Will Pov
"Abbiamo un piano per farti evadere"
Nico mi guardò stupefatto, in parte perché avevo detto del piano in parte perché gli avevo parlato in italiano. Non gli avevo mai detto di conoscerlo e a quanto pare lo avevo stupito, e non poco.
"Cosa?!" domandò Nico, facendo saettare lo sguardo tra me e mia madre, stupefatto. Annuii e tirai fuori la piantina delle prigioni.
"Guarda, questa è la tua cella" dissi indicando un punto sulla carta "poco distante da qui c'è un passaggio segreto che porta direttamente fuori dal Palazzo fino in piazza S. Marco" conclusi indicando il passaggio segreto.
"Come lo hai scoperto?" domandò il Principe, scrutandomi con i suoi profondi occhi neri.
"Non ha importanza come l'ho scoperto. L'importante è farti uscire di qui" dissi, cercando di trasmettere la verità delle mie parole attraverso quello sguardo.
"Come posso essere sicuro che tu non stia facendo di nuovo il doppio gioco col tuo paparino?" domandò Nico, tagliente, trafiggendomi con lo sguardo.
Rimasi senza parole. Come poteva credere che stessi facendo il doppio gioco con Apollo? Era assurdo!
Mia madre posò delicatamente una mano sulla spalla di Nico "Ascoltami, Will ti ha mentito, è vero, ma stato costretto a farlo. Ti posso assicurare che non è come Apollo o come Ottaviano. Sta rischiando tutto pur di liberarti. Ti ama, ti ama con tutto sé stesso, credimi. Se ti ha mentito è perché lo hanno ricattato, ma lui non ha mai mentito su ciò che provava, e prova tutt'ora, per te"
Osservai mia madre con gli occhi lucidi e provai un moto di gratitudine nei suoi confronti. Mi conosce meglio di chiunque altro, a volte più di me, e aveva intuito subito dei forti sentimenti che provavo nei confronti di Nico, ma non si è opposta, anzi. Mi sta aiutando a trovare un modo per salvarlo.
Nico abbassò lo sguardo e mormorò "Selena, potresti...potresti lasciarci un momento da soli?"
"Certo" sorrise lei, stringendo delicatamente la spalla di Nico, per poi uscire dalla cella, lasciandoci soli. Rimanemmo in silenzio per svariati minuti, un silenzio carico di tensione che nessuno aveva il coraggio di spezzare. Osservai a lungo Nico, ripensando a tutti i momenti passati insieme, e il mio cuore cominciò a battere velocemente. Volevo abbracciarlo, stringerlo a me e non lasciarlo più andare, poter baciare nuovamente le sue labbra, gustandone il loro dolce sapore. Ma non feci nulla di ciò. Rimasi seduto di fronte a lui, immobile.
"Perché?" domandò infine Nico, spezzando il silenzio che si era creato. Lo guardai confuso per qualche secondo, ma poi compresi appieno il significati di quella semplice domanda.
"Perché ti amo. Ti amo, Nico. Farei qualunque cosa pur di riconquistarti, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita e non posso sopportare di perderti. Voglio dimostrarti che per te farei qualunque cosa, anche a costo della mia vita" dissi guardandolo negli occhi. Lui mi fissò impassibile per interminabili minuti, ma poi abbassò nuovamente lo sguardo.
"Anch'io penso di provare qualcosa per te, ma in questo momento non sono sicuro su niente. Dammi tempo Will. Non posso dimenticare tutto ciò che è successo così velocemente"
"Aspetterò tutto il tempo necessario. Non ho fretta" risposi, allungando la mia mano fino a stringere la sua. Nico non si sottrasse al contatto e un piccolo sorriso gli increspò le labbra.
"Quando metterai in atto il piano?" domandò il Principe, osservandomi curioso.
"Il più presto possibile, ma prima ho bisogno di sapere se la tua nave sarebbe venuta a Venezia"
"Cosa intendi?" domandò lui, assottigliando lo sguardo.
"Se non ti avessero catturato, sareste venuti comunque a Venezia?"
"Sì, ho dato l'ordine a Hazel di continuare comunque le ricerche in caso mi fosse successo qualcosa" rispose lui con fare ovvio.
"Bene" dissi pensieroso.
"Che cos'hai in mente?"
"Per farti evadere avrò bisogno del loro aiuto. Devo andare da loro e spiegargli tutta la storia e il piano per la tua evasione" dissi esponendo la mia idea.
