23. Tell me please

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Louis rientrò nell'hotel circa un'ora dopo la discussione con il riccio, subito Zayn gli andò in contro.
«Louis per ora occupati tu di Harry, okay? Grazie mille sei un amico.» disse tutto d'un fiato per poi precipitarsi da qualche parte. È inutile dire che Louis non aveva alcuna voglia di rivedere il ragazzo dagli occhi verdi, quindi quando lo sccorse allenarsi gli concesse un giorno di riposo.
«Va' in camera a riposarti Harold» disse semplicemente. Harold non fiatò, a dire il vero non guardò nemmeno Louis con gli stessi occhi del giorno prima e di tutti i quelli precedenti al suo compleanno.

Intanto Zayn stava entrando nella piccola stanzetta di Liam, con un sorriso misto tra cattiveria e malizia che gli illuminava il viso.
«Bene Liam, sei stato bravo, devi solo convincere completamente Harry ad andarsene e sarà fatta.» Il pakistano si avvicinò al ragazzo con lenti passi, ma quando fu abbastanza vicino, Liam non seppe più resistere ed eliminò la distanza tra loro unendo le loro labbra. In un primo momento Zayn si irrigidì spaventato dalla foga del minore, ma subito dopo si lasciò andare alla passione che entrambi emanavano. Prese il cappello che indossava e lo mise sui morbidi capelli di Liam, con la visiera all'indietro per non intralciarli.
Zayn spinse il corpo muscoloso di Liam sul lurido materasso, mentre gli sfilava la maglietta.
«Da quanto desideravo farlo» sussurrò il più grande, staccandosi dalle labbra dell'altro per privarsi del grosso tessuto del maglione che indossava. Senza lasciar una tregua al più piccolo Zayn passò dalle labbra al mento, per poi proseguire lungo la mascella, fino ad arrivare a mordere leggermente li morbido lobo di Liam.
Le gambe dei due si intrecciavano e si annodavano mentre il pakistano prendeva tra i denti la carne del minore e la inumidiva con  baci e leggeri morsi.
Quando Zayn raggiunse la pelle appena dietro l'orecchio di Liam iniziò a baciarla con più lentezza, a succhiarla, fino a lasciare un piccolo segno violaceo che gli avrebbe ricordato che Liam era suo. Passò poi dal collo fino ad arrivare alle clavicole, e anche lì lasciarci un livido.
«Zayn...» mormorò il minore mentre slacciava la cintura del ragazzo che finalmente poteva avere.
«Dimmi piccolo» disse il ragazzo incatenando le sue iridi in quelle color nocciola di Liam.
«Spero solo che resterai più dei succhiotti che mi hai fatto» quella frase fece sorridere Zayn, che con dolcezza baciò il minore ed ancora una volta, le farfalle negli stomaci dei due battevano le ali in sincronia, danzavano sulla stessa armonia e planavano sugli stessi silenzi.
«Aspetta... Chiudo la porta...» Liam si alzò e si diresse dall'altra parte della stanza per, appunto, chiudere la porta. Zayn si alzò con lui e quando il più piccolo ebbe girato la maniglia gli posò leggermente le mani sui fianchi, spingendolo con la schiena contro il muro. Bacino contro bacino, petto contro petto, labbra contro labbra. Le menti dei due ragazzi si erano spente per lasciare spazio al battito dei loro cuori.
Improvvisamente Zayn lasciò il corpo di Liam, ricordandosi delle terribili cose che gli aveva fatto. Si era sfogato su di lui, aveva scaricato tutta la sua rabbia sul meraviglioso corpo del ragazzo che desiderava.
«Tu... Io... Come... Non sei arrabbiato con me? Insomma... Io sono stato uno stronzo e tu... Io non ti merito...» disse allora, realizzando solo mentre parlava cosa stesse realmente accadendo.
«Zayn... Io ti ho perdonato tempo fa» sorrise sincero Liam. A quella visione il moro si sentì mancare, il suo sorrido era la cosa più bella che avesse mai visto e per tutto quel tempo aveva provocato solo lacrime e dolore a quell'angelo.
«Scusami...» abbassò lo sguardo poi, in segno di pentimento.
«Vieni qua, stupido...» Liam si avvicinò e lo abbracciò stretto.

