Capitolo 10;

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Il giorno seguente Louis mi rivolse appena la parola, limitandosi a monosillabi ed evitando accuratamente il mio sguardo.

Tuttavia avevo notato che era ancora turbato e mi ritrovai a dispiacermi per lui.

Era ovvio che quel discorso sui suoi genitori non era ancora stato dimenticato e che lui soffrisse per l'infedeltà di suo padre.

Passai l'intera giornata a pensare a lui e all'ultimatum dell'agenzia immobiliare.

Non sapevo davvero che fare!

Ero ancora preso dalle mie elucubrazioni, quando la signora Tomlinson mi chiese di accompagnare Clare a comprare una speciale cera per il pavimento del salone in un emporio specializzato.

Uscire da quella casa mi fece stare subito meglio mentre il paesaggio scorreva dal finestrino e Clare guidava fino a destinazione.

Con la solita aria sbrigativa di Clare, ci facemmo servire in fretta e proprio mentre stavamo uscendo, vidi un piccolo negozio di giocattoli e modellismo accanto.
Stavo per entrare in macchina, quando vidi in vetrina, dei vasetti contenenti gelatine verdi fosforescenti e al loro interno insetti di plastica giganti.

E li arrivò l'idea: presto avrei fatto tornare il sorriso a Louis!

Non ne capì bene il motivo, ma quando tornai alla villa con il mio piccolo acquisto in borsa, mi sentivo felice come una Pasqua.

Quella sera aspettai in piedi il ritorno a casa di Louis che era uscito a divertirsi con gli amici.

Per attuare il piano che avevo in mente dovevo assicurarmi che quella notte non avesse compagnia.

Con la scusa di non riuscire a dormire e di voler bere una camomilla davanti al mio portatile, rimasi in piedi fino alle due.
Mi ero pure appisolato, ma il ritorno di Louis mi ridestò.

«Cosa ci fai alzato?» mi domandò stupito di trovarmi in piedi a quell'ora.

«Non riuscivo a dormire.»

«Non sembrava.»

«Si vede che questa camomilla sta facendo effetto!» ridacchiai andando a lavare la tazza.

«Allora buonanotte.» mi salutò distaccato, dirigendosi verso il piano superiore.

«Aspetta! A che ora vuoi che venga ad alzarti domani?» gli domandai seguendolo e notando che era solo.

«Cosa?» non capì, sorpreso dalla mia domanda.

«Sai, devo cambiare le lenzuola e passare l'aspirapolvere... Non vorrei disturbarti. Dimmi a che ora posso venire a bussare, senza rischiare di svegliarti.»

«Non prima delle nove sicuramente.» mi rispose incerto e confuso.

«Perfetto. Sogni d'oro, Louis.» squittì emozionato correndo a dormire.

Avevo meno di sette ore di tempo per organizzarmi.

La mattina seguente, alle sette e mezzo, bussai alla camera di Louis cosi delicatamente da non emettere rumore.

«Se nessuno risponde, allora posso entrare, no?» mi dissi sghignazzando.

Senza far rumore, entrai nella stanza di Louis e mi avvicinai al letto, cercando di adattare la vista alla poca luce che entrava da una persiana chiusa male.
Louis stava dormendo in modo assopito e non si mosse.

Per la seconda volta, rimasi rapito dal suo viso angelico... Era davvero bello e dolce quando dormiva.

Con movimenti lenti e brevi, presi il mio acquisto del giorno prima, aprì la confezione e nelle mie mani scivolò una gelatina umida e viscida.
Con disgusto ci infilai le dita dentro e tirai fuori un grosso ragno nero di plastica.

Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo » L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora