Nico Pov
Quando ripresi i sensi mi trovai in una piccola stanza poco illuminata e umida. Con orrore notai che alla vita non portavo più il cinturone al quale era attaccato il nero fodero di Tamerlein e che mi avevano portato via anche il bastone. Ero completamente disarmato. Una piccola finestrella con delle sbarre mi consentiva di vedere all'esterno e notai che eravamo in mare aperto.
Ma come era possibile?
Improvvisamente la risposta a quella domanda mi venne in mente e dovetti sedermi sulla piccola brandina presente nella stanza per non cadere al suolo. Quella voce...quella maledetta voce che popolava, e popola tutt'ora, i miei incubi...quella voce che sentii quando la mia famiglia morì davanti ai miei occhi senza che io potessi fare nulla...
Sentii il mio cuore aumentare i battiti, come se volesse uscirmi dal petto. Cercai di calmarmi, pensai al mio equipaggio e a Will. Se ero fortunato non avevano catturato né lui né l'equipaggio e, se erano ancora al sicuro, pensai che sarebbero andati in Italia a trovare il posto dove era nascosta la Perla Nera. Hazel sapeva dove doveva cercarla e avevo dato precisi ordini che, se mi fosse successo qualcosa, non sarebbero dovuti venire a cercarmi ma continuare le ricerche. Erano marinai fidati e so che avrebbero ubbidito ai miei ordini senza esitazioni, ma il pensiero di aver lasciato Will da solo mi straziava il cuore. Per quanto cercassi di non pensarci i ricordi dell'ultima settimana insieme e del nostro primo bacio balenavano sempre nella mia mente, accrescendo il mio senso di colpa e la mia nostalgia. Mi sdraiai sulla brandina e cercai di elaborare un piano per uscire da quella stanza.
I giorni passarono inesorabili e io mi ero ormai rassegnato all'idea che non sarei riuscito a fuggire da lì. La mia stanza era sorvegliata giorno e notte da quattro guardie e la porta della stanza veniva aperta pochi secondi solo per far entrare un vassoio con del cibo. Quando mi ero ormai rassegnato a passare il resto dei miei giorni su quella scomoda brandina in quella maleodorante stanza la porta della stanza venne aperta e una guardia vi entrò. Mi alzai di scatto e scrutai il nuovo venuto.
"Muoviti, si scende! Il caporal maggiore vuole vederti e a lui non piace che si arrivi in ritardo" disse la guardia, guardandomi dall'alto in basso.
"E se mi rifiutassi?" dissi in tono di sfida.
"Beh, non hai scelta. O vieni o ti uccido" disse l'uomo con semplicità, sguainando la spada e puntandomela alla gola. Non risposi ma mossi pochi passi verso la porta.
"Ecco, bravo. Vedo che ci siamo capiti. Sai non riesco a capire come mai ti temano tutti. Sei docile come un agnellino" disse la guardia in tono di scherno. Mi fermai di botto. Non accettavo che mi si parlasse in questo modo.
"Non fermarti! Continua a camminare!" sbottò la guardia, pungolandomi con la spada. Agii d'impulso. Mi voltai di scatto e sferrai un pugno in faccia all'uomo che, per lo spavento, lasciò cadere la spada. Fulmineo, raccolsi la spada e la infilzai nel petto dell'uomo, all'altezza del cuore.
"Detesto che mi si paragoni ad un agnellino. Io non sono docile" mormorai all'uomo, poco prima che morisse. Uscii velocemente dalla stanza, lasciando le guardie momentaneamente spaesate, e corsi verso il ponte. Chiunque si parasse di fronte a me moriva. Arrivai sul ponte della nave, sentivo che se fossi riuscito a scendere dall'imbarcazione sarei stato libero. Purtroppo i miei piani andarono in fumo quando una trentina i uomini mi bloccarono il passaggio, sguainando le spade e caricando le pistole. Se dovevo morire tanto valeva morire in battaglia, così cominciai a combattere. Improvvisamente un colpo di pistola fendette l'aria e tutti ci fermammo. Un uomo si fece avanti dal gruppo: era alto e pallido, aveva i capelli biondo cenere e gli occhi di un azzurro opaco, slavato, nonostante tutto apparteneva agli alti ranghi della marina. Era un'ufficiale, lo stesso ufficiale con cui combattei anni orsono, lo stesso ufficiale che mi procurò la cicatrice sul viso.
STAI LEGGENDO
La Perla Nera (Solangelo)
Fanfiction"Sul ponte della nave c'era molto movimento e ogni membro dell'equipaggio stava lavorando. All'improvviso si bloccarono tutti e da sottocoperta uscì un uomo, il capitano della nave: era alto e slanciato, indossava degli stivali, dei pantaloni, una c...