Intanto Harry stava rientrando in camera, cercando di non pensare a nulla, soprattutto cercando di non pensare a Louis. Ma tutti i suoi sforzi furono vani quando questo fece il suo ingresso nella stanza, circa una decina di minuti dopo.
«Devi usare la doccia?» chiese freddo. Il riccio scosse la testa senza nemmeno guardare il ragazzo che amava.
«Devo aiutarti a togliere la felpa?» chiese poi ad alta voce, quando Louis si era già chiuso in bagno.
«Si» si sentì dall'altra parte della porta di legno. Così Harry entrò, prese i lembi di tessuto della felpa nera che il liscio stava indossando e gliela sfilò con cautela. Come suo solito Louis non indossava nulla sotto, così il riccio potè vedere ancora una volta il suo fisico marchiato da neri tatuaggi.
«Sei bellissimo» si lasciò scappare poi Harry, pentendomene immediatamente.
«No Harry. E ora smettila di guardarmi.» Louis si voltò di spalle ed iniziò a slacciarsi gli skinny jeans neri che indossava.
«Senti Louis. Non so cosa ti sia successo ieri sera con Zayn, ma sappi che non hai alcuna ragione di trattarmi in questo modo. Io ti amo okay? So che ieri sera hai sentito. Se è questo che ti turba, beh, mi dispiace ma non c'è nulla che tu possa fare. Quello che provo per te non cambierà. Mai.» sentire quelle parole fece male a Louis. Furono come una violenta pugnalata al petto, dritto al cuore. Nulla poteva cambiare. Chiuse gli occhi, per ricomporre i suoi pensieri e non urlare ad Harry che anche lui lo amava, che si sarebbe buttato da un palazzo di mille piani per lui e che gli faceva male trattarlo così. Si morse la lingua, cercando di trattenere una lacrima, che scese inesorabile.
«Harry ti conviene uscire da questo bagno immediatamente.» Louis cercò di fare in modo che la sua voce non si spezzasse pronunciando quelle parole.
«No.» disse semplicemente l'altro.
«Come?»
«No, Louis. Non mi arrenderò così. Io credo che... Cosa ti passa per la testa mh? Cosa ti ho mai fatto per farti cambiare così nei miei confronti? Dimmelo per favore. Voglio sapere cosa è stato a farti così male da farti chiudere anche nei miei confronti.» Harry infilò una parola dietro l'altra, come se si fosse preparato quel discorso prima, e forse era proprio così.
«Ti credi così speciale per me? Credi di essere l'unico con cui io parli? Che presuntuoso. Davvero. Fammi un favore: porta te e la tua presunzione fuori da questo cazzo di bagno. Devo farmi yna doccia e non ho bisogno di un ragazzino fra i piedi. Se ci tieni davvero a saperlo, non mi interessa se mi ami o se mi odi. Forse non l'hai capito, ma tu per me sei stato solo un passatempo, qualcosa per far passare il tempo. Ma da gran stupido pensavo fosse chiaro. Mi diapiace se mi ami, ma la cosa non è affatto ricambiata. Sappilo.» e con queste parole, Louis stese Harry. Fece in modo che tutto quello in cui aveva sperato fino a quel momento, tutti i suoi desideri e le sue speranze, si sgretolassero assieme al suo cuore.
«Molto bene.» disse Harry dopo qualche minuto di silenzio.
«Non aspettari di rivedere questo passatempo tanto presto.» detto questo uscì dal bagno con la felpa di Louis in mano, si sfilò il maglione e se la mise. Sapeva di lui. Un piccolo ricordo di Louis sarebbe venuto con lui nella sua fuga. Sì. Se ne sarebbe andato per sempre, e guai a chi l'avesse fermato.
Non pensò nemmeno a prendere i vestiti che gli avevano dato durante il suo soggiorno all'hotel, uscì semplicemente dalla sanza, passò per l'arena di tiro, prese una pistola. Gli sarebbe servita se qualcuno avesse provato a fermarlo. Si infilò l'arma nei pantaloni e, a passo sempre più svelto, si lasciò alle spalle quell'orrendo posto.
Cominciò a correre appena sentì la prima goccia di pioggia. Sarebbe stato un lungo giorno prima di arrivare a casa.




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BANANA TIME:

Heyyyyyyyy!!!
Sono tornata. Incredibile eh?
Scusatemi davvero la lunga assenza ma non riuscivo a scrivere questo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate, per favoreeeh!
Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Vi avviso che tra qualche giorno ne pubblicherò un altro che avevo già pronto da tempo. Solo il tempo di fare le ultime revisioni.
Mi scuso se nel capitolo ci sono errori, ma ho scritto dal cellulare e di fretta.
Anyways,
All the love,
Alice💎

UNFAIR  [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora