Verità amare

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Will Pov

Tre giorni.

Tre giorni erano passati da quando ero ritornato da mio padre e dal mio odioso fratello Ottaviano.

Tre giorni in cui Nico non mi aveva parlato, tre giorni dove veniva incessantemente torturato nei sotterranei con la frusta. Da tre giorni mio padre torturava Nico per sapere dove si trovasse la Perla Nera e, da tre giorni, riceveva delle risposte negative da parte del Principe, il quale veniva puntualmente frustato per la sua risposta. Non ce la facevo più a dover rimanere in quella maledetta stanza e vedere Nico soffrire. Sapevo che non poteva reggere a lungo a quella tortura, ma sapevo anche che avrebbe preferito morire piuttosto che rivelare qualcosa.

Mi sedetti sul letto nella mia stanza nel Palazzo di Giustizia, mentre un torrente di ricordi si riversava nella mia mente. La vita è veramente strana: ho passato tutta la vita a scappare da mio padre e ora mi ritrovo di nuovo sotto il suo comando e, per di più, lo avevo aiutato, contro la mia volontà, a catturare Nico.

Nico.

Quel nome mi provocava dei piacevoli brividi lungo la schiena tutte le volte che lo pensavo e mi venivano in mente due splendidi occhi neri come la notte più buia, lunghi capelli color dell'ebano, candida pelle di alabastro, liscia e perfetta, ed un'inebriante profumo di mare e aghi di pino. Ero, sono, completamente innamorato di lui, peccato che col mio tradimento nei suoi confronti abbia rovinato tutto.

Mi ritornò alla mente il nostro primo bacio, in riva al mare: un bacio dolce e delicato trasformatosi via via in un bacio profondo e passionale. Mi sembra ancora di sentire le sue labbra calde sulle mie, sfiorandole delicatamente, quasi con timore riverenziale, il suo profumo che mi inebriava. In un secondo persi completamente la ragione, sapevo solo che volevo assaporare il più possibile le morbide labbra di Nico.

Calde lacrime mi rigavano le guance, ma non mi curai di asciugarle. Quei ricordi mi straziavano il cuore. Forse avrei fatto prima a non conoscere Nico e a non innamorarmi di lui, forse avrei dovuto ribellarmi a mio padre, lasciarmi il passato alle spalle e ricominciare...ma non potevo, Apollo mi aveva in pugno.

Un sonoro bussare mi distolse dai miei pensieri. Mi asciugai frettolosamente le lacrime e cercai di ridarmi un contegno.

"Avanti"

"Permesso? Perdonatemi, mio signore, il caporale vi manda a chiamare. Vuole che lo raggiungiate nel salone per il pranzo" disse un marines, mettendosi sull'attenti.

"D'accordo, lo raggiungerò tra poco. Potete andare" risposi e il marines uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Pranzare con mio padre e con mio fratello era l'ultima cosa che volevo fare, ma sapevo che se non fossi andato me l'avrebbero fatta pagare. Con un profondo respiro uscii dalla stanza e mi avviai nel salone.

"Buongiorno padre" salutai Apollo, seduto a capotavola di un lungo tavolo posto al centro della sala.

"Will, ben arrivato. Siediti" mi salutò a sua volta mio padre, indicandomi una sedia vuota a metà tavolo, di fronte ad Ottaviano. Presi posto e cominciai a magiare in silenzio mentre ascoltavo Apollo e Ottaviano parlare. Non mi interessai particolarmente alla conversazione, fino a quando non cominciarono a parlare di Nico.

"Quel ragazzino mi sta dando molti problemi. Si rifiuta ancora di dirmi dove si trova quel maledetto gioiello nonostante sono tre giorni che lo interrogo, frustandolo tutte le volte che nega di sapere dove si trova quella dannata perla" disse Apollo, con voce dura, sbattendo la forchetta sul tavolo.

"Io dico che faremmo prima ad ucciderlo" disse Ottaviano e io alzai di scatto la testa, sperando di aver capito male.

"No, stupido! Mi serve vivo! Lui è l'unico a sapere dove si trova la perla e, fino a quando non saprò il luogo esatto dove poterla trovare, dovrà essere vivo!" sbottò Apollo, fulminando mio fratello con lo sguardo. Ottaviano sembrò rimpicciolire sotto lo sguardo severo di nostro padre e tacque per tutto il pranzo, mentre io sentivo il mio cuore battere all'impazzata. Anche se Apollo non voleva uccidere Nico ci stava andando molto vicino se continuava a torturarlo in quel modo.

La Perla Nera (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora