto quello che mi serve per la doccia, e mi infilo in bagno. Mi spoglio e entro nella doccia, aprendo l'acqua calda.

Una volta finita, mi sento già più tranquilla e lucida. Mi vesto, infilando un pantacollant e una maglietta lunga a maniche corte, ed esco dalla stanza. Vado nel salotto, dove non c'è traccia di Calum e mi prendo un pacchetto di patatine, andandomi a sedere sul divano e guardando la televisione. Passa mezzoretta che sento la porta d'ingresso aprirsi. Mi volto e la chioma colorata di Michael fa capolinea nella stanza. Mi sorride amichevolmente e io batto la mano pulita sopra il divano, invitandolo a sedersi. Lui saltella fino al divano e si siede. Allunga una mano per prendere una patatina, ma gliela schiaffeggio. "Tu le mie patatine non le tocchi." Dico scoppiando a ridere, insieme al mio amico. Lui alza le spalle "Giuro che non faccio niente di disgustoso, ma dammi del cibo donna, sono affamato." Gli lancio un fino sguardo severo, poi gli allungo il pacchetto "Ti tengo d'occhio, Clifford." Poi torno a guardare il programma demenziale che stavano mandando in onda.

"Oh cazzo! Chi ti ha succhiato il collo?" Salto sul divano per l'improvviso urlo di Michael, e che mi sta guardando stralunato "Michael! Non urlare, e di cosa stai parlando?"

"Parlo dell'ematoma che non si può nemmeno chiamare succhiotto, perché è troppo grande." Come? Succhiotto? Mollo il pacchetto di patatine e balzo in piedi, correndo in bagno. Giro il collo verso desta, e vedo un succhiotto talmente viola, da non credere che non me lo sia visto prima.

Brutto figlio di buona donna. Ora lo uccido di botte, fosse l'ultima cosa che faccio.

SO CHE MI AMATE

SCUSATEMI IMMENSAMENTE PER L'ENORME RITARDO, ma giuro che ho delle buone scusanti! Ahaha spero che il capitolo vi sia piaciuto, e grazie mille per la pazienza.
Vedo di aggiornare più in fretta, e mi muovo ad aggiustare anche "Betting in love" se a qualcuna di voi interessa ahahah.

Passate dalle mie altre storie se vi va, e da quella in collaborazione con michaelshairxx17 "Ten Secrets" e dalle sue storiee! Vi adddddoro

Jess❤️

Roommates ||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora