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Noemi.

Mi dispiace tanto di averlo trattato così, non sono una persona sgradevole ed antipatica, spera che l'abbia capito nonostante non parlassimo mai. Solo che ero un po' arrabbiata e mi ho sfogato su di lui, sbagliando, ovviamente.

Però e così dolce, pensai tra me e me.
Bello, dolce, solare!

Mi lavo la faccia, era sporca di trucco. L'asciugo, metto un po' di matita  per non far notare a nessuno il mio pianto, fingo un sorriso ed esco dagli spogliatoi.

Mi siedo sul divano, e mi arriva un messaggio dalla redazione: "Il maestro Kledi ti aspetta in sala 9 per una nuova coreografia da portare allo speciale di sabato."  

Sono così tremendamente contenta. Amo ballare. È l'unica cosa che mi riesce bene, anche perché quando ballo mi rilasso e non penso a niente e nessuno.

Prendo il mio borsone, do un bacio sulla guancia ad Elodie e mi dirigo verso la sala 9.

Trovo il maestro Kledi che mi aspetta.

«buon pomeriggio» dico con un sorriso a trentadue denti.

«buon pomeriggio Noemi. Come ti ha già comunicato alla redazione, ho preparato una coreografia da portare allo speciale di sabato.» dice sorridente.

«Benissimo!» dico.

Il maestro Kledi fa un cenno a Marcello per far partire la musica.

E quando la sento, di scatto alzo la testa

. "Io di te non ho paura" di Emma Marrone.

Questa canzone mi rispecchia un po' troppo ed e' per questo che la ballerò con serenità.

Con me balleranno: Giuseppe, Marcello e quel figo di Stefano.. okay, penso di dover mettere a freno i miei ormoni.

Montiamo la coreografia e ne viene un capolavoro, ed è cosi tanto bella bella che, finita la canzone, mi ritrovo in lacrime!

perfetto Noemi, sei riuscita a rovinare le tue stesse intenzioni. Ma che cogliona che sono.

«è successo qualcosa?» dice il maestro Kledi, preoccupato

«una mezza cosa!» dico sicura di me.

«ti va di raccontarmi questa '' mezza cosa?»

Annuisco. Tanto dalla bocca del maestro Kledi non uscirà nulla, ne sono sicura.

Prende posto difronte a me e mi fa un cenno con la testa.

«vede , sono stata fidanzata quattro anni con un ragazzo di nome Marco. Nei primi due-tre mesi tutto andava bene, poi lui si mostrò per quello che era, un vero e proprio mostro.» scese la prima lacrima. «voleva tutto di me, voleva il sesso, ma io ero piccola, avevo solo 14 anni, non me la sentivo. Non sapevo nemmeno il significato, si può dire.. Allora lui, cominciò ad abusare di me fortemente, e quando mi dimenavo usava le mani. Non dovevo osare a dire 'no' quando me lo chiedeva altrimenti le conseguenze sarebbero state gravi.
Mi ricordo un episodio, l'episodio che non dimenticherò mai. Eravamo nella sua macchina, visto che lui era più grande di me di quattro anni, era buio, e c'era una terra.. non ricordo bene cosa sia, in mezzo ad esse c'era una sola casa, abbandonata. Mai a pensare cosa volevo fare, andai tranquillamente. Appena entrai c'erano altri 2-3 ragazzi, grandi. Molto più grandi di me. Mi spinsero sul letto e mi legarono, cominciarono a spogliarmi, avevano tipo una frusta in mano, mi dimenavo di brutto e, lui furioso, cominciò a dirmene di tutto. Urlavo, urlavo forte e lui rideva malizioso, osai solo dire: che cazzo ridi?.  Me ne diede, di quelle brutte. Schiaffi, calci nella pancia, e frustate. Bruciava, bruciavano tantissimo quelle maledette ferite, mi conveniva stare zitta e subire. Abusarono di me in quattro di loro. Mi sentivo sporca. Distrutta. Avevo solo quattordic'anni professore, ero una semplice ragazzina che viveva la sua adolescenza con il suo "primo amore". Mi nascondevo da tutti, nessuno sa niente, nemmeno mia madre. Tornavo a casa e andavo in fretta e furia in bagno per coprirmi graffi col fondotinta, e la mattina per andare a scuola facevo lo stesso. Non ho vissuto l'adolescenza che sognvo, al contrario, ho vissuto l'inferno..»

Ormai sono bagnata dalle lacrime, posso farci un fiume con le lacrime che sto cacciando.

E il maestro Kledi lo stesso, piange per me.
Mi abbraccia forte, non riuscivamo a parlare, ma con quell'abbraccio abbiamo comunicato tantissimo.

«Ecco Noemi, come hai già detto la tua non è stata un'adolescenza facile, e mi dispiace. Mi dispiace tantissimo. Ora ho capito perché ti allontani ogni volta che qualche allievo si avvicina a te. Ma non devi, soprattutto con i bravi ragazzi, Noemi. Tu devi vivere, devi fare quel che non hai fatto nella tua adolescenza. Devi ricredere all' amore, devi avere compagnia maschile, devi fidarti delle persone, devi fidarti dei ragazzi. Loro non sono come tu immagini, fidati di loro.».

«ci penserò, grazie, grazie davvero maestro..» dico, abbracciandolo!

«devi ringraziare te stessa, perché tu sei forte Noemi

- Solo insieme saremo felici.- LeleEsposito. (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora