Will POV
Era passata quasi un settimana da quando ero stato ammesso nell'equipaggio della Perla Nera e ancora non ci credevo. Finalmente avevo lasciato quello squallido pub che per me era diventata come una prigione dalla quale non potevo, e non riuscivo, a scappare. Quando, quella sera, il Principe si presentò al pub io lo riconobbi subito e pensai che, se fossi riuscito a far parte del suo equipaggio, potevo ricominciare una nuova vita, lasciandomi alle spalle il mio doloroso passato. E così è stato. In questa settimana sono riuscito ad integrarmi nell'equipaggio e sembrava di far parte di una grande famiglia, una famiglia armata fino ai denti, certo, ma pur sempre una famiglia.
Stavo per dirigermi a pranzo, stavo letteralmente morendo di fame, quando una voce mi bloccò.
"Will?" domandò una voce femminile. Mi voltai e vidi davanti a me una graziosa ragazza con morbidi capelli castani e caldi occhi verdi. Calipso.
"Dimmi"
"Ecco, mi chiedevo se potevi portare questo vassoio nella cabina del Principe. Lo farei io ma devo andare a dare qualcosa da mettere sotto i denti agli altri, altrimenti sono guai" Calipso mi guardò titubante, reggendo un vassoio con una brocca d'acqua, un calice, posate e un piatto coperto da una cloche d'argento. Avevo una fame da lupi ma, agli occhi da cucciolo di Calipso, accettai. Lei sorrise e mi mostrò la strada per la cabina del Capitano, consegnandomi il vassoio e correndo verso la mensa.
Camminai per cinque minuti buoni (quella nave era enorme!) quando finalmente arrivai davanti alla cabina del Principe. Bussai alla porta ma nessuno rispose, cosi aprii lentamente la porta. La cabina era deserta. Entrai nella cabina e rimasi sbalordito. La cabina era enorme e si apriva su quello che, presumevo, fosse lo studio del Capitano: sulla sinistra, di fronte ad un'immensa finestra, c'era un'enorme scrivania in mogano nero ricoperta di carte, mappe ed altri fogli, dietro la scrivania vi era una poltrona in pelle nera con un alto schienale, la quale dava le spalle alla finestra. Di fianco alla scrivania vi era un enorme mappamondo in legno, nella parte destra della cabina c'era un lungo tavolo in legno, presumibilmente il tavolo da pranzo del Principe. Dietro il tavolo da pranzo c'erano due poltrone di pelle nera e, affianco ad una di esse, vi era un mobiletto nel quale erano contenute alcune bottiglie di liquori. Dietro alle poltrone vi erano due porte che portavano alle stanze private del Capitano.
Entrai nella cabina e poggiai il vassoio sul lungo tavolo da pranzo, andando poi ad osservare la scrivania ingombra di fogli, pergamene, mappe e quant' altro. Quello che attirò di più la mia attenzione fu un diario in cuoio nero posto al centro della scrivania. Guardai la porta, per assicurarmi che non arrivasse nessuno, e presi in mano il diario, aprendolo. La prima pagina recava poche righe scritte con un'elegante calligrafia:
Al mio coraggioso Principe della Notte. Ti lascio i miei scritti così che ti possano essere utili e potrai riuscire dove io ho fallito...
Purtroppo non riuscii a leggere oltre perché qualcuno, che non avevo sentito arrivare, aveva sbattuto violentemente la porta della cabina, chiudendola ed imprigionandomi col Capitano. Dallo spavento il diario ricadde sulla scrivania mentre io cercavo di allontanarmi dalla scrivania per poter spiegare al Principe come stavano le cose. Aprii la bocca per dire qualcosa ma l'espressione del pirata mi fece richiudere la bocca e tremare di paura. Il viso del pirata era deformato da un'espressione di odio e rabbia, gli occhi erano freddi e cupi come la lama della sua spada, la cicatrice rendeva il suo volto ancora più minaccioso.
"Che cosa ci fai tu qui?" ringhiò il Principe, osservandomi come se cercasse il punto migliore dove affondare la lama della sua spada per uccidermi.
"I-Io..." non riuscivo a parlare, ero pietrificato dalla paura. "Io...mi...mi avevano chiesto...di...portarle il pranzo..."
Il pirata venne velocemente verso di me e mi afferrò per il colletto della camicia, sollevandomi e sbattendomi contro una parete della cabina.
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La Perla Nera (Solangelo)
Hayran Kurgu"Sul ponte della nave c'era molto movimento e ogni membro dell'equipaggio stava lavorando. All'improvviso si bloccarono tutti e da sottocoperta uscì un uomo, il capitano della nave: era alto e slanciato, indossava degli stivali, dei pantaloni, una c...