"Se racconterai loro tutta la storia è probabile che ti faranno del male o ti uccideranno" disse Nico abbastanza preoccupato.
"Devo tentare. Sono la nostra unica speranza che abbiamo" dissi risoluto.
"Va bene, però prendi questo" disse, sfilandosi l'anello d'argento a forma di teschio dalla mano destra e consegnandomelo "mostralo ad Hazel, così saprà che ciò che dici è la verità"
Presi l'anello e me lo infilai al dito. Stavo per alzarmi quando Nico mi afferrò per il polso.
"Aspetta!"
Mi bloccai e lo osservai stupito, visto che, forse inconsapevolmente, stava disegnando col pollice dei cerchi immaginari sul dorso della mano.
"Fa attenzione, mi raccomando" disse lui stringendomi un po' più forte il polso. Io gli sorrisi e annuii e lui mi lasciò il polso, facendomi uscire dalla cella. Fuori dalla cella trovai mia madre che mi aspettava, sorridendomi, e insieme ci avviammo verso il passaggio segreto. Quando arrivammo ci trovammo davanti una statua di un cavaliere in armatura con un braccio alzato verso l'alto. Mi avvicinai sicuro verso la statua e abbassai il braccio del cavaliere. Silenziosamente la statua si mosse lateralmente, lasciando intravedere un ampio passaggio. Salutai mia madre e, prendendo una torcia agganciata alla parete, mi avventurai nel tunnel, mentre la statua ritornava nella sua posizione originaria. Camminai per quelle che parvero ore quando alla fine arrivai ad una piccola e consunta porticina di legno che segnalava la fine del tunnel. Aprii la porta, che cigolò piano, ritrovandomi in piazza S. Marco. Camminai velocemente verso il porto, alla ricerca della nave del Principe, senza risultato. Proprio quando stavo per rinunciare nota la nave nel punto più buio ed isolato del porto. Mi avvicinai all'imbarcazione e strinsi forte l'anello del Principe, iniziando a tirare dei piccoli sassolini sulla fiancata della nave per attirare l'attenzione dell'equipaggio. Funzionò. La passerella venne calata e salii a bordo. Non appena fui salito l'intero equipaggio mi salutò felice, sommergendomi di domande.
"Va bene, va bene, fatelo respirare!" disse sarcastica una voce femminile. La folla si aprì, facendo passare Hazel e Clarisse. Entrambe mi salutarono calorosamente ma dopo poco cominciarono a guardarsi intorno, confuse.
"Will, dov'è Nico? Perché non è qui con te?" domandò Hazel, scrutandomi con i suoi stupefacenti occhi dorati.
"Ecco...vi racconterò tutto, ma vi prego di lasciarmi parlare fino alla fine, senza interruzioni, dopodiché potrete decidere se uccidermi o meno" dissi, sentendomi la gola secca. Tutti annuirono e io cominciai a raccontare quello che era successo dopo che Nico era stato rapito in Normandia. Quando finii di raccontare vidi numerose facce incredule.
"Come possiamo fidarci nuovamente di te?" domandò Hazel, dopo che ebbi finito di raccontare dell'incarcerazione e del piano che avevo per salvare Nico.
"Nico mi ha detto, che se non mi avreste creduto, avrei dovuto mostrarti questo" dissi, mostrandole l'anello d'argento del Principe. Lei spalancò gli occhi e lo prese in mano con delicatezza, come se fosse la cosa più delicata del mondo.
"Parlami di nuovo del tuo piano per salvare mio fratello" disse Hazel, risoluta.
"Hazel non puoi fidarti di lui! Hai sentito cosa..." sbottò Clarisse.
"Sì, ho sentito, ma sento che dice il vero e che Nico è ancora vivo. Parlaci nuovamente del tuo piano per salvarlo"
Io ubbidii e rispiegai il piano.
"È rischioso, ma è il miglior piano che abbiamo" dissi osservando Hazel.
Lei rimase in silenzio qualche minuto poi parlò "D'accordo, conta pure su di noi per il compimento del piano"
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La Perla Nera (Solangelo)
Fanfiction"Sul ponte della nave c'era molto movimento e ogni membro dell'equipaggio stava lavorando. All'improvviso si bloccarono tutti e da sottocoperta uscì un uomo, il capitano della nave: era alto e slanciato, indossava degli stivali, dei pantaloni, una c...