La profezia si avvera (parte 1)

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Nico Pov

"Io ti amo Nico"

"Ti amo Will" quelle tre semplici parole mi procurarono dei piacevoli brividi lungo la schiena. Mi avvicinai a Will lentamente, accarezzando la sua guancia con la mano, come se fosse la cosa più delicata del mondo. Poggiai le mie labbra sulle sue in un dolce bacio e mi sentii come se fossi in paradiso. Le labbra di Will erano morbide e calde, con un sapore dolce e intenso, del quale non me ne sarei mai potuto stancare. Approfondii il bacio e feci scivolare la mia mano tra i morbidi capelli di Will. Dopo un primo momento di smarrimento anche Will rispose al bacio, stringendomi a sé e passandomi le sue mani calde sulla schiena. Gemetti leggermente e passai delicatamente la mia lingua sulle sue morbide labbra per chiedergli l'accesso, e lui me lo concesse senza esitazioni. Le nostre lingue si intrecciarono, dando vita ad una danza veloce e sensuale, assaporai il suo sapore dolce che si mescolava al mio, un po' più amaro, trovandolo semplicemente perfetto. Continuammo a baciarci per qualche altro minuto dopodiché ci staccammo per mancanza di ossigeno, rimanendo però sempre vicini. Will sospirò e poggiò la sua testa sulla mia spalla e cominciai ad accarezzagli delicatamente i capelli, inspirando il suo profumo, un delicato aroma di fiori di arancio.

"È stato bellissimo" mormorò Will con un sospiro soddisfatto.

"Sì, concordo" gli sorrisi, perdendomi in quegli splendidi occhi azzurri, brillanti come zaffiri. Rimanemmo così abbracciati per tanto tempo, osservando il tramonto.

"Sai che ci stanno osservando?" dissi, spezzando il silenzio.

"Cosa?" disse Will drizzandosi a sedere e guardandosi in giro.

"Sì, sono dietro quei cespugli. Là in fondo" risposi indicando un paio di cespugli ad un centinaio di metri dalla spiaggia. Will guardò nella direzione che gli avevo indicato e li vide, arrossendo visibilmente.

"Hazel, Jason venite subito fuori!" gridai e dai cespugli apparvero i due ragazzi, imbarazzati, e si avvicinarono a noi.

"Ciao, vi siete goduti lo spettacolo?" domandai ironico, mentre i due ragazzi mi guardavano imbarazzati, senza rispondere.

"Mi spiegate perché ci stavate spiando?" tentai di nuovo e questa volta risposero.

"Ecco...abbiamo visto che vi allontanavate sulla spiaggia...e Hazel..." balbettò Jason.

"Hazel...cosa?" domandai guardando mia sorella.

"Sospettavo che...vi sareste baciati e..." disse Hazel, anche lei rossa in viso.

"Ok, basta così. Non voglio sapere oltre. Tornate in casa" dissi cercando di trattenere un ghigno alla vista delle loro facce.

Scossi la testa e risi, sapevo che in poco tempo la notizia si sarebbe sparsa per tutto l'equipaggio, ma non me ne importava niente. Con Will al mio fianco, tutto il resto non contava. Rimanemmo sulla spiaggia per qualche altro minuto, dopodiché ci dirigemmo alla villa, ritornando nella camera di Will. Mi sdraiai sul letto, chiudendo gli occhi, rilassandomi completamente mentre sentii Will uscire per poi rientrare dopo una decina di minuti, con un grosso vassoio d'argento con due piatti coperti da due cloche.

"Cosa sono?" domandai curioso, mettendomi seduto.

"Ecco ho pensato che fossi troppo stanco per scendere nella sala da pranzo per la cena così...ho pensato che potevamo cenare qui insieme" disse in imbarazzo, poggiando il vassoio sul letto.

"Grazie, è stato un gesto molto gentile da parte tua" dissi, mentre Will scopriva i piatti e cominciammo a mangiare. Dei se amavo quel biondino tanto rompiscatole quanto dolce e gentile!

Finito di mangiare Will appoggiò il vassoio sulla scrivania e si sdraiò accanto a me sul letto, coprendo entrambi col piume blu. Mi sistemai meglio sul letto e chiusi gli occhi, per poi riaprirli poco dopo a causa di un peso caldo sul petto. Abbassai lo sguardo e vidi la testa bionda di Will comodamente poggiata sul mio petto e, da suo respiro lento e regolare, capii che si era addormentato. Sorrisi e gli posai un dolce bacio sulla testa, per poi addormentarmi a mia volta, stringendolo tra le mie braccia.

Nella settimana che seguii rimasi tutto il tempo con Will, in spiaggia oppure in una delle innumerevoli stanze della casa. Scoprii che io e Will avevamo molte cose in comune e che il biondino era irrimediabilmente un ragazzo romantico, certe volte fin troppo quando mi sussurrava frasi romantiche e mi inventava nomignoli imbarazzanti, ma nonostante tutto l'amavo con tutto me stesso. La mia schiena era completamente guarita grazie alle cure del mio dottore ed ero felice come non mi ero mai sentito in tutta la mia vita ma...nonostante fossi al settimo cielo continuavano a tornarmi in mente i versi della profezia di come colui che era più vicino al mio cuore sarebbe stato colui che mi avrebbe fatto soffrire maggiormente, e questo pensiero mi tormentava giorno e notte, impedendomi di essere pienamente felice. Speravo con tutto il cuore che la profezia non si avverasse. Non vedevo l'ora di ripartire per l'Italia, ma avrei dovuto pazientare un altro paio di giorni visto che la nave non era ancora riparata completamente.

Purtroppo la profezia cominciò ad avverarsi quella sera stessa dando inizio alla mia fine.

Era notte fonda e stavo dormendo con la testa poggiata sul petto ampio e accogliente di Will quando un rumore mi svegliò. Aprii di scatto gli occhi mettendo a fuoco la stanza illuminata dalla luce lunare e rimasi in ascolto quando sentii nuovamente un rumore proveniente dai piani inferiori della casa. Mi alzai, cercando di non svegliare Will, e afferrai il mio bastone e mi legai la spada in vita, uscendo dalla stanza. Con passo felpato scesi velocemente le scale e strinsi forte il pomo a testa di serpente del bastone, nervoso. Sentii l'adrenalina scorrermi nelle vene e mi diressi verso il salone, notando una luce provenire da esso. Aprii lentamente la porta e vidi una figura comodamente seduta su una delle poltrone del salone, purtroppo non riuscii a vedere il suo volto dato che era in ombra.

"Guarda, guarda chi si rivede. Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, non è vero Principe?" disse l'uomo con voce ironica e sprezzante. Conoscevo quella voce...la stessa voce che sentii quando i miei genitori morirono...ma non poteva essere...non riuscivo a credere che mi aveva trovato...

Non riuscii a spicciare parola, rimasi pietrificato al suono di quella voce e, prima che potessi rispondere, un violento colpo in testa mi fece perdere i sensi. L'ultima cosa che sentii prima di svenire fu una risata, una risata colma di gioia maligna...poi il buio.


La Perla Nera (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora