Principe POV
Erano passati due giorni dalla chiacchierata con Will al chiaro di luna, ma ancora non riuscivo a non smettere di pensarci. Durante quella chiacchierata avevo raccontato parte del mio doloroso e oscuro passato, mi ero confidato con qualcuno dopo tanti anni che non lo facevo. Non avevo mai parlato a nessuno di come mi ero procurato la cicatrice sull'occhio, solo Leo e Calipso conoscevano la verità, avevo imparato ad indossare una maschera di indifferenza, a incutere timore e rispetto nella gente. Ma con Will era diverso: lui non tremava al mio cospetto, non aveva paura di guardarmi dritto negli occhi o di parlarmi liberamente. Con lui mi sentivo bene, sentivo che con lui potevo essere me stesso, sentivo di potermi fidare. Era da talmente tanto tempo che non provavo più quelle sensazioni, sentirmi accettato per ciò che sono e amato, che non ero più abituato.
Sospirai e tornai a guardare i fogli sulla scrivania. Secondo i miei calcoli dovrebbero mancare tre giorni per arrivare a Londra, tre giorni per poter incontrare Barbanera e avere qualche informazioni in più su quello che stavo cercando...
Improvvisamente una dolorosa fitta alla cicatrice mi distolse dai miei pensieri. Chiusi gli occhi e mi portai una mano sulla vecchia ferita, sperando che il dolore passasse presto. Da quando avevo la cicatrice avevo imparato che quando faceva male voleva dire che il tempo doveva cambiare e, a giudicare dalla fitta che avevo appena sentito, si stava preparando una bella tempesta. Imprecai sottovoce. Non ci voleva proprio una tempesta in questo momento! Non potevo permettermi ritardi!
Visto che il dolore non accennava a diminuire mi recai nell'infermeria da Calipso. Solo lei riusciva a preparare una strana bevanda che riusciva a placare il dolore, anche se si rifiutava di dirmi come prepararla. Bussai alla porta e fui accolto da una sorridente Calipso con un camice bianco da dottore.
"Principe, a cosa devo questa visita?" domandò gentile, invitandomi a entrare. L'infermeria era composta da due locali: uno nel quale visitava i suoi pazienti mentre l'altro fungeva da studio.
"Ho bisogno che mi prepari di nuovo quella strana bevanda per placare il dolore alla cicatrice. Mi sta facendo impazzire!" dissi frustato, tenendomi la testa con una mano. Calipso annuì e andò nel suo studio per preparare la medicina, mentre io mi accomodavo su una sedia sperando che il dolore diminuisse. Bussarono alla porta.
"Avanti!" disse Calipso dall'altra stanza. La porta si aprì ed entrò Will. Non appena lo vidi il mio cuore perse un battito, ma imposi di rimanere indifferente. Perché mi sentivo così in sua presenza?
"Will che piacere vederti. Di cosa hai bisogno?" domandò Calipso avvicinandosi.
"Ecco, potresti darmi di nuovo quella pomata per la ferita? È quasi guarita però devo cambiare le bende e volevo applicarne ancora per far sì che guarisca più in fretta" rispose Will, sfiorandosi leggermente la spalla che gli avevo ferito durante l'iniziazione per far parte dell'equipaggio.
"Certo, ti chiedo solo di aspettare qualche minuto. Devo preparare una cosa per il Capitano e poi ti do la pomata" rispose Calipso.
Will annuì e Calipso ritornò a trafficare nel suo ufficio, chiudendosi la porta alle spalle. Io e Will rimanemmo da soli e tra noi si formò un silenzio imbarazzante che non sapevo come spezzare, fortunatamente ci pensò Will.
"Allora...come mai anche voi qui?" domandò titubante Will, guardandomi di sottecchi.
"La cicatrice mi fa male. Credo che il tempo debba cambiare e non in meglio. Calipso è l'unica in grado di preparare uno strano rimedio in grado di placare il dolore" risposi guardandolo attentamente.
"In che senso...sente che il tempo deve cambiare?" domandò Will sorpreso, guardandomi negli occhi.
Osservai a lungo gli occhi azzurri di Will prima di rispondere "Ecco, è come quando ti rompi un braccio o una gamba. Quando sono guariti e cambia il tempo, il braccio o la gamba che hai rotto, ti fa male e lo stesso vale per la mia cicatrice"
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La Perla Nera (Solangelo)
Fanfic"Sul ponte della nave c'era molto movimento e ogni membro dell'equipaggio stava lavorando. All'improvviso si bloccarono tutti e da sottocoperta uscì un uomo, il capitano della nave: era alto e slanciato, indossava degli stivali, dei pantaloni, una c...