Villa Di Angelo

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Nico Pov

Un fastidioso raggio di sole mi costrinse ad aprire gli occhi. All'inizio vidi tutto sfocato ma, sbattendo un paio di volte gli occhi, realizzai di trovarmi in una stanza che conoscevo molto bene. Un'ampia stanza dalle pareti bianche e dai mobili scuri di mogano. L'enorme finestra dava una splendida vista sul mare e le due lunghe tende nere ai lati pendevano flosce e immobili. Il grande letto a baldacchino dalle lenzuola di raso nere cigolò quando mi mossi, cercando di mettermi seduto, ma un peso allo stomaco me lo impedì. Abbassai lo sguardo e il cuore prese a battere veloce: seduto su una sedia posta al lato del letto vi era Will, con la testa poggiata sul mio addome. I capelli biondi gli ricadevano sparsi davanti al viso e, illuminati dai primi raggi del sole, assomigliavano ad oro fuso. Sorrisi inconsapevolmente e allungai una mano, facendola scorrere delicatamente tra i morbidi capelli di Will. Gli tolsi qualche ciocca di capelli dal viso e lo osservai dormire, con un'espressione angelica dipinta sul volto. Mille emozioni e mille pensieri mi turbinavano nella mente e nel cuore, ma non riuscivo a identificarli, erano troppi e confusi. Non so per quanto tempo rimasi a osservare Will dormire, accarezzandogli piano i capelli, ma volevo che quel momento di pace e serenità non finisse mai, non volevo ancora ritornare alla dura e cruda realtà. Improvvisamente Will si svegliò e mi ritrovai a fissare incantato quei due zaffiri che erano i suoi occhi, la mano ancora affondata nei suoi morbidi capelli.

"Buongiorno" dissi con un piccolo sorriso.

"Buongiorno anche a te" rispose lui, sorridendomi a mia volta, senza spostarsi dalla posizione in cui si era addormentato "È molto che sei sveglio?"

"No, non tanto. Sei rimasto al mio capezzale per tutta la notte" domandai curioso, riprendendo a muovere la mano tra i suoi capelli. Lui chiuse momentaneamente gli occhi, deliziato dal mio tocco.

"Sì, sei rimasto svenuto alcune ore e ho voluto rimanerti accanto. Spero che non ti sia dispiaciuto" disse Will, riaprendo gli occhi.

"No, ti ringrazio"

"E di cosa? Ho solo fatto quello che era in mio potere per salvarti. Era il minimo che potessi fare dopo che, in parte a causa mia, sei stato incarcerato e torturato" disse lui, alzandosi lentamente e prendendo la mia mano tra le sue.

"Per te sarà stato anche il minimo che potessi fare, ma per me ha significato molto. Nessuno avrebbe fatto ciò che hai fatto tu per me. Hai avuto molto coraggio" gli dissi, stringendo a mia volta le sue mani tra le mie. Lui annuii, anche se non mi sembrava del tutto convinto.

"Tu sai dove ci troviamo? Hazel ci ha condotto qui l'altra sera ma non ha voluto dirci dove siamo" domandò lui, guardandosi intorno spaesato.

"Sì, questa è Villa Di Angelo, la mia vecchia casa sull'isola di Murano" risposi mettendomi seduto.

"Tu...tu vivevi in questa casa? È enorme!" disse sorpreso Will.

"Di che ti sorprendi? La tua casa in Normandia è il doppio di questa!" protestai, divertito dalla faccia di Will.

"Dettagli, Di Angelo, dettagli" minimizzò lui con un movimento della mano, scoppiando poi a ridere e contagiando anche me. Un leggero bussare ci riscosse dalle risate.

"Avanti!" dissi, cercando di smettere di ridere. Dei, era da tanto tempo che non ridevo così!

"È permesso?" la porta si aprì ed entrò Hazel. Si fiondò subito a fianco a me e mi strinse in un abbraccio spacca-costole e poi tirò un pugno in testa a Will.

"Ahia! Perché lo hai fatto?" gemette Will, massaggiandosi la testa.

"Prova di nuovo a far soffrire Nico e ti giuro che un pugno in testa sarà niente in confronto a quello che ti farò, capito Solace?" disse lei minacciosa, puntandomi un dito contro il petto.

La Perla Nera (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora