Capitolo 1;

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«La smetti di prendermi in giro!» sbottò Gemma mettendo il broncio come faceva da bambina.

«Scusa, Gem... Ma ti sei vista? Sembri uscita da un filmino porno fetish di serie B.» esclamai scosso dalle risate di fronte all'uniforme di mia sorella. «E meno male che lavori per l'importante famiglia Tomlinson, a capo della Tomlinson Global Corporation! E niente meno che nei favolosi Hamptons! Pensa se avessi dovuto fare la cameriera in un fast food.»

«Non sei divertente, Harry.» s'irrigidì mia sorella, nella sua striminzita uniforme da cameriera: camicetta bianca in piquet, con maniche a palloncino, che risaltava sul corpetto scuro e sulla gonna corta, con un piccolo grembiule bianco, rifinito con un bordo di pizzo.

«Spero almeno che ti paghino bene e che ne valga la pena conciarti in questo modo.»

"Fossi in lei dovrebbero pagarmi milioni per costringermi ad indossare una cosa simile!" pensai disgustato e contrariato.

«Guarda che c'è di peggio in giro! Due anni fa ho dovuto indossare una coda da castoro e un copricapo orrendo per l'Agricenter di James Trodes. Non ricordi?»

«Certo che ricordo! Eri davvero buffa!»

«Be' se permetti, penso di aver fatto un gran salto di qualità. Non sai quante darebbero chissà che cosa per prendere il mio posto!»

«Il posto di una cameriera?! Ma dai!»

«Harry! Non tutti sono come te, sai?» si arrabbiò Gemma risentita.

«Scusami tanto se evito, come la peste, i posti di lavoro dove vogliono umiliarmi con divise di lavoro che sembrano maschere e che spesso danno uno stipendio da fame! O se non mi voglio accontentare di fare per tutta la vita il servo a dei ricchi ingrati e cafoni, invece di provare a mettere su una mia attività.»

«Sempre il solito ambizioso.» gracchiò Gemma con una smorfia sul viso.

Non volevo litigare con mia sorella.

Avevo guidato per settecento miglia per andare a trovarla e passare una settimana negli Hamptons con lei.
Non avevo davvero voglia di affrontare quel discorso, che tutte le volte, si chiudeva sempre con il muso lungo di entrambi per due giorni. Ma ero troppo testardo per non difendere le mie convinzioni.

«Lo dici come se fosse una cosa sbagliata!»

«Harry, apri gli occhi! Arriviamo da una famiglia modesta! Non abbiamo nemmeno potuto frequentare il college e per un soffio hai perso l'occasione di avere una borsa di studio. È destino che tu metta da parte tutti i tuoi stupidi progetti e ti cerchi un lavoro decente!»

«Stupidi progetti?!» m'infuriai. «Per te è stupido non voler fare la cameriera per tutta la vita come mamma o l'elettricista come papà? Scusami tanto se non voglio accontentarmi, ma lotto ogni giorno per realizzare il mio sogno. Voglio diventare un organizzatore di eventi e aprire una mia agenzia.»

«Harry, ma con quali soldi? Solo i ricchi o i figli di gente ricca, possono permettersi di aprire un'agenzia che organizza eventi! Non hai neanche una laurea...»

«Lo so, per questo sono anni che lavoro nel settore tra stage ed impieghi interinali. Alla fine di questo lungo percorso, avrò un bagaglio di esperienze che competerà con qualsiasi laurea o titolo di studio!» m'infervorai ricordando gli ultimi cinque anni, in cui avevo lavorato per servizi catering, come assistente per un organizzatore di matrimoni, segretario per una società di consulenza e pubbliche relazioni.

Avevo anche trascorso un'estate da un fioraio e un'altra in uno studio di grafica e copywriting. Avevo anche approfittato della mia relazione con Max, il programmatore informatico che si occupava di creare siti Internet, per scegliere la migliore infrastruttura del servizio in hosting.

Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo » L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora