14. As you want

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La freddezza dei ragazzi li portava spesso ad avere litigi e ad urlarsi addosso, ma questo solo perchè entrambi si erano sentiti feriti ed in colpa allo stesso tempo. Si stavano lentamente distruggendo a vicenda.

Liam sosteneva di aver perdonato Zayn, diceva che lo aveva fatto per loro, per non farli scoprire dal capo che sicuramente sarebbe stato contrario. Diceva che Zayn alla fine era buono e che bisognava solo aspettare che si aprisse.
Ovviamente Harry gli raccontò tutta la faccenda, ma lui stranamente disse che non gli interessava, che se gli piaceva un ragazzo tra loro non sarebbe cambiato nulla. Glielo aveva promesso. In ogni caso Harry continuava a negare, a sé stesso ed agli altri, che a lui interessasse Louis.

Zayn si scusò con Louis per aver fatto la spia e siccome avrebbe smesso di fare l'orgoglioso solo per il suo migliore amico, Louis lo perdonò.

L'unico ancora in conflitto era Harry, che non avrebbe mai ammesso di aver sbagliato, per nulla al mondo.

E così arrivò la notte di capodanno, o meglio: la notte del primo furto di Harry.

«Non sarà semplice, se non ci riesci credo che il capo non ti vorrà più vedere, quindi vedi di fare bene o...» s'interruppe un'attimo Louis «Non avrai una seconda chance» Il riccio annuì senza guardare il ragazzo negli occhi, non lo faceva più da Natale. Non aveva nemmeno aperto il regalo che era rimasto sul comodino a prendere la polvere della stanza.
«Ricordati di fare in fretta, avrai poco tempo da quando l'allarme sarà disattivato. Metti questo» si raccomandò Louis porgendogli un passamontagna nero.
«Non ne avrò bisogno, non mi vedrà nessuno» sputò il riccio prendendo l'indumento ed infilandoselo violentemente in tasca. Tesi come corde di violino uscirono dalla loro stanza, percorsero il corridoio e passarono per la stanza di Liam che sfortunatamente aveva la porta aperta. Lo sguardo deluso del ragazzo trafisse Harry come una freccia: tutti e tre sapevano che quello che stava per fare era tremendamente sbagliato. Il riccio istintivamente abbassò la testa colpevole per poi superare la porta d'uscita. Il freddo della sera gli pizzicò le guance che si arrossarono assieme al suo naso ed alla punta delle orecchie. Harry si sentì lo sguardo di Louis addosso. "Che frocio" si sforzò di pensare, anche se non era affatto quello che il cuore gli suggeriva.

Zayn si mise al volante del camioncino mentre lui e Louis salirono nel retro. Seduti sulle piccole panchine ai lati opposti del mezzo si bruciavano con lo sguardo, il liscio fu il primo a rimanere scottato dallo sguardo bollente dell'altro, il quale ghignò soddisfatto. Intravide Louis stringere gli occhi e mordersi il labbro inferiore, per un attimo ebbe l'istinto di alzarsi ed andare a consolarlo, ma il cervello lo fermò all'istante: la corazza che si era creato in quella settimana non poteva sgretolarsi sotto quell'atteggiamento da parte del liscio.

Una lacrima luccicò alla luce della luna prima di precipitare lungo le calde guance di Louis. In quell'istante tutto quello su cui Harry aveva lavorato si sbriciolò. "Andiamo non puoi rammollirti per questo" lo riprese la voce nella sua testa.

«Perchè piangi adesso?» il suo tono non era né freddo né tantomeno preoccupato, solo distaccato, non lasciava trasparire nulla, ne era certo.
«Non sto piangendo» tirò su col naso il liscio e si asciugò gli occhi con la manica della felpa nera.
«Come vuoi tu» era tornato freddo il primo. Non aveva alcuna intenzione di immischiarsi di nuovo con i sentimenti di Louis, non sarebbe certo stata una mossa intelligente.

La tensione nel retro del furgoncino si poteva tagliare con un coltello e quando Zayn aprì le porte Harry si sentì mancare: non poteva essere, non casa Horan. Una strana sensazione si propagò nel suo petto, il suo respiro si fece affannoso e si dovette appoggiare al furgone per non perdere l'equilibrio.
«Qualche problema Styles?» fece Zayn vedendo Harry in quello stato.
«N-no tutto... tutto a posto...» cercò di riprendersi allora il riccio. Fece un respiro profondo e si incamminò verso la scala che il moro aveva poggiato al muro. Salì lentamente i pioli fino ad arrivare alla finestra della stanza del suo migliore amico.
"E pensare che gli dicevo sempre di chiudere la finestra quando dorme" rise malinconico. Chiuse per un secondo gli occhi per farsi coraggio: doveva farlo o sarebbe stato un uomo morto, letteralmente.
Entrò. Tutte le cellule del suo corpo gli dicevano di non guardare a destra, dove si trovava il letto dell'amico, quasi glielo urlavano. Gli diede ascolto e scese le scale fino alla sala; entrò nella stanza dei genitori di Niall ma sorprendentemente non trovò nessuno.
«Non c'è nessuno qui» disse a Zayn e Louis attraverso il piccolo auricolare che si era accuratamente sistemato prima di uscire.
«Sono tutti a festeggiare da amici, li abbiamo monitorati per in po'» lo rassicurò il moro. Tanto meglio, un problema in meno. Tranquillamente allora il riccio si diresse verso la riproduzione della gioconda affianco al letto matrimoniale, dove aveva imparato esserci la cassaforte. Senza fatica la scassinò e lentamente la aprì. Le mani gli tremavano e nelle vene gli scorreva l'adrenalina che a stento conteneva. All'interno trovò gioielli, mazzette di banconote e qualche pietra preziosa. Arraffò tutto e controllò con la torcia che non ci fosse più nulla dentro; l'ombra di qualcosa si proiettò imponente sulla parete della cassaforte: un biglietto.

Tanti auguri di buon compleanno amico mio,

sii forte,

Ricordati che per te ci sarò sempre.

Un bacio,

Tuo Harry.

Così il riccio sorrise malinconico e rimise il biglietto al suo posto; non poteva certo portarselo via. Lo sorprese il fatto che il biondo avesse conservato il biglietto in cassaforte, con i gioielli e tutte quelle pietre preziose. Fu preso dalla nostalgia e qualche lacrima gli solcò il viso.

«Harry ci sei? Hai poco tempo» sentì nell'orecchio sinistro risvegliandosi da quello stato di trance.
«Ho fatto, ora esco» chiuse l'anta blindata e rimise al suo posto la gioconda.

Salì al primo piano e ripassò per la stanza vuota dell'irlandese. Buttò un occhio sul letto e vide che non era affatto vuoto. Niall sussultava e si dimenava nelle coperte. Harry si trovò davanti un bivio: andare con Zayn e Louis e lasciare lì l'amico sicuro di non essere beccato; oppure calmare Niall e rischiare di venire preso. "Perchè scegliere?" si disse allora. Lanciò il bottino giù dalla finestra e si precipitò sulla figura tremante del suo migliore amico.

«Niall svegliati» lo scosse leggermente e questo subito spalancò gli occhi.
«Harr-Harr-Harrr...» balbettò ancora tremando.
«Sono qui Niall, tranquillo» lo rassicurò allora il riccio. Gli posò una mano sulla fronte sudata.
«Cristo Nì scotti!» ritirò la mano scherzoso soffiandoci sopra, facendo comparire un timido sorriso sulle labbra del biondo.
«Sta' qui, ti vado a prendere qualcosa» gli sorrise a sua volta Harry prima di andare in cucina a prendere un'aspirina e versarla in mezzo bicchiere d'acqua. Quando tornò in camera il biondo si era riaddormentato. Il riccio si convinse che era meglio non farsi vedere, in modo da fargli credere che fosse stato un sogno. Così prese un piccolo post-it e ci scrisse sopra:

Per la febbre

-H.

Lo appiccicò sul bicchiere prima di scuotere la spalla dell'amico e precipitarsi alla finestra e nascondersi dietro le imposte. Vide Niall stropicciarsi gli occhi e prender il bicchiere in mano. Se lo avvicinò un po' per leggere meglio. Sorrise. Harry era al settimo cielo, non vedeva Niall sorridere da tempo e questo gli riempì il cuore. Il biondo bevve tutta la medicina e, invece di rimettersi a dormire come Harry aveva pensato, si alzò ed andò alla finestra. Il riccio si nascose meglio.
«Grazie Harry, ovunque tu sia adesso» sorrise guardando il cielo bucherellato da tante stelle. Poi chiuse la finestra e si rimise a letto.

«Possiamo andare signorina?» chiese scocciato Zayn quando vide il riccio saltare giù dal tetto della villetta; questo annuì e raggiunse Louis nel retro del furgoncino.
«Scusa non sapevo niente te lo giuro» disse il liscio.
«Si, va bene. Fa niente» ormai nulla poteva smontare il sorriso che era nato spontaneo sulle labbra del riccio. Niente eccetto una cosa.

Fiiiiiiiiiiiiiiiiiii-BUM!

Un fuoco d'artificio esplose poco lontano da lì. Era scoccata la mezzanotte. Harry si coprì le orecchie e strinse gli occhi terrorizzato. Così Louis gli si sedette accanto mentre Zayn metteva in moto; comunque tenne le distanze.
«Hai paura dei fuochi d'artificio?» lo beffeggiò allora.
«Sta' zitto e lasciami in pace» sputò acido Harry allontanandosi da Louis.
«Come vuoi tu»

UNFAIR  [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora