Passò una settimana e ad Harry non fu mai rivelato il luogo in cui era tenuto Louis. Zayn era molto più severo di quanto fosse mai stato chiunque con Harry, non gli permetteva di dormire nella sua stessa stanza quindi il riccio dormì sempre nel morbido letto di Louis, semplicemente perchè è più comodo ed almeno ha le coperte, si ripeteva ogni sera prima di addormentarsi, tanto quasi da convincersi del fatto che poteva fare a meno del respiro regolare del ragazzo dagli occhi blu.
Spesso durante l'addestramento fantasticava su quello che la sua famiglia stesse facendo senza di lui, sperava che non fossero preoccupati per lui, si chiedeva come avrebbe potuto far sapere a Gemma e a sua madre che stava bene anche se sapeva che sarebbe stato impossibile.
La sera del secondo Martedì del suo periodo di addestramento con Zayn Harry venne preso da parte dal moro che gli rivelò tutto.
Il riccio non ci vide più dalla rabbia e corse nelle cucine a prendere un pezzo di pane e dell'acqua da portare a Louis, che chissà da quanto non mangiava.
Corse giù dalle scale rischiando di inciampare diverse volte sui suoi piedi ed arrivò fino alla figura del liscio.
«Louis?» lo chiamò Harry a distanza di qualche metro da essa .
«Harry... cosa ci fai qui? Torna su altrimenti il capo punirà anche te» la sua voce era flebile, e quando Harry gli si avvicinò notò quanto i suoi lineamenti fossero diventati duri, scavati. Ebbe lo strano istinto di prendere il viso del ragazzo tra le mani, come per provare che davvero fosse in quello stato. Si domandò da quanto non mangiasse, ma la risposta non gli importava davvero quando gli porse il pane e la bottiglietta.
Louis mangiò con foga, poi sorrise e ringraziò il riccio.
«Vai ora, altrimenti ci scoprono» sorrise di nuovo.Harry indeciso si sedette affianco al liscio, anziché uscire come gli aveva ordinato.
«Come hai fatto a stare qua dentro due mesi interi?» chiese Louis scherzosamente.
«C'eri tu che ti prendevi cura di me...» borbottò Harry un po' rosso in viso, benedicendo il buio della cantina. Giocava nervosamente con i suoi anelli per scaricare la tensione.
«Come ci hanno scoperti?» chiese infine. Harry sentì Louis risentirsi al pensiero di Zayn che spifferava tutto al suo capo.
«Zayn ha vuotato il sacco, credo» la rabbia ribollì nelle vene del liscio, il quale si alzò dal lurido materasso e calciò la bottiglietta d'acqua ormai vuota.
«Vai ora, altrimenti fai una brutta fine» disse gelido.Harry si incamminò sulle scale velocemente e, una volta uscito, chiuse bene la porta, appoggiandosi con la schiena ad essa. Chiuse un secondo gli occhi umidi per realizzare quello che stava succedendo.
Poco dopo venne incalzato da Zayn, che lo rimproverò: «Lasciami finire di parlare la prossima volta signorina, o ti spacco le ossa. D'accordo?» Harry annuì felice di aver fatto per Louis, quello che Louis aveva fatto per lui.
***
Il tempo passava lento nell'attesa dell'uscita di Louis, ed Harry cominciava ad ammettere che gli mancasse davvero. In ogni caso c'era sempre una parte di lui, non poi così tanto insignificante, che gli ricordava che non era possibile, che era solo una strana illusione del fatto di essere sempre stato con lui da quando era stato rapito. Louis e Liam erano stati gli unici ad essere stati gentile con lui fin dall'inizio in quel luogo colmo di inospitalità e di freddezza che forse un po' avevano contagiato anche Louis. In ogni caso sentiva che lui non era come Zayn o quell'uomo che tutti chiamavano 'boss'.
Piano piano Harry scopriva segretamente lati nascosti del moro: trovò alcuni schizzi di volti ed in molti era rappresentato Liam. Era davvero bravo, Zayn. Un pomeriggio al campo di tiro Harry aveva provato a toccare l'argomento:
«Hey Malik» azzardò mentre prendeva la mira. Zayn l'aveva sempre intimato di non chiamarlo per nome, diceva che non ne era "all'altezza".
«Mh» gli rispose questo aggiustando la posizione delle braccia di Harry che non volevano proprio stare tese.
«Cosa fai nel tempo libero?» sparò.
«Io non ho tempo libero» tagliò corto Malik, ma Harry non si diede per vinto, così infilò un altro colpo in canna e questa volta tese bene le braccia.
«Io di solito scrivevo, ma ora che sono qui non ne ho la testa» confessò il riccio.
«Che genere di cose scrivi?» si finse interessato l'altro.
«Nulla di che» fece spallucce Harry e sparò subito dopo. L'argomento rimase aperto senza avere una coda quando Zayn sentenziò:
«Prendi le tue cose e vai a cambiarti. Stasera usciamo.»
Harry stupito si coprì dal freddo di fine Dicembre e si diresse in camera, non del tutto soddisfatto dell'esito della conversazione precedente.Passò attraverso i corridoi umidi dell'hotel e tirò fuori le chiavi della stanza dalla tasca. Le infilò nella serratura ansioso di farsi una doccia. Girò in senso antiorario e la chiave rimbalzò indietro. Inaspettatamente la porta era aperta. Harry allora piegò la maniglia ed entrò spostandosi i capelli da una parte all'altra facendoli rimanere scompigliati alla vista di una smilza figura seduta sul letto con i gomiti appoggiati alle ginocchia a reggere un cellulare che illuminava parte dei capelli che glicoprivano il volto.
«L-louis?» Harry si tolse la giacca senza distogliere un secondo lo sguardo dalla figura.
«Harry» alzò la testa Louis sorridendo malinconico. Gli sguardi dei due si incontrarono e fu in quel preciso istante che nello stomaco di Harry si scatenò uno stormo di farfalle che gli fece mancare il fiato. Non aveva la più pallida idea di come reagire, quindi rimase a fissare l'azzurro degli occhi di Louis. Sentiva che poteva perdercisi in quelle pupille color oceano, sentiva che qualcosa tra di loro si era rafforzato mentre tutte quelle dannate farfalle gli ronzavano nello stomaco.
«Beh? Non sei contento di rivedermi?» sorrise di nuovo il liscio.
«S-si...» cambia argomento Harry, cambia argomento «Sai qualcosa dell'uscita di stasera?» disse allora in fretta e rosso in viso il riccio.
«Sì, è così tutti gli anni, Zayn crede di farmi una sorpresa portandomi al blue note ogni compleanno, anche se ormai è un'abitudine» l'amarezza si fece spazio sulle labbra di Louis quando pronunciò il nome di Malik. Era comprensibile dopo quello che gli aveva fatto.
«Compleanno?» piegò la testa Harry
«Sì, è il mio compleanno oggi» disse il liscio arrossendo leggermente.
«Quanti sono?» disse Harry girando le spalle al suo interlocutore e togliendosi la maglietta.
«Ventiquattro» Harry osservò come le labbra sottili di Louis si flettessero a pronunciare quelle parole.
«Ci divertiremo» esordì questo guardando Harry infilarsi nella porta del bagno, il quale, ancora scosso si sciacquò il viso con dell'acqua fredda per riprendere il suo normale colorito. Subito le farfalle nello stomaco si placarono ed il riccio poté farsi la doccia in pace.

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UNFAIR [L.S.]
Fanfiction"Ingiusto" Questa parola tormentava la mente di Harry da quella notte. Tutto quello che gli successe dopo sembrava tremendamente ingiusto. Ma se invece non fosse così? Se tutte le convinzioni che aveva sempre avuto fossero solo il frutto del suo sti...