Capitolo 20;

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La mattina successiva Johannah e il marito partirono per una breve vacanza di quattro giorni ad Aruba, regalo del consorte per farsi perdonare l'ultima scappatella del mese.

Un'ora dopo la loro partenza, Louis ci convocò tutti.

«Ho una splendida notizia da darvi. Questo sabato daro un'altra festa».

«Un'altra?», si lamento subito Lauren.

«Si, consideratela una festa riparatrice per quella andata storta sabato scorso», rispose Louis lanciandomi un'occhiata d'intesa.

«Quindi, signore e signori, all'opera. Voglio tutto come la volta precedente».

Nessuno osò lamentarsi o protestare ulteriormente e nel giro di un'ora eravamo di nuovo alle prese con i preparativi.

Passammo l'intero giovedì a lavorare mentre Louis si divertiva al campo da tennis con i suoi amici.

Venerdì Louis mandò Lauren e Niall a fare la spesa e a ritirare un acquisto in centro.

«Io dove devo andare?», domandai già in allerta, ritrovandomi solo con lui in quella casa.

Non era mai successo prima e ora sentivo una crescente apprensione invadermi.

«Tu resti qui a finire di sistemare la casa».

«Abbiamo fatto quasi tutto...»

«No, manca una cosa», mi disse mettendomi in mano una lampadina.

«Cosa devo fare?», domandai ormai con l'ansia a livelli stratosferici.

«Devi cambiare quella lampadina a destra». M'indico con il dito un lampadario della sala con sotto una scala.

L'immagine della mia paura più grande: una lampadina fulminata e una scala.

«Non può farlo qualcun altro? Io preferirei occuparmi di..»

«No, Harry. Voglio che lo faccia tu».

«Non amo le altezze», balbettai a disagio.

«Mica avrai paura?»

«Certo che no», mentii, troppo spaventato da ciò che mi avrebbe fatto fare se avesse conosciuto realmente la mia debolezza.

«È la stessa cosa che ho detto io a Lauren quando mi ha parlato di te e della tua difficoltà con le altezze!»

«Che cosa ha fatto?», sbottai indignato.

Come aveva potuto tradirmi così?

«Ti assicuro che per cinquanta dollari mi avrebbe detto anche molto altro, ma a quanto pare sei un ragazzo piuttosto riservato».

Dovetti mordermi la lingua per non imprecare, Lauren mi avrebbe sentito al suo ritorno.

«Forza, Harry! La lampadina non si cambia da sola».

Sarei morto piuttosto che dargli soddisfazione di mettermi in difficoltà.

Tuttavia appena vidi la scala, mi venne quasi da piangere.

Feci tre grossi respiri profondi e con decisione misi il piede destro sul primo piolo e l'altro sul secondo.

Provai ad allungarmi ma il lampadario era ancora distante anni luce.

Continuai a salire di un gradino sentendo già il fiato corto, le palpitazioni e le mani sudate che scivolavano sulla scala di metallo.

"Ce la posso fare! Basta non guardare in basso! Harry, pensa positivo, pensa positivo".

Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo » L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora