Capitolo 4;

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«Non so come ringraziarla, signora Tomlinson.» sospirai sollevato.

«Grazie a te per il drink.» mi rispose la donna avvolta nel tailleur Chanel, mentre si gustava il Martini che mi aveva fatto preparare, per mettermi alla prova. «E ricordati le sei regole principali: niente pettegolezzi in giro su ciò che succede qui dentro; fa' sempre quello che ti viene chiesto; sii sempre gentile con i nostri ospiti e se ci sono problemi vieni da me; continua a prepararmi Martini con tre olive e chiamami pure Johanna.»

«Perfetto, lo farò!»

Mi ero immaginato un duro colloquio di lavoro e di arrivare anche a supplicare la famiglia Tomlinson di lasciarmi sostituire Gemma ed invece, alla fine, era bastato mettere tre olive dentro il Martini di quella donna per essere assunto.

Sollevato e alleggerito del senso di colpa che mi aveva oppresso durante la notte in cui mia sorella si era rotta il braccio, sorrisi ringraziando la Legge dell'Attrazione per avermi aiutato con l'assunzione.

Quella stessa mattina non solo avevo portato mia sorella a casa di Nick, con mio enorme sollievo, ma un'ora dopo, ero pure stato assunto come desiderava Gemma, ma avevo anche avuto la fortuna di non incrociare colui che al momento temevo come la peste: Louis Tomlinson.

Da quando avevo accettato di aiutare Gemma non era passato un secondo in cui non avessi pensato a lui, ma soprattutto all'idea di lavorare per lui e peggio ancora di servirlo, quando in realtà avrei solo voluto spaccargli la faccia.

Del resto, era colpa sua se quella notte avevo abbandonato il locale cosi presto, lasciando mia sorella sola.

Molte volte ero stato sul punto di rivelare il mio vero incontro con quel ragazzo a Gemma, ma non volevo farla preoccupare, inoltre sapevo quanto odiasse e disapprovasse il mio atteggiamento irruento e poco docile.

Quanto avrei voluto essere calmo e rilassato come Gemma... Ma proprio non ci riuscivo!

Avevo sempre qualche imprecazione a portata di bocca e sputavo veleno più veloce di un cobra addosso a chiunque mi desse fastidio...
La cosa peggiore era che facevo davvero fatica a controllarmi, soprattutto quando ero frustrato o sotto stress!

«Bene, allora metti pure via la tua roba. Oggi Niall ti mostrerà la casa e cerca di ambientarti in fretta. Domani inizierai il tuo lavoro!» mi congedò la donna prima di tornare al suo drink preferito.

«Grazie ancora.»

Niall mi accompagnò nella camera che avrei dovuto dividere con lui.

Era piccola, ma confortevole.

«Liam si occupa della cucina, è un cuoco fantastico! Clare invece è spesso fuori per fare commissioni per la famiglia Tomlinson, mentre Lauren si occupa di quasi tutto ciò che riguarda il signor Tomlinson e quando si ricorda ci aiuta a spolverare il piano terra. Io e te invece dovremo dividerci la pulizia delle camere... Tuttavia, la casa è immensa e spesso i nostri ruoli cambiano. A volte c'è da pulire il porticato, la serra dove spesso la famiglia fa il brunch oppure le sale da gioco di Louis.» mi spiegò Niall mentre mi faceva esplorare quella reggia.

La prima volta che ero entrato, ero troppo preoccupato di farmi beccare, ma ora non potevo non rimanere abbagliato dai marmi, dagli enormi lampadari, dagli oggetti d'arte sparsi ovunque.

Dopo il salone, la cucina e le nostre stanze, Niall mi portò al primo piano, dove c'era lo studio di Mark Tomlinson, le camere da letto principali, tutte con bagni privati ed una sala giochi sull'ala ovest, dove Louis portava spesso i suoi amici, quando non era nella piscina nel seminterrato, nella sauna oppure nel parco, dove c'era un'altra piscina e un campo da tennis.

Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo » L